ESCLUSIVA - Cucinotta: "Amo mio marito e la sua ossessione per la Lazio..."

02.05.2012 16:50 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
Fonte: LALAZIOSIAMONOI -ZAPPULLA (TMW magazine)
ESCLUSIVA - Cucinotta: "Amo mio marito e la sua ossessione per la Lazio..."
© foto di Lalaziosiamonoi

Occhi scuri, sguardi profondi come un abisso. Hanno attraversato il mondo conquistandolo per intero e non solo per la bellezza. Maria Grazia Cucinotta è il vero made in Italy cinematografico. Da ‘Il Postino’, recitato al fianco di Troisi, ad ‘Alfredo Baccarini’, l’ultima fatica consumata dietro le cineprese come regista. Severa, ma dolce, decisa, ma irrequieta, Maria Grazia cala i veli e si racconta in Esclusiva al nostro giornale, in compagnia del marito Giulio Violati. Il lavoro, il menage familiare e le passioni comuni, come la piccola Giulia, frutto di un amore lungo quasi diciotto anni. Un quadretto di famiglia perfetto, le cui tinte raffigurano un armonioso ritratto di coppia; ritratto in cui a primeggiare sono sempre e solo due colori: il bianco e il celeste proprio come quelli della Lazio.
Ma chi è laziale di voi ?
G: “Come chi? Ovviamente io. Mary non sa quasi che cosa significhi la parola calcio, io invece ho una vera e propria ossessione per la Lazio”.
Ride divertita Maria Grazia, mentre nella sua mente si affollano in un attimo migliaia di immagini, di un marito in preda ai deliri domenicali…
M: “Giulio è pazzo di Lazio, nel senso buono intendo. Lo scoprii solo dopo il matrimonio. Fu in occasione di un derby, quello del gol di Signori fra i fumogeni. Lì la sua smisurata euforia gli fece cadere la maschera. Da quel giorno è stato un crescendo. La Lazio è un’ossessione, tant’è vero che ha tentato di corrompere anche nostra figlia, sostituendole la ninna nanna con il ‘Non mollare mai’ che cantano allo stadio”.
Ma Giulia è della Lazio?
M: “Si ovvio! Come avrebbe potuto essere altrimenti!? Considerate che in casa nostra il giallorosso non è ammesso. A me sono stati tolti i vessilli del Messina, perché rievocano quei colori e a Giulia il papà ha denudato Winnie the Pooh per evitare l’accoppiata di tinte…”
Tra calcio e il tifo in casa Violati si respira un aria divertente. Insiste Giulio: “Gliel’ho detto a mia figlia. ‘Puoi cambia religione, politica, marito o lavoro, ma non mi tradire mai! Non passare all’altra sponda calcistica. Ahahah!! (ride, ndr)”. Ma il calcio non è solo tifo e questo in casa Violati è alla base di tutto. L’ago della bilancia è sempre lei, Maria Grazia: “I tifosi come mio marito sono la parte bella di questo sport. Sono persone che resteranno degli eterni bambini. L’età media durante le partite non va oltre i quattro o cinque anni e questo è bellissimo secondo me. Ma guai a nascondere sacche di violenza dietro alla genuinità del supporter. I delinquenti restano tali in ogni ambito della società e devono finire in galera. Il tifo è una cosa, la violenza è altro”.
Ma il calcio piace a Maria Grazia?
“Si diciamo che mi emoziono in particolare con la nazionale. Quando gioca l’Italia mi accorgo che intorno alla squadra si crea un senso di aggregazione e questo lo trovo fantastico”. Quindi il calcio come forza dirompente, non solo passione sportiva, ma anche strumento sociale, un po’ come il cinema. “Vero il cinema unisce – spiega Maria Grazia – ed è per questo che il nostro prodotto cinematografico andrebbe esportato di più. Dentro ai film c’è la comunicazione dei valori di un Paese. Oggi si mangia nei fast food perché va di moda, così come vanno per la maggiore i jeans o le scarpe di note marche americane. Invece nel mondo è lo stile italiano ad esser considerato unico, ma è mal sponsorizzato. Ecco perché anche gli attori e le attrici italiane escono sconfitte dai confronti con i corrispettivi americani”. Da un lato all’altro della famiglia il lavoro che spesso divide, ma a volte avvicina.


