Autogol dei portieri: Peruzzi e Pulici i più sfortunati

Ci voleva tutta la Magic-sfortuna del povero Eduardo per rispolverare una sottocategoria di (fanta)calcio quasi estinta: l’autogollonzo del portiere. Genoa-Juve è statistica anche per questo: l’1-0 bianconero nasce da cinque tocchi in un baleno. Marchisio al volo, Dainelli devia, mano-palo-testa di Eduardo. Una combinazione incredibile per i 2.635 Magic manager che hanno schierato il portoghese, vedendo materializzarsi un impietoso -3 (autorete e gol subìto). Come un rigore sbagliato. Complice il votaccio (4,5) e il 2-0 di Krasic, Eduardo è precipitato a 0,5 totale. Più che malus, è sembrato accanimento.
L’autogol del portiere mancava in Serie A da tre stagioni: l’ultimo nel 2007-08, quando Rubinho regalò, suo malgrado, il 2-1 della vittoria al Cagliari: era, guarda un po’, il portiere del Genoa. Quella di Eduardo è la 59ª autorete di un portiere da quando esiste il girone unico (1929-30), l’undicesima negli ultimi dieci anni. Per capire le dimensioni della sfortuna, sono eventi con un peso dello 0,001% sui gol totali segnati dal 1929.
Si consoli Eduardo, è in buona compagnia: il collega più masochista, a quota 3 autogol, è "tale" Angelo Peruzzi. Si infilò da solo in Cremonese-Juve 3-3 del 1996 e due volte con la Lazio (nel 2005, contro Siena e Livorno). A pari (de)merito Felice Pulici, sempre nella Lazio (altra maledizione?) tra il ’72 e il ’77. Ma in quegli anni non c’era la Magic a infierire. Per Eduardo solo un rimedio anti-sortilegio: al primo +3 da rigore parato i 2 mila manager lo perdoneranno.