Il mondo dello sport in lutto... Il ricordo dei suoi amici e degli ex compagni del 74: "Chi parla di Chinaglia parla di Lazio"... E i Cosmos gli dedicano la prima pagina del sito

02.04.2012 07:55 di  Marco Ercole   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Il mondo dello sport in lutto... Il ricordo dei suoi amici e degli ex compagni del 74: "Chi parla di Chinaglia parla di Lazio"... E i Cosmos gli dedicano la prima pagina del sito

L’annuncio della morte di Giorgio Chinaglia è stato un fulmine a ciel sereno, una notizia sconvolgente che ha travolto tutto il mondo del calcio. Se ne è andato un giocatore, un dirigente, un Presidente,  che ha lasciato ben impresso, nel bene e nel male, il suo nome nella storia del calcio italiano ed internazionale. Nella Lazio ha trascorso gran parte della sua vita, e della Lazio e dei suoi tifosi è diventato un idolo incontrastato a suon di gol, come quei 24 che gli fecero vincere la classifica cannonieri nell’anno del primo scudetto dei biancocelesti. A poche ore dalla tragica scomparsa, ecco che iniziano ad affollarsi i tanti ricordi e messaggi di cordoglio da parte di chi Giorgio Chinaglia l’ha conosciuto e vissuto in tutte le sue sfaccettature…

sslazio.it – “La S.S. Lazio si unisce al cordoglio della famiglia Chinaglia per la scomparsa di Giorgio, nato a Carrara il 24 gennaio 1947 e morto oggi negli Stati Uniti d'America. Fu giocatore del Club biancoceleste dal 1969 al 1976 (Campione d'Italia nella stagione 1973-1974), dal 1983 al 1985 fu Presidente della S.S. Lazio”.

Pino Wilson a SkySport: "Il momento in cui l’ho conosciuto la prima volta, parliamo di 46 anni fa. Si è presentato al Napoli con un impermeabile verde, bombetta e ombrello, era già pazzo all’ora. E’ un ricordo che non può cadere nell’oblio perché trovare un personaggio del genere a Napoli ha fatto scalpore. Giorgio è stato l’alfiere di una squadra un po’ particolare, che poi in campo diventava un corpo unico. Noi facevamo, con due anni d’anticipo, e forse senza saperlo, il calcio totale. Il merito era tutto di Tommaso Maestrelli. Come lo ricorderei? Metterei le bandiere a mezz’asta e se ci fosse un po’ di sensibilità proverei a ricordare un giocatore fondamentale, un giocatore simbolo della squadra che portò il primo Scudetto alla Lazio. Il rammarico è che Giorgio è stato un po’ isolato e lui avvertiva questa cosa. Un trascinatore, se isolato, si lascia un po’ andare anche se lui appariva sempre tranquillo. Ma io credo che, a parte pochi, sia stato un po’ abbandonato.

Claudio Lotito alla Gazzetta dello Sport: "Una notizia che rattrista, è stato uno dei giocatori più importanti di tutta la storia della Lazio. Va ricordato per questo".

Fernando Orsi ai microfoni di Radio Radio:È un momento molto brutto. Difficilmente si riesce a credere alla scomparsa di persone come lui, che sembrano immortali. Ma lui rimarrà sempre nella storia. Parlare di Giorgio Chinaglia significa parlare della Lazio. È colui che insieme a Bob Lovati ha incarnato la lazialità. Se ne và un pezzo di storia. Una persona straordinaria che, al di là degli errori che possa aver fatto, ha sempre agito con amore verso questa maglia. Un uomo buono, al di là del suo carattere e i suoi trascorsi contraddittori. L'ho avuto come presidente, ed ero quotidianamente a contatto con lui. Una persona attaccata i tifosi, alla società, alla squadra. È stato uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano. Muore una persona che ha dato tanto a questo paese, chi è tifoso di una squadra capisce cosa vuol dire essere attaccato ad una fede e tutti lo hanno rispettato”.

Lionello Manfredonia ai microfoni di Radio Radio: "Prima abbiamo giocato insieme, poi stato il mio presidente, infine ha fatto anche il padrino al mio primo figlio Andrea. Me lo ricordano tantissimi episodi, come il calcio nel sedere a Vincenzo d'amico o la risposta a Valcareggi. È stato un grandissimo personaggio. È stata una notizia inaspettata, c'eravamo un po’ persi di vista in questi anni, questo è un bruttissimo momento. Nessuno nasce perfetto, in questo momento posso solo ricordare l'uomo che portò alla vittoria dello scudetto nel '74. Nella vita si può anche sbagliare, ma non sta a nessuno giudicare. Purtroppo è morto lontano dalla Capitale, i tifosi se lo ricordano come un grande condottiero, qualcosa si dovrà fare per commemorare questa grande figura. Sono allibito, purtroppo questa è la vita, l'importante è che Giorgio venga ricordato dalla gente come merita".

Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno su twitter: "Con la morte di Giorgio Chinaglia scompare un grande gladiatore. Un lutto per tutto lo sport e per tutta Roma”.

Pierluigi Pardo su twitter:Calciatore fantastico, talento, carattere e umanità. Mi ricordo le nostre telecronache a stream e anche stavolta sono senza parole”.

Franco Melli ai microfoni di Radio Radio: "Oggi è una domenica lacerante, perché a poche ore di distanza sono successi due fatti dolorosi, prima la scomparsa di Antonio Ghirelli, che è stato il mio maestro di giornalismo e, come se non bastasse, è morto il mio centravanti preferito. A lui ho dedicato pagine e pagine di giornale, ho scritto libri. Non mi sono mai invaghito di nessun giocatore e ho fatto un eccezione solo per lui. Per la sua Lazio strampalata di matti da legare, ma fatta di cuori d'oro. Passavamo le notti a giocare a poker, eravamo molto amici. Lui sapeva fare tutto quello che non si poteva e non si doveva fare, per poi invece espletare il suo dovere di calciatore il giorno dopo. Ricordo quel Lazio-Foggia, in uno stadio gremito che tratteneva il fiato, dove lui ancora una volta prese il pallone e segnò il gol dello scudetto. Era uno diverso dagli altri, un grande trascinatore. Ricordo gol e polemiche incredibili, quando usciva col pollice verso sotto la curva sud, oppure quando col permesso di Maestrelli, a fine allenamento, organizzava le partitelle con noi giovani giornalisti. Era un mondo diverso dove c'erano rapporti umani profondi. Giorgio è stato una grande compagno di avventura, che per un po’ mi ha fatto sentire orgoglioso del mestiere che facevo e della squadra a cui mi ero affezionato. Voglio pensare che i grandi uomini salgono al cielo prima degli altri, affinché non si assista al loro decadimento e al loro tramonto".

Giuseppe Papadopulo ai microfoni di Radio Sportiva: "Sono venuto a sapere questa notizia e non ci credevo. Si sapeva che Giorgio non stava bene, la situazione si era aggravata e sappiamo tutti com'è finita. Una perdita grande, un ex compagno e un amico. Siamo arrivati insieme semisconosciuti alla Lazio e abbiamo portato insieme quella maglia con molto orgoglio. Sono molto triste, è una grave perdita. Non ci dimentichiamo troppo presto di Giorgio, che ha fatto grande il nome della Lazio. Un ricordo? Un suo pallonetto a Rivera, bandiera del calcio mondiale, che suscitò la rabbia dei milanisti...

Marco Di Vaio su Twitter: "Dopo la sconfitta per un mio errore (l'attaccante ha sbagliato un gol nella partita del Bologna contro il Palermo), anche la notizia della morte di Chinaglia. Una giornata bruttissima".

Furio Valcareggi: "Nonostante i media per tanto tempo abbiano sottolineato lo screzio tra Giorgio Chinaglia e mio padre Ferruccio, quel gesto venne subito sanato con un abbraccio e le scuse. A Monaco, ai Mondiali del 1974, nella gara contro Haiti. Al momento della sostituzione, con un plateale gesto del braccio mandò a quel paese papà, poi entrò negli spogliatoi e spaccò tutte le bottiglie. Ma quando a fine gara mio padre rientrò negli spogliatoi Chinaglia si avvicinò a lui e lo abbraccio chiedendogli scusa. Fu un bel gesto che mio padre apprezzò".

Giancarlo Oddi: "Ci sentivamo tutte le settimane, era molto rammaricato che non poteva tornare in Italia per discolparsi, aveva capito che aveva sbagliato e voleva tornare per discolparsi. Se davvero aveva sbagliato l'ha fatto solo per amore della Lazio e non come qualcuno diceva per i soldi. Ne aveva guadagnati tanti e ne ha sperperati altrettanti solo per generosità. Ripeto, se ha sbagliato l'ha fatto solo per amore della Lazio. La cosa che mi dispiace di più è non averlo potuto rivedere. Martedì ci siamo sentiti e gli avevo detto 'mica te ne andrai prima che ci rivediamo'. Ma purtroppo è successo proprio questo. Quando parliamo di Chinaglia, parliamo di una gran brava persona: era un uomo generoso che io ho avuto una gran fortuna di conoscere. Per me era come un fratello. Sono felice di averlo conosciuto e chi non l'ha potuto conoscere non sa cosa si è perso".

