PAGELLE Porto - Lazio: Zaccagni convince, Luiz Felipe in bambola

STRAKOSHA 6: Toni Martinez la infila due volte all’angolino, deviazioni su cui sarebbe servito un miracolo che non gli riesce. Lo mura in corner quando il Porto ne ha già fatti due.
MARUSIC 6: Si fa beffare una sola volta su un filtrante che pesca Pepe sulla corsa. Non ha responsabilità sui gol incassati, anzi, nel primo tempo è l’unico che su un traversone dal fondo riesce a opporsi col corpo al tentativo dell’avversario perché ben posizionato.
LUIZ FELIPE 4,5: Vedi il salvataggio sulla linea e pensi: “Ok, è nella serata giusta”. Poi un paio di dormite gravissime, soprattutto perché identiche: cross da sinistra, un solo attaccante da marcare, si fa anticipare entrambe le volte come un pivello. Non si può essere così molli in area di rigore. No, non si può.
PATRIC 5: Meno colpevole del compagno di reparto, però pure lui sui due cross dei gol subiti occupa l’area in modo letale: nel secondo caso lascia proprio la zona di competenza per seguire un altro eventuale inserimento.
RADU 5,5: I due gol del Porto nascono dalla sua fascia, lascia troppo spazio a Joao Mario che prende la mira e mette al centro per il compagno che è letale. Poteva accorciare maggiormente, però non è possibile che ogni cross si trasformi in una gioia per il Porto.
Dal 72’ HYSAJ 6: Quando prende il posto di Radu la fase di pressione maggiore del Porto è svanita.
MILINKOVIC 6: Ha sul destro (ma se la sposta sul mancino) la chance per allungare sul 2-0 pochi minuti prima del pareggio beffa del Porto. Sbaglia qualche appoggio di troppo, è comunque l’uomo di sostanza e che sposta gli equilibri a centrocampo. Il suo peso si vede nella preoccupazione che comporta quando si inserisce negli ultimi sedici metri. Quasi un ariete per agevolare gli altri in area.
LEIVA 6,5: Il filtro riesce a metà, appena la Lazio incassa l’1-1 le difficoltà aumentano e va un po' in difficoltà pure lui come la linea difensiva. Fino a quel momento aveva garantito contrasti e anche un buon palleggio.
Dal 68’ CATALDI 6: Entra e prova ad aggiungere il lancio in profondità al fraseggio corto.
LUIS ALBERTO 6: In apertura di match è uno dei pochi a non convincere, un po’ estraneo dal gioco, un paradosso per uno abituato a toccare un numero incalcolabile di palloni. Cresce col passare dei minuti, arricchisce la partita con l’assist del vantaggio: corner studiato in allenamento e riprodotto in partita.
Dall’84’ BASIC sv
PEDRO 6: Partecipa alla manovra giocando con tranquillità olimpica i possessi che gravitano dalla sua parte. Non ha mai l’opportunità di tentare la conclusione in porta, mancano le per rifiniture o le conclusioni.
Dall’84’ CABRAL sv
FELIPE ANDERSON 6: I movimenti sono quelli giusti, ha l’arduo compito di sostituire Immobile. Viene incontro, fa la sponda, mica è semplice con uno come Pepe alle spalle. La randellata è sempre dietro l’angolo. Purtroppo gli manca lo spunto decisivo, cioè la cosa che si chiede maggiormente a uno con le sue qualità. Nel primo tempo, lo spazio per tentare la fuga e il tiro, lo avrebbe pure ma non lo sfrutta. Nella ripresa spara sull’esterno il destro del possibile 2-2. Non era semplice.
ZACCAGNI 7: Il migliore senza dubbio: si inventa il gol con una giocata d’autore, deviando in porta il pallone nell’unico modo possibile su un cross così teso. Primo gol in Europa, più bello non poteva immaginarselo. Spunti continui, ha tecnica e personalità, non si fa intimorire, sembra giocare alla Lazio da anni e non da mesi. Momento d’oro.
Dall’84 MORO sv
ALL. SARRI 6,5: La Lazio convince per larghi tratti, il primo tempo è uno dei migliori in stagione. Viene punito dalle distrazioni dei propri difensori, altro che linea alta o bassa, stasera sono gli interpreti a non garantire l’equilibrio. O meglio, il vantaggio.
Pubblicato il 17/02