Le stelle della WWE al Palalottomatica, il wrestler Cesaro: "Lazio o Roma? Scelgo i biancocelesti, ci giocava Lichtsteiner!"

Tanto entusiasmo al Palalottomatica per l'appuntamento romano del tour in Italia del Wrestling WWE. Il sold out, le code intorno al palazzetto e il traffico generato testimoniano la grande passione del pubblico italiano, e della Capitale in particolare, per questo sport entertainment, salito alla ribalta negli anni Novanta grazie alle gesta di campioni come Hulk Hogan o Ultimate Warrior, e alle telecronache di Dan Peterson. Hanno aperto la strada a un fenomeno che in Italia ha sempre trovato grandi ascolti, tanto da occupare un posto principale nella programmazione di Sky, con Luca Franchini e Michele Posa a prendere in eredità il microfono di Dan Peterson.
Grandi incontri e titoli in palio nell'appuntamento romano, con ospiti vip come Maddalena Corvaglia, Claudio Amendola, Andrea Lo Cicero e molti altri, più ovviamente i protagonisti principali, gli atleti, a sfilare sul ring, ma prima ancor sui classici tappeti rossi per gli ingressi delle grandi occasioni. Dalle splendide "Divas" alla montagna Big Show, passando per il campione intercontinentale Kevin Owens: tutti vengono accolti dall'abbraccio dei tantissimi fans presenti e dalle domande dei giornalisti. Cesaro, una montagna di 196 cm completamente ricoperta di muscoli, si avvicina, con accento italianissimo dice "ciao, come stai?". Questo perché lui è uno dei wrestler buoni, quelli che i tanti appassionati di wrestling applaudono quando salgono sul ring, ma soprattutto per le sue chiare origini italiane (il suo nome reale è Claudio Castagnoli) sebbene sia nato a Lucerna, in Svizzera: "Sono molto eccitato quando torno in Italia, qui vengo sempre accolto con molto affetto. Mi aspetto tanti cartelloni della Cesaro Section (il suo fan club, ndr)". Cesaro racconta poi il suo modo di fare wrestling molto particolare: "Ho uno stile diverso dagli altri wrestler, questo perché non ho avuto un unico idolo di riferimento, ma ho cercato di prendere il meglio da tutti i campioni".
La mossa principale che lo contraddistingue (ogni wrestler ne ha alcune personalizzate) è la "Cesaro Swing": "Come è nata? L'ho provata in allenamento e quando l'ho riprodotta sul ring in incontri ufficiali ho visto che al pubblico piaceva, così è diventata la mia mossa speciale". L'atleta in passato agiva in coppia, o come si dice nel gergo nel "tag team", insieme a Tyson Kidd, che però si è infortunato mesi fa. Al riguardo Cesaro lancia una piccola anticipazione che farà piacere gli appassionati: "Tornare insieme quando avrà recuperato? Magari, mi farebbe molto piacere...". A chi non considera il wrestling uno sport, lui risponde così: "Se qualcuno lo pensa, forse dovrebbe venire a vedere almeno un incontro. È comunque vorrei far notare che noi combattiamo di continuo, almeno 200 incontri l'anno senza sosta. Nel wrestling non esistono le stagioni". Qui il sorriso si attenua leggermente, guai a contraddirlo.
Torna in tutto il suo splendore, invece, quando ricorda l'episodio del settembre scorso in Inghilterra, con l'ospite speciale tra il pubblico Wayne Rooney che lo aiutò a vincere in un match contro Sheamus. Una buona occasione per chiedergli, nella patria del calcio, quali siano le sue preferenze: "Beh, siamo nella Capitale, quindi sicuramente le squadre romane". Dopo avergli spiegato che, in Italia, non è possibile scegliere sia Roma che Lazio, allora si espone: "Scelgo i biancocelesti, perché ci giocava Lichtsteiner, che è svizzero come me. Generalmente faccio così, tifo per le squadre dove ci sono calciatori del mio paese di origine".