Il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti: "Con la morte di Giorgio Chinaglia se ne va una bandiera della Lazio e anche un pezzo di quel calcio romantico ed entusiasmante che negli anni 70 ha riempito la domenica di milioni di italiani. Long John è stato uno dei simboli della Lazio degli anni d'oro in grado di scrivere pagine indelebili dello sport capitolino. Ai familiari di Chinaglia vanno le condoglianze dell'amministrazione provinciale di Roma".

Il Presidente della Regione Lazio Renata Polverini: "Con la scomparsa di Giorgio Chinaglia il calcio italiano perde un campione che è stato simbolo della Lazio e protagonista anche della Nazionale. Di lui ricordiamo non solo le gesta sportive ma la generosità che lo ha reso indimenticabile per tutti gli appassionati di calcio. Alla famiglia vanno le condoglianze mie e della Regione Lazio".

Ambasciatore Usa in Italia David Thorne su twitter: "In una bella giornata di calcio, un caro ricordo per Long John Chinaglia, che ha fatto conoscere il grande calcio agli Americani".

Gigi Simoni ai microfoni di Radio Radio: "Sono colpito da questo evento. Abbiamo fatto quattro/cinque mesi assieme e di lui ho un ricordo veramente bello che mi ha segnato profondamente. Giorgio per me è stato un ragazzo di una bontà incredibilie, tenevamo tantissimo al nostro rapporto. Lo ricordo come un fratello. Il lunedì veniva da me, a correre nei prati di casa mia, poi c'erano le serate nella sua casina a piazza di Spagna. Gli abbiamo sempre voluto un bene che andava oltre i problemi che si vengono a creare in una squadra di calcio. Un laziale particolare, forse il più amato. Sono in difficoltà, l'ho saputo da poco, a parlarne non ci riesco. Tutti i ricordi affettuosi per lui sono il minimo che noi possiamo fare.  Ho di lui un'immagine meravigliosa, speriamo che abbia nell'altro mondo tutte le fortune che non ha avuto qui. Lui è stato così tanto amato che le parole non servono a rendergli merito".

Felice Pulici a Repubblica.it. “Una grande compagno di squadra ed un grande amico. C’è poco da commentare, siamo sgomenti ed atterriti da questa notizia. Sono quel tipo di notizie che ti arrivano inaspettatamente, purtroppo non c’era un sentore di difficoltà, tranne che un’ischemia che aveva superato, sono queste le cose che avevo saputo”. Nonostante le oscure vicende extra calcistiche alle quali era coinvolto, i tifosi biancocelesti lo hanno sempre considerato una bandiera. “E’ stato sempre trasparente nel voler esprimere questa sua appartenenza, non c’è ombra di dubbio. Era riconoscente a questa squadra ed a questi colori, lo hanno fatto grande, se non grandissimo come giocatore. Ma gli ha creato anche qualche problema che, nonostante tutto, ha espresso questa sua voglia di riprendersi questi colori e questa società o quanto meno farvene parte”.

Renzo Garlaschelli sul Corriere dello Sport : "Lo ricordo come un uomo generoso, in campo e fuori. Sono sempre stato orgoglioso della sua amicizia, lui diceva: "Posso litigare con tutti ma non con Garla". In campo era un pò rompicoglioni, ma abbiamo avuto sempre un bel rapporto. Sono addolorato, l'avevo sentito sei mesi fa. Formavamo una bella coppia d'attacco, voleva sempre il pallone sul piede, ma ero io il suo partner ideale. Quando è finito il 2011 ho pensato meno male, quest'anno è finito, invece abbiamo ricominciato subito. Quella squadra è stata maledetta".

Vincenzo D'Amico al Corriere dello Sport: " Ricordo i primi gol che gli ho fatto fare. Maestrelli mi fece esordire proprio perchè gli serviva un giocatore che aiutasse Giorgio a fare gol. Era felice quando segnava. I miei riferimenti in attacco erano Chinaglia e Garlaschelli: Giorgio all80%, Garla al 20%, cosi come dopo Giordano all'80% e Garla al 20%. Il mio primo gol in Serie A lo segnai  in Lazio-Bologna 4-0, il 27 gennaio 1974, colpo di tacco di Giorgio, mi è bastato spingere dentro quel pallone. Mi voleva bene, mi portava anche in ritiro il venerdì, un giorno prima degli altri, quando voleva concentrarsi meglio. Ero uno dei pochi che andava a cena a casa sua".

