Eternamente grati a te, Capitano mio Capitano

La sua storia alla Lazio iniziò in modo sommesso, timido, al limite dell'imbarazzo.
Era il 79esimo del secondo tempo. In un caloroso San Siro, palcoscenico di uno spettacolare Milan - Lazio finito poi 2-2, un 25enne venuto dalla Bosnia entra in campo e fa il suo esordio in Serie A con l'aquila sul petto. Un maldestro controllo di palla, gli fa scivolare via la sfera goffamente in out. In quel preciso istante Senad Lulic avverte lo sconforto totale e la sfiducia di un popolo intero che gli piomba addosso. Nessuno credeva in lui. Nessuno tantomeno avrebbe scommesso mai un euro sul suo percorso in biancoceleste. Nessuno, tranne lui però: Senad Lulic. Come un ciclista provato sin dalla partenza, imbraccia la sua bici e scala subito una ripidissima salita.Testa bassa e pedalare, anche perché come diceva Eddy Merckx: "Quando la strada sale non ti puoi nascondere...".
Non l'ha mai fatto Senad, anzi. Si è rimboccato sempre le maniche, come il più comune dei gregari. Ha iniziato a lavorare sodo, giorno dopo giorno, calcio dopo calcio, corsa dopo corsa. Da allora il suo score personale di 'militanza' laziale ha segnato 371 presenze e 35 gol. Mica male per chi iniziò la propria 'avventura' a scalare montagne. E così Lulic il gregario, si è caricato la Lazio sulle spalle. Sempre il primo ad arrivare agli allenamenti, sempre l'ultimo ad andarsene. Carattere e disciplina, quella che adora impartire a sé stesso. Con gli altri è un burlone, ma con Senad no. È così che prima si è conquistato il pubblico e poi è diventato 'Leggenda'. 665 giorni dopo il suo sfortunato esordio, Senad Lulic è tra coloro che sono chiamati a disputare la sfida delle sfide. Un derbyssimo di Coppa Italia che sancirà la supremazia cittadina fra la Roma e la Lazio e che resterà per sempre inciso nella storia. Un derby che per settimane ha reso tesi tutti: squadre e tifoserie. Un confronto senza tempo, che inevitabilmente avrebbe sancito un vincitore. La speranza di esultare, contro l'orrore di soccombere nell'oblio.
È il minuto 71, quando Mauri serve sul lato destro dell’area Candreva. L'esterno di Roma sud alza la testa e scarica un cross deviato da Lobont: il tocco del portiere giallorosso manda fuori tempo Marquinhos, ma non lui. Quel ragazzotto timido e insicuro di San Siro nel frattempo si è fatto uomo e all'appuntamento con la storia non volle glissare. Quell’esterno di piede destro, che però gioca a sinistra è proprio lì, in quel momento, su quella zolla esatta del terreno dell’Olimpico. Il calcio al pallone è sbilenco, la postura quasi innaturale. La forza che imprime al pallone è quasi inadeguata, ma infondo è quel che basta per far fuori Lobont. Alle ore 19:27 del 26 maggio 2013 al 71' preciso della gara, rotola nella porta della Roma il pallone più pesante degli ultimi 20 anni di storia laziale. E l'uomo della provvidenza, che ha permesso alla Lazio di alzare una coppa in faccia ai rivali di sempre si chiama proprio Senad Lulic.
È la storia del bruco divenuto farfalla. È la storia di un Capitano, un eroe, un lottatore. Per il popolo laziale quel diamante grezzo celato dalla polvere di San Siro è diventato per sempre Lulic 71, il minuto del suo gol, che diventa il simbolo della vittoria laziale. Lui eroe maldestro e campione dai polmoni d'acciaio, di lotte con l'aquila sul petto ne ha vissute tante, anche troppe. Sino all'infortunio che quasi gli costò una gamba. Ma da buon scalatore, quando la montagna chiama si è fatto trovare pronto a salire di nuovo in sella. Si è alzato in piedi e ha caricato con tutte le sue forze sui pedali. Ci ha sperato, ha lottato, ha cullato parecchio il sogno di proseguire quel percorso durato 10 anni. "Le speranze e le volontà a volte da sole non bastano...", ha scritto in un suo post di addio su Instagram. Forse ha sperato di restare. Forse Senad si aspettava un'ultima chance. Forse l'eroe del 26 maggio avrebbe meritato qualcosa di più dalla società. Sicuramente un'uscita di scena più degna, per chi nella storia laziale si è ritagliato una pagina di diritto. Come a un operaio che ha passato la vita a lavorare per la gloria, del suo club, raccoglie i suoi effetti e saluta tutti. "Un grazie molto speciale lo rivolgo a tutti i tifosi della Lazio, sappiate che vi porterò per sempre nel mio cuore. Evochero’, nel mio futuro, ogni giorno vissuto insieme a voi. Eternamente vostro, Senad". Eternamente grati a te Capitano!
Pubblicato 01/07