Lazio, Gregucci: "Primo anno di Sarri buono, ora passa tutto da Milinkovic"

Nel giorno del suo compleanno ha parlato ai microfoni di Lazio Style Radio Angelo Adamo Gregucci. L'ex difensore biancoceleste rimasto legatissimo all'ambiente laziale ha fatto una panoramica a 360° sulle dinaniche della squadra e sul lavoro di Maurizio Sarri.
BILANCIO STAGIONE LAZIO - "Secondo me è stato un anno positivo, aveva delle difficoltà intrinseche visto che segnava il passaggio da un sistema calcistico ad un altro. La classifica finale non è stata male. Mi sarei aspettato di più dalle Coppe Europee, dove si poteva fare meglio. Adesso bisogna fare un mercato strutturale, anche per necessità. Va cambiata la spina dorsale della squadra, rimpiazzando molte certezze che avevamo. Non bisogna sbagliare nulla, mettendo dentro calciatori di rilievo e di importanza vitale. Tutto passerà da Milinkovic Savic. In base alla sua permanenza il mercato si evolverà in modo o in un altro. Se arriva un’offerta da 80 milioni di euro ci si può pensare, altrimenti no. Per lui però probabilmente è l’ultima occasione per il grande salto o nel caso può sposare a vita il progetto Lazio".
MILINKOVIC-SAVIC E LUIS ALBERTO - “Con Inzaghi erano più dentro al campo perché bisognava lasciare le fasce libere agli esterni. Con Sarri le coperture in fascia sono due e nella fase di non possesso bisogna scivolare con le ali sugli esterni. Questo gli ha tolto lucidità soprattutto Luis Alberto. Penso comunque che entrambi possano giocare un calcio di qualità a prescindere dai moduli".
PROSETTIVE FUTURE - "Ad inizio della passata stagione si sapeva che i primi mesi sarebbero stati difficili. Adesso i calciatori hanno imparato lo spartito tattico e chi arriverà sarà funzionale all’idea di gioco dell’allenatore. Quindi si parte in una situazione di vantaggio rispetto allo scorso anno. La Lazio già da qualche anno viaggia nei piani alti della Serie A. Ha un’eredità di calciatori importanti che fino a qualche anno fa erano tra i migliori nel loro ruolo, in particolar modo a centrocampo. Questo ha permesso di raccogliere ciò che ha lasciato per strada la Juventus durante il suo dominio".
NAZIONALE – "Se il restyling passerà dai giovani come si sta vedendo in queste ultime apparizioni la difficoltà sarà che molti di questi non giocano in squadre che non disputano le coppe europee. Questi ragazzi devono fare esperienza nei top club. È lo step fondamentale da fare per poter crescere. Degli esempi in tal senso sono i vari Scamacca, Raspadori e Gnonto che ad oggi giocano in formazioni che non disputano le competizioni internazionali. Ormai non abbiamo più i blocchi delle big come un tempo. Il lavoro di Mancini non sarà per niente facile visto che veniamo da un Europeo vinto con in mezzo due mancate qualificazioni mondiali".