Svizzera, Petkovic: "In Serie A manca un po' di ritmo. Europei? Speravo che Immobile..."

Vladimir Petkovic, allenatore della Svizzera da ben 7 anni e prossimo avversario dell'Italia agli Europei, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera in cui fa il punto sulla Nazionale e sul calcio italiano in generale ricordando anche il suo trascorso nella Lazio. Di seguito le sue parole a partire dal campionato europeo slittato di un anno causa Covid: "Per la prima volta forse si è capito quanto il calcio non sia importante per la vita e si è cominciato a ragionare in maniera diversa. Forse questo fa bene anche al calcio stesso e a noi che ci lavoriamo: abbiamo visto che si può fare tutto con più pazienza".
IL CALCIO ITALIANO È CAMBIATO? - "E' evidente. Già quando allenavo la Lazio, 7-8 anni fa, si cominciava a vedere un atteggiamento più europeo: mi ricordo la prima Juve di Conte che faceva grande pressing, un calcio concreto, con tante verticalizzazioni. In A forse manca un po' di ritmo: per la Var, per i troppi falli, per le simulazioni. Il modello è l'Atalanta: ha un gioco super moderno, anche se per arrivarci servono anni"
NAZIONALE - "Ha ritmo e cura bene tutte le fasi di gioco. Mancini ha fatto un gran lavoro e ha un gran bel gruppo, con individualità importanti. Chi mi piace? Verratti si è evoluto molto e gioca da sempre ad altissimi livelli. Barella ha fatto grandi cose ed è molto moderno. Speravo che Immobile mollasse un po' ma ha ritrovato la vena. I giovani di ottima prospettiva sono tanti, ma senza i vecchietti dietro sarebbe un'altra squadra".
GIRONE - "È il girone delle mine vaganti, perché ognuna pensa di poter passare il turno. L'Italia è oggettivamente davanti a tutte, a livello di immagine e di risultati recenti, ma noi pensiamo al secondo posto, anche se non c'è nulla di scontato. Ci vuole tanto rispetto verso le avversarie, con una doppia consapevolezza: possiamo fare tanto e faremo di tutto per riuscirci".