Bruno Giordano al Corriere dello Sport: "Ho esordito accanto a lui, l'ho avuto come presidente, ho un ricordo bellissimo di Giorgio. Ha avuto dei problemi a causa della sua bontà. Lui giocava, io avevo 14 anni, si era fissato che voleva comprare il cartellino di alcuni giocatori. Andò da Di Stefano, il responsabile del settore giovanile, e da Lenzini, perchè voleva acquistarmi. Lenzini gli disse no, insisteva per me. Ho una foto in cui Giorgio gioca e io faccio il raccattapalle. Ricordo il mio primo gol in Serie A, gol al Marassi contro la Samp, andai a prendere il pallone respinto dal portiere su tiro di Chinaglia e misi in rete. Quando andò via, prendere la sua maglia numero 9 fu uno stimolo fortissimo. Poteva essere pesante per me, ma l'incoscienza giovanile mi aiutò. L'ho sentito in macchina tre mesi fa, ero in macchina con Oddi, me l'ha passato al telefono, abbiamo riso e scherzato. Mando un abbraccio ai suoi figli, ora sono addolorato".

Franco Nanni al Corriere dello Sport: "Ho giocato 6 anni con Giorgio. Lui veniva dall'Internapoli, io dalla Juventus via Trapani. Era un giocherellone, di una bontà estrema. In campo si trasformava, voleva vincere e segnare. Era un trascinatore, ci trasmetteva grinta, spirito, agonismo, determinazione. Spronava tutti e tutti cercavamo di imitarlo, dando il massimo. Mi dispiace abbia avuto qualche screzio con la Lazio attuale, ma credo meriti lo stesso rispetto. Era laziale, sentiva questi colori in modo viscerale, non penso sia possibile dimenticarlo".

Gigi Martini al Corriere dello Sport: "Lui in campo e Maestrelli in panchina sono stati la Lazio, i veri artefici di quel trionfo. Mi porto dietro un'immagine. Chinaglia con le braccia alzate verso la Curva Nord, che lo adorava. Giorgio era la Lazio. Era Giorgio. Non me l'aspettavo, era ancora giovane, incredibile il destino, l'ho saputo da pochi minuti, mi è squillato il cellulare appena atterrato a New York".

Clemente Mimum al Corriere dello Sport: "Chinaglia non era un calciatore, ma una divinità. Mi ha fatto sognare da ragazzino, quando partivo col motorino da Trastevere per non perdermi nessuna partita in Curva Nord. I ricordi più belli sono il rigore contro il Foggia e la rimonta contro il Verona, dall'1-2 al 4-2 finale.Mi dispiace per la sua scomparsa, è stato l'alfiere dello Scudetto".

Pino Insegno al Corriere dello Sport: "Siamo una squadra colpita dai lutti. Un peccato perchè non ha avuto il tempo di essere perdonato, abbracciato e salutato dai suoi tifosi, dalla famiglia biancoceleste. Giorgione è stato l'esponente massimo di questi colori. Il suo sbraitare, la sua grinta, quel suo modo di parlare strano non andranno mai via. Chinaglia è stato precursore in tutto, Balotelli in confronto è un bambino. Era capace di distruggere e ricucire uno spogliatoio".

Gigi Riva al Corriere dello Sport: "Lo conobbi alla Cecchignola, al servizio di leva. Giocava nell'Internapoli e feci in maniera tale da farlo convocare nella Nazionale militare, non è un mistero che tentai di portarlo al Cagliari. La Lazio fu più brava, strano a dirsi per Arrica (lo stratega dello scudetto rossoblù ndr), che gli affari non se li faceva sfuggire. Fu la fortuna dei biancocelesti e forse quella di Giorgio. Era un pezzo di pane, anche se appariva diverso. Forse lo scudetto con la Lazio lo caricò di una responsabilità pesante, che non rifiutò. Per questo a Monaco nel 74 era un altro. Ma soltanto da questo punto di vista, l'uomo era sempre lo stesso, buono e generoso".

Sandro Mazzola al Corriere dello Sport: "Ma che personaggio che era, Giorgio. Tutti vogliono sapere di quel famoso Vaffa al ct a Monaco, nel '74. Ebbene, non tutti sanno che dopo quella partita contro Haiti, Giorgio sparì letteralmente. Valcareggi venne a cercarlo nelle villette adibite a nostro alloggio, non lo si trovava. Lo scovammo a tarda notte, addormentato sotto un albero del parco. Evidentemente, aveva vagato per sbollire la rabbia e poi lo aveva vinto il sonno. Le sfide a San Siro contavano, valevano lo Scudetto. In un Inter-Lazio D'Amico perse palla, io la recuperai e vidi arrivare davanti Giorgio, cui riuscii a fare un tunnel. Lui, adirato come un bufalo, per sfogarsi mollò una pedata sul sedere a D'Amico perchè aveva perso il pallone. In campo era un guerriero, un leader vero".

