Scudetto 1915, Mignogna: “A breve ci aspettiamo novità, mi fido di Gravina”

"Quando tutto sarà definito, faremo una celebrazione per onorare quei ragazzi deceduti in guerra", ha detto Mignogna sullo Scudetto 1915.
30.11.2019 18:00 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
Scudetto 1915, Mignogna: “A breve ci aspettiamo novità, mi fido di Gravina”

La Lazio è ancora alla ricerca di giustizia, leggasi: assegnazione ex aequo col Genoa dello Scudetto 1915. Una lotta che da anni sta portando avanti, in prima linea, l'Avv. Gian Luca Mignogna. In un'intervista rilasciata a culturaacolori.it, il promotore della petizione sulla riassegnazione del campionato ha riportato alcuni aggiornamenti sulla vicenda: “Ci aspettiamo qualcosa a stretto giro. È quanto ha fatto intendere Gabriele Gravina, presidente della Figc, a margine di un consiglio federale. Siamo fiduciosi, è solo una questione di tempo. Ho fiducia in una persona seria quale è Gravina. Le prove fornite sono inconfutabili. Quando tutto sarà definito, faremo una celebrazione per onorare quei ragazzi deceduti in guerra. Porte aperte anche per i genoani. La storia deve unire ma allo stesso anche avere giustizia”. Mignogna ha spiegato come è nata la battaglia: “Era un pallino che avevo sin da giovane. Ho iniziato a parlare del tema nel 2015, in occasione del centenario del nostro ingresso nella prima guerra mondiale. Tra gli atleti laziali delle diverse discipline ci furono circa trenta caduti e rivedere quell’assegnazione sarebbe un atto di giustizia storica e sociale. Col tempo la vicenda si è presa la ribalta anche sui media internazionali. Ora si stanno mobilitando in tanti, la petizione online ha raggiunto 35 mila firme”. Il ruolo della Lazio: “Nel 2015 parlai con Lotito e non mi fece mancare la sua stima. Ma non poteva fare granché perché essendo consigliere federale sarebbe caduto nel conflitto d’interessi. Allo stadio qualche volta mi ha chiesto aggiornamenti a titolo informativo”.

LE TAPPE DELLA VICENDA: “Nel 2015 sono riuscito a far aprire un procedimento alla Figc. Mi dissero che dovevo trovare nuove prove. E lo feci. Presso archivi e biblioteche riuscii a dimostrare qual era la situazione del calcio italiano al momento della sospensione delle partite per motivi bellici. La Lazio era già campione del Centro. Lo divenne direttamente anche del Sud perché la finale tra le squadre del Mezzogiorno non si giocò. Ben diversa la posizione del Genoa che non era neanche campione del Nord. Doveva ancora disputare l’ultimo incontro del suo girone. La partita era col Torino, che aveva solo due punti in meno dei liguri ma lo scontro diretto a favore. Poteva quindi accadere di tutto. Dopo aver riportato ciò, nel 2016 il presidente della Figc, Tavecchio, nominò una commissione di saggi, che, difatti, fece intendere che l’assegnazione ex aequo potesse essere la soluzione. A quel punto sembrava cosa fatta, ma poi si scatenò l’opposizione dell’altra parte del Tevere ed anche di alcune realtà del Nord. Non dimentichiamo che quello del 1915 sarebbe il primo scudetto della capitale. A bloccare tutto furono pure i successivi problemi interni della Federazione. Uno stop di due anni fino all’elezione dell’attuale presidente Gravina, che dopo l’insediamento ha nominato una commissione storica. Importante anche l’acquisizione di tutte le prove da noi fornite. Un dossier di circa mille pagine. Ciò che abbiamo ulteriormente dimostrato, per suffragare la nostra tesi, è il settentrionalismo discriminatorio di quel tempo e soprattutto, cosa fondamentale, che non vi è traccia della delibera ufficiale dell’assegnazione dello scudetto al Genoa”.
 

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