Gabriele Paparelli: "La bandiera di papà in Curva Nord mi emoziona. E quel giorno in Sud..."

22.05.2020 07:00 di  Leonardo Giovannetti  Twitter:    vedi letture
Gabriele Paparelli: "La bandiera di papà in Curva Nord mi emoziona. E quel giorno in Sud..."

Il calcio italiano vede la luce in fondo al tunnel: sono giorni decisivi per decidere le sorti della Serie A. Ai microfoni de lalaziosiamonoi.it è intervenuto Gabriele Paparelli, che ha parlato dell'attuale situazione in cui questo sport versa per poi toccare l'argomento Lazio: "Il calcio genera tanti posti di lavoro, è la terza industria nazionale. Sarebbe un'assurdità interrompere il campionato, le società sono organizzate e riescono a fare 4 o 5 tamponi a settimana. Il massimo della sicurezza la raggiunge solo il calcio. Questo mondo non è solamente la Serie A, ci sono 15 mila club in italia. Ci sono 5 milioni di tesserati, 1,5 milioni di persone che praticano il calcio. Sono numeri impressionanti che devono far riflettere, chiudere tutto sarebbe una botta alla nostra nazione. Oggi più che mai il calcio è responsabile e potrebbe essere d'esempio".

LAZIO - "Come ho fatto a non odiare questo sport dopo la vicenda di mio padre? Proprio perché non mi va giù quello che mi è successo. Io non riesco ancora a farmi una ragione del fatto che papà sia morto per una partita di calcio. Questo è uno sport che amiamo tutti, in questo momento ci manca tantissimo. Per tutti è un momento di svago, di gioia e serenità. Quando vado allo stadio e vedo quel campo verde sono felice. Mi viene voglia di urlare, stare con la gente, è come una droga. Il fatto di aver perso papà per una cosa così bella non mi va giù. Ho cercato di lottare per far capire alle persone che significa perdere la vita per una stupidaggini, per dei princìpi che nel mondo dello sport non dovrebbero esistere. Mi è scattato qualcosa, non ho pensato di odiare il calcio ma fare nel mio piccolo qualcosa. Quando vedo la bandiera di mio padre in Curva Nord è un'emozione incredibile, vederla è il risultato di un desiderio, quello di entrare a far parte di una famiglia, nei cuori dei tifosi laziali. Papà se lo merita, era un tifoso come tutti noi che amava la Lazio. Quando sono stato ospitato in Curva Sud dai gruppi organizzati, ho vissuto un momento importantissimo del mio piccolo ruolo in questi anni. Era un giorno particolare, era morto Gabriele Sandri, Totti aveva portato i fiori sotto la Nord. Quello è stato un bel gesto, mi è dispiaciuto non ci sia stata risonanza. Molti sono venuti a scusarsi ed è stato molto bello".

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Pubblicato ieri alle 21