Giulio Violati chi è?
“Il figlio di Carlo Violati, ex-proprietario della Ferrarelle, il Marito di Maria ed ora il papà di Giulia. Insomma ho spesso crisi d’identità. Scherzi a parte, sono un imprenditore e faccio il produttore di mia moglie, oltre a possedere altre attività…”
Hai mai pensato di entrare nel mondo del calcio, magari telefonando a Lotito?
“No mai. E’ un mondo che vivo da tifoso e basta. Credo che il pianeta calcio si stia sviluppando in maniera troppo distaccata dal mondo reale. Tutto è legato agli sponsor e ai soldi. Io ero innamorato della Lazio dei Chinaglia, dei Wilson, dei Martini... Era uno sport più vero, meno legato ad aspetti corruttivi come il denaro…”
Come nasce la tua lazialità ?
“Nasce nel 1973, quando mio fratello mi portò a vedere un derby. Nel ’74 avevo il divieto da parte dei miei genitori di andare allo stadio, visto che avevo solo sette anni. Ricordo quel rigore di Chinaglia contro il Foggia all’ultima giornata, ascoltato da una radiolina sotto il letto con la paura che sbagliasse. Poi di lì in avanti ho seguito spesso la Lazio, anche in trasferta e lo feci di nascosto dai miei genitori. A mia madre che era severissima, raccontavo sempre la stessa frottola. Ossia le dicevo che andavo a trovare degli amici in campagna ed invece sciarpetta al collo e via allo stadio a vedere la Lazio…”
C’è un vostro idolo nello sport e nel calcio?
G: “Non ho dubbi: stimo molto Peruzzi, che è un amico, direi Chinaglia per il trasporto emozionale del momento, ma il mio giocatore preferito è Fiorini. Fu grazie a lui che la Lazio iniziò la sua rinascita…”
M: “Io non seguo da vicino il calcio, ma sicuramente stimo Angelo Peruzzi. Lui e sua moglie sono una splendida coppia…”
Mamma Maria Grazia e papà Giulio. Che tipi sono?
M: “Mio marito è il padre perfetto. È quel padre che avrei sempre voluto avere io. L’ho sposato per amore e perché sapevo che sarebbe stato fantastico come genitore. Oggi infatti posso permettermi di girare il mondo e lavorare tranquilla, perché so che loro stanno bene insieme. Questo non mi rende invidiosa, anzi. Mi sento tranquilla insomma, sono certa che in mia assenza Giulio è perfetto con la bimba”.
G: “Maria Grazia è la persona più generosa del mondo. Anche per questo l’ho sposata, non solo perché è bellissima. Credo però che potrebbe fare di più, nel senso che spesso punta troppo alla perfezione, ma per me va bene già così com’è…”
È l’idillio famigliare che si ricrea, in quel quadretto dipinto sin dalle prime sfumature di questo ritratto. L’intesa perfetta che unisce Giulio e Maria Grazia è palpabile a 360° dai sentimenti al lavoro e nello scrigno dei desideri anche i sogni uniscono e non dividono. “Progetti futuri? Parecchirivela MariaAbbiamo appeno finito di produrre Tulpa. Un triller psicologico diretto da Federico Zampaglione, con attori e attrici del calibro di Michele Placido e Claudia Gerini. Si tratta di un ottimo prodotto cinematografico diretto da Federico, che secondo me è il nuovo re dell’horror italiano”.  Dal grande schermo alla vita di coppia, Giulio svela il domani della famiglia Violati: “Vogliamo un maschietto (ride, ndr). Devo portarlo con me allo stadio”. Le ultime battute poi, sintetizzano il filo doppio che lo legano alla figlia Giulia: “Mi piace ridere e direi che come famiglia ci piace ridere. Pensate che nella mia radio in auto ho sintonizzata un’unica stazione: Radio Sei (la radio dei laziali, ndr). Quando sento i gol commentati ed urlati dai radiocronisti, mi fermo nel traffico ad emularli e a gesticolare come un ‘pazzo’. Mia figlia a quel punto prima scoppia a ridere  e poi cambia canale per farmi smettere perché si vergogna!! Insomma tra noi c’è un rapporto unico e come al solito c’è di mezzo la Lazio!!” Al cuor non si comanda verrebbe da dire. A Giulio, Maria Grazia e Giulia batte forte e sempre nella stessa direzione, ma soprattutto nella stessa cornice. Quella bianco e celeste della prima squadra della capitale. Infondo il motto della Curva Nord è anche un po’ un marchio di famiglia: “Non mollare mai…! Sotto ogni profilo. Questo è il senso del nostro vivere”. Parola di Giulio Violati e Maria Grazia Cucinotta.