Dino Zoff al Corriere dello Sport: "Svolgevamo il servizio militare insieme, facevamo il viaggio verso la Capitale. Eravamo amici, si usciva la sera, andavamo a cena insieme. Era un ragazzo piacevole, gentile e rispettoso. Era un condottiero di quella meravigliosa Lazio. Pur nel rispetto del contributo degli altri giocatori di Maestrelli, penso che senza Giorgio forse quello scudetto non sarebbe mai arrivato".

Francesco Rocca al Corriere dello Sport: "Gli ho voluto bene, lo meritava come persona ed era davvero un amico. A parte le bandiere in città, fuori dal campo c'era un rapporta da persone vere. Ci frequentavamo, non era una cosa strana, era facile andare d'accordo con lui. Io arrivai da bimbo in Nazionale, lui era un campione affermato agli ordini del ct Bernardini. Giorgio fu prodigo di consigli, che mi furono preziosi per inserirmi nel clan azzurro". 

Fabio Capello al Messaggero. “Giorgione mi è rimasto vicino anche dopo che abbiamo smesso di giocare, lo sentivo spesso: per me era un amico vero. Il gol di Wembley che ci diede la prima vittoria in Inghilterra? È vero, nacque da una sua fuga sulla destra, io misi la palla dentro ma a pensarci adesso non me ne frega proprio niente. Piuttosto il mio ricordo va alle telefonate che mi faceva negli ultimi tempi per intervistarmi, con me si è sempre comportato bene: perdo una persona cara”.

Giuseppe Giannini a iltempo.it: "Una volta, nel derby del novembre '92 finito 1-1, segnai il gol del vantaggio e partii in corsa verso la Curva Nord: volevo imitare Chinaglia facendo il gesto del dito alzato ai tifosi laziali, ma per fortuna arrivò Tempestilli e mi fermò"

La Roma su Twitter: "La AS Roma si unisce al cordoglio della famiglia per la scomparsa di Giorgio Chinaglia".

Charlie Stillitano su Gazzetta dello Sport.it. Parla Charlie Stillitano, con cui Chinaglia da anni conduceva un programma radio .“Niente poteva far prevedere questa tragica fatalità. Lui è intervenuto per telefono anche mercoledì, giovedì e venerdì. E con Giorgio ho parlato anche ieri sera: abbiamo discusso delle partite della Juve e dell’Inter. Incredibile che oggi non ci sia più”.

New York Cosmos.com. “It is with a heavy heart that the New York Cosmos report that former Italy and Lazio Striker and New York Cosmos Legend, Giorgio Chinaglia has passed away this morning. Giorgio Chinaglia was one of the most exceptional soccer players to ever play in the United States and the New York Cosmos' greatest player ever. During his remarkable career with the Cosmos, Chinaglia won 4 NASL titles and scored 242 goals in 254 matches, making him the NASL's all-time leading scorer. Chinaglia was elected into the US National Soccer Hall of Fame in 2000. In 2010, with the revival of the New York Cosmos, Chinaglia became an ambassador of the club and was an integral part of ensuring the New York Cosmos past was never forgotten. Our condolences and thoughts are with Giorgio’s family at this time and we ask that you respect their privacy”. 
 

“Con cuore pesante  i New York Cosmos riportano che l’attaccante dell’Italia, della Lazio e leggenda dei New York Cosmos, Giorgio Chinaglia, è deceduto questa mattina. Giorgio Chinaglia era uno dei calciatori più eccezionali che abbiano mai giocato negli Stati Uniti e uno dei migliori giocatori che i New York Cosmos abbiano mai avuto. Nel corso della sua straordinaria carriera con il Cosmos, Chinaglia ha vinto 4 titoli NASL ed ha segnato 242 gol in 254 partite,  diventando il capocannoniere di tutti i tempi del NASL. E’ stato eletto nella National Soccer Hall of Fame nel 2000. Nel 2010, con la rinascita dei New York Cosmos, è diventato un ambasciatore del club ed è stato parte integrante garantendo che il Cosmos non fosse mai dimenticato. Le nostre condoglianze ed i nostri pensieri vanno in questo momento alla famiglia di Giorgio e vi chiediamo di rispettare la loro privacy”.