ESCLUSIVA - Belotti ricorda il Lulic di Bellinzona: "Era già un fattore inarrestabile, vinse una partita da solo in 15 secondi!"

Pubblicato ieri alle 20:21
30.04.2014 07:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Belotti ricorda il Lulic di Bellinzona: "Era già un fattore inarrestabile, vinse una partita da solo in 15 secondi!"
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© foto di Federico Gaetano

La nascita e l'evoluzione calcistica di Senad Lulic, raccontata da chi lo ha accolto al Bellinzona quando era un perfetto sconosciuto. Davide Belotti, difensore con la valigia in mano tra gli anni '90 e il nuovo millennio ha condiviso l'esperienza con il bosniaco al Bellinzona, dal 2006 al 2008. 'Un fattore inarrestabile', da sempre, assicura Belotti, insediato in Svizzera da un decennio (fino a dicembre è stato assistente allenatore al Chiasso, ndr). Lulic proveniva dal Coira, piccola realtà del Canton Grigioni, e si rivelò ben presto come uno degli esterni più interessanti del panorama elvetico. E mentre il Bellinzona raggiungeva la promozione in Super League, Senad Lulic continuava a macinare chilometri sulla fascia, attirando l'attenzione dei club più prestigiosi del Paese. Il tutto orchestrato da un giovane allenatore dalle idee innovative, tale Vladimir Petkovic. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva proprio Davide Belotti, testimone dei primi passi di Lulic nel grande calcio.

Cosa ricorda del primo Senad Lulic? "E' un po' quello che si vede adesso, un fattore inarrestabile. Quando è arrivato non parlava una parola di italiano, era un po' in difficoltà ma calcisticamente parlando si è capito subito che aveva delle doti notevoli. Si è ambientato in fretta, un gran corridore, anche quando sbaglia il dribbling la volta dopo ci riprova senza preoccuparsi di rischiare la giocata più difficile".

Dove è migliorato maggiormente? "Sicuramente lo vedo più maturo nel contesto di gioco di squadra. Prima a volte abbassava la testa e buttava la palla avanti, invece adesso riesce a domare i cavalli che ha nel motore e sfruttarli nella maniera più corretta, è più lucido nelle scelte".

Eppure approdò al Bellinzona da piccolo club del Coira, come un perfetto sconosciuto... "Mi ricordo uno dei primi allenamenti al Bellinzona. Era ancora in prova, a quei tempi arrivavano settimanalmente da noi giocatori con quella formula per vari motivi. Ne passavano tantissimi, non si capisce subito quando un elemento è un potenziale futuro compagno. Me lo sono trovato di fronte, non ero tanto delicato e gli ho fatto un intervento abbastanza deciso ma mi sono fatto più male io di lui. Si è rialzato come niente fosse ed è ripartito a testa bassa..."

Ci racconta un aneddoto di quell'esperienza? "Era l'anno della promozione nella massima serie, giocavamo in trasferta a Losanna. Vincevamo 1-0 ma al 92' abbiamo preso gol, il nostro direttore sportivo è sceso dalla tribuna infuriato e quando è arrivato negli spogliatoi ci ha incrociato all'uscita dal campo. Stavamo esultando ma lui non capiva il motivo dopo il pareggio. In realtà dopo il gol del Losanna, Lulic ha riportato la palla al centro, ha battuto, si è fatto tutto il campo da solo, un paio di dribbling ed ha spaccato la porta. Ha vinto la partita da solo in 15 secondi (ride, ndr)".

La Juventus lo ha puntato per la prossima stagione. Pensa che sia pronto per il grande salto? "Penso di sì perchè le sue caratteristiche si sposano con lo stile di gioco della Juventus, già Lichtsteiner è stato esaltato con questo tipo di modulo, lui potrebbe fare altrettanto bene".

L'allenatore di quel Bellinzona era Vladimir Petkovic. Si aspettava un'uscita di scena del genere dopo il trionfo in Coppa Italia? "La situazione alla Lazio è stata abbastanza particolare, mi sembra che il suo valore l'abbia dimostrato la scorsa stagione. Per quanto riguarda le difficoltà della squadra di quest'anno, non so quanto lui abbia responsabilità, penso sia più un problema generale. E' un buon allenatore e alla Lazio avrebbe ancora fatto bene, non a caso se lo hanno scelto per la Nazionale svizzera hanno riconosciuto le sue qualità".

Nella sua esperienza da calciatore a Vicenza ha incrociato Edy Reja, è lui il segreto della rimonta di questa Lazio? "Anche ai tempi di Vicenza era un allenatore abbastanza equilibrato come modulo e come caratteristiche di gioco. Non mostra un calcio champagne, è essenziale ed efficace. Penso che l'assenza di Klose sia stata determinante, in queste ultime partite si giocherà la possibilità di entrare in Europa League anche se mi sembra in svantaggio rispetto alle altre".

Per la panchina biancoceleste si parla di Murat Yakin del Basilea, pensa sia adatto per la Serie A? "A me piace molto, l'ho incontrato agli esordi e le sue squadre mi sono sempre piaciute. Ha una forte personalità, ma non so se a differenza di Petkovic parla già italiano. Vedendo gli ultimi allenatori che sono arrivati in Italia non penso che ci siano difficoltà in questo senso. E' sicuramente valido, un buon allenatore".