Nelle dichiarazioni di Gianello ai pm si parla di tentata combine per Samp-Napoli del 2010: "Ma Cannavaro e Grava dissero no"... L'avvocato del portiere: "Non ci sono motivi per cui preoccuparsi"

AGGIORNAMENTO ORE 13.25 - (da calcionapoli24.it) A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Vincenzo Siniscalchi, avvocato di Matteo Gianello:
“La notizia emersa stamani sulla Gazzetta dello Sport è molto vecchia e riguarda l’interrogatorio di Gianello che a suo tempo era secretato e che non ha avuto fino a questo momento nessuna conseguenza. L’indagine è ancora in corso, non è stata chiusa ma Gianello non è più stato convocato né per riscontri, né per fare confronti. Non credo ci siano motivi di preoccupazione sia a livello penale e sia per ciò che concerne la giustizia sportiva. Per avere degli sviluppi, una circostanza del genere, dovrebbe avere conseguenza almeno sul piano della giustizia sportiva. Gianello mi ha segnalato questo articolo e mi ha chiesto se c’era da farsi qualcosa. Immagino che l’interrogatorio dopo un certo periodo di tempo sia desecretato ma non ha alcuna conseguenza sul piano processuale né su quello federale. Gianello non è stato ancora convocato dalla Procura Federale della Federcalcio, ma neanche dalla Procura della Repubblica di Napoli, né mi risulta che la circostanza che oggi è stata pubblicata dalla Gazzetta dello Sport abbia avuto conseguenze pratiche perché non c’è stata alcuna contestazione. Non siamo ancora nella fase del tremito. Le partite contestate? Se ricordo bene nel match contro il Lecce Gianello non giocò affatto e non fu neanche convocato. Su Napoli-Sampdoria si fa riferimento a due campionati fa ma non c’è nulla di verificato in concreto, sono solo chiacchiere. Gianello ha fatto un interrogatorio collaborativo nei limiti della sua conoscenza con l’autorità giudiziaria ed ha chiarito la sua posizione. Si tratta di questioni che io chiamo chiacchiere perché non hanno mai avuto uno sbocco pratico. In questo colloquio Gianello ha fatto anche riferimento ai suoi ex compagni come Cossato e Giusti da cui sono partite delle telefonate di contenuto vago e piene di allusioni. Le dichiarazioni emerse oggi risalgono per lo meno ad un anno fa e quelle virgolettate riportate dal giornale vanno lette in un contesto più ampio. Queste dichiarazioni di Gianello sono state estrapolate e non si comprendono a pieno. Il giurista deve riferire quello che ha valore, e cioè quello che porta a delle conseguenze giuridiche. Ad oggi queste conseguenze non ci sono state e ciò che concerne Gianello l’indagine non ha avuto alcuno sviluppo. Il calciatore non è stato più convocato, né per essere messo a confronto con altri giocatori né per chiarimenti, aspettiamo l’avviso di chiusura delle indagini per chiedere l’eventuale archiviazione. Cannavaro e Grava indagati per omessa denuncia? A mio avviso no perché l’omessa denuncia può esserci se si ha riguardo ad un fatto diretto e non a semplici illazioni. Rispetto il segreto di indagine e aspetto la chiusura delle stesse. In ogni caso non si parla di responsabilità oggettiva della società che è una linea consequenziale a dei fatti sicuri. Quanto tempo ci vorrà per la chiusura delle indagini? Il pool investigativo che fa capo al dottor Melillo è in procinto di chiudere la fase delle indagini. Non mi risulta che sia stata avanzata la richiesta di proroga. La chiusura delle indagini precede la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. Col mio realismo, penso che l’indagine sia stata giusta e doverosa, ben gestita ma si potrebbe arrivare ad un ridimensionamento. Il Napoli allo stato è in arcisicurezza e una cosa del genere anche in sede di giustizia sportiva avrebbe dovuto comportare delle convocazioni. Ad oggi, il procuratore Palazzi non mi pare abbia convocato nessun calciatore. Al momento non temo nulla, sono tranquillo e spero nella rimonta forte del Napoli in campionato”.
NAPOLI - Tra i vari filoni dell'attuale vortice del calcioscommesse, riemerge ora in primo piano il lavoro che la Procura di Napoli sta portando avanti da circa un anno. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, infatti, vengono adesso alla luce le deposizioni rilasciate da Matteo Gianello, ex portiere del Napoli, ai pm partenopei del pool "reati da stadio", datate 15 giugno 2011. L'attenzione del procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dei suoi collaboratori si concentrò, in particolare, sulla gara del 16 maggio 2010, Sampdoria-Napoli, in cui i blucerchiati sconfissero i campani per 1-0. Gianello viene invitato a fare chiarezza sulle informazioni che Silvio Giusti, ex calciatore anch'egli indagato, gli avrebbe chiesto sulla partita. Ai pm l'ex portiere del Napoli dichiara: "Ricordo che Giusti mi prospettò la possibilità di ricompensare i compagni che avessero aderito alla richiesta (di agevolare un risultato di vittoria per la Sampdoria) con somme di denaro". In relazione agli eventuali compagni di squadra a cui il portiere avrebbe parlato nello spogliatoio, Gianello esclude la presenza di De Sanctis, Santacroce e Quagliariella e afferma: "Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava e a nessun altro". Il calciatore specifica però che "Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa", risultando infastiditi da questa situazione. Secondo il quotidiano milanese, i due difensori napoletani potrebbero rischiare, però, l'omessa denuncia, dal momento che non si attivarono per avvertire la Procura federale. Per quanto riguarda il Napoli, invece, verrebbe tirato in ballo il discorso della responsabilità oggettiva.
I pm della Procura del capoluogo campano, inoltre, hanno interrogato Gianello anche su Lecce-Napoli dell'8 maggio 2011, terminata con una vittoria dei pugliesi per 2-1 e con l'arrabbiatura di De Laurentiis. Anche in questo caso, la richiesta è quella di fare luce sulle informazioni richieste a Gianello sempre da Giusti e dall'ex calciatore Michele Cossato (anche lui tra gli indagati, insieme al fratello Federico). In un primo momento, l'ex portiere napoletano afferma che sull'impegno del Napoli non ci sarebbero stati dubbi, mentre poi, dopo aver ascoltato alcune intercettazioni, dichiara: "Prendo atto che il significato delle conversazioni intercettate appare del tutto contrario a quello da me riferito".
Prima che il discorso finisse su Sampdoria-Napoli, i pm avevano chiesto a Gianello - il quale aveva in precedenza dichiarato di essere "a conoscenza che l’ordinamento sportivo vieta ai tesserati di effettuare scommesse su eventi sportivi, ma voglio precisare che non ho mai nemmeno partecipato ai giochi noti a tutti come 'gratta e vinci'" - di parlare della richiesta di informazioni fatta da Giusti su due partite che non riguardavano il Napoli, ossia Brescia-Catania e Bologna-Parma. Su quest'ultima gara, il portiere dichiara: "Per mia personale valutazione ritenevo che a nove giocatori su undici delle due squadre potesse andare bene il pareggio".
Al termine della deposizione, infine, Gianello dichiara ai giudici: "Preciso che quei discorsi su scommesse, quote, puntate on line in Inghilterra o Austria cominciarono ad essermi fatti con l’inizio dello scorso campionato di calcio", cioè quello del 2009-10. Sui riferimenti riscontrati dai pm sulla "camera d'albergo a 5 e a 10 stelle", Gianello spiega che essi "erano relativi a somme di denaro di 5.000 e 10.000 euro da scommettere".