RIVIVI LA DIRETTA - Lazio, Sarri: "Nessun alibi, serve umiltà". Sul blocco del mercato... - VIDEO

FORMELLO - Finalmente la presentazione. Maurizio Sarri parla per la prima volta a Formello dal momento del suo ritorno ufficiale. Il tecnico, alle ore 18, farà il punto della situazione dopo quasi 10 giorni di ritiro. Insieme a lui ci sarà il presidente Claudio Lotito: segui la diretta scritta delle loro parole dagli studi del canale ufficiale biancoceleste.
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Inizia Lotito, introducendo il ritorno di Sarri.
La prima parte non si è mai interrotta, sono state situazioni contingenti che hanno comportato l'avvicendamento in quel momento. Motivi anche familiari. Il mister aveva fatto una scelta che abbiamo accettato, non era stata una nostra valutazione, ma per una situazione che abbiamo compreso. Ora proseguiamo insieme per mantenere un percorso intrapreso che non era stato ultimato. Una scelta di cuore, affetto, considerazione e stima per un uomo che ha dato tanto al calcio e alla Lazio, e che può ancora dare tanto. Può insegnare ai nostri calciatori a sfruttare le loro potenzialità.
Parla Sarri:
Il percorso è quello che ha detto il presidente, ho avuto problemi personali superiori agli aspetti professionali, che a quel punto non sono riuscito a sopportare più. Era giusto fermarsi un attimo. Si riparte con difficoltà, posso ripetere quanto detto ai ragazzi a inizio ritiro: "Abbiamo una difficoltà, possiamo sfruttarla in modo negativa costruendo alibi, oppure in modo positivo creando un gruppo". I miglioramenti non sono possibili con il mercato, non dobbiamo più neanche pensarci. Pensiamo al lavoro. Dobbiamo lavorare duro.
Sarri sui tifosi laziali:
Uno dei motivi per cui ho detto che la lazialità ti invade. Nornale che i tifosi si incazzino, però alla fine sono qui. Questo significa essere laziali, è uno dei motivi per cui sono tornato in questo ambiente.
Iniziano le domande dei giornalisti presenti negli studi di Lazio Style Channel:
Per Sarri: cosa ha provato quando ha varcato il cancello?
Il presidente mi aveva fregato... La decisione di tornare ormai era presa, lasciare per la difficoltà mi sembrava brutto nei confronti della società, della squadra e dei tifosi. Mi sono arrabbiato per un'ora, poi ho pensato al futuro. Qualcuno ha detto che sono tornato perché senza offerte... Quest'anno ho avuto trattative con quattro squadre di A, con un club arabo, con club sudamericani... Era un anno prolifico da questo punto di vista, invece ho scelto la Lazio per il legame con la società e con l'ambiente, compresi i magazzinieri e lo chef. Una soddisfazione tornare, le difficoltà fanno parte del percorso.
È preoccupato dal blocco del mercato?
L'obiettivo è quello di costruire una bella base per poi aggiungere cose in futuro. Questo sarebbe tanta roba. Chiaro che la squadra avrebbe bisogno di qualcosa per fare un salto di qualità, ora l’obiettivo primario è fare crescere chi c’è qua. Parole d’ordine umiltà perché si arriva da due settimi posti, ma anche convinzione. Inutile pensare ad altre cose che tolgono le energie. Possiamo crescere con il lavoro. Quello è sempre così. Ho chiesto la determinazione feroce in ogni singolo giorno, così si può migliorare. Dove ci porterà non lo so, ma sicuramente a mettere una bella base.
L'Europa sarebbe un miracolo?
Vediamo, tutte le considerazioni ora sono teoriche. Il rischio è che squadre arrivate dietro possano prenderti e superarti, soprattutto il Como è molto attivo sul mercato. Ci deve interessare fino a un certo punto. Dobbiamo costruire una certa base per essere competitivi. Più siamo bravi a far crescere questi, più la base sarà solida. Se ragioniamo sulle altre ci facciamo male da soli. Il nostro cervello deve solo compattare il gruppo ed essere determinati.
Che possiamo dire del nuovo gruppo? Su Tavares e Dele-Bashiru?
Quello dhe dice il presidente è vero, ma fino a un limite. Una squadra la puoi portare a un suo limite, ma magari il suo limite non è sufficiente per essere competitive. Nel calcio la parte economica è determinante. Liverpool, Psg, Bayern, Real... Vincono sempre quelle con il atturato più grande. Dele è un ragazzo da costruire. Nuno non è tatticamente come pensavo, l'esperienza al Benfica gli ha lasciato cose importanti. Ha grande forza, se impara qualche movimento può darci una grande mano. Questa settimana dovevamo lavorare un po' su qualche modulo alternativo, abbiamo deciso di posticipare perché potevamo mandare in difficoltà qualche giocatore. Lo faremo quando ci saranno più certezze sul lavoro iniziale.
Differenza con la prima esperienza?
Abbiamo raccolto, qui c'è da seminare. Qui ci sono giocatori potenziali, con conoscenze tattiche non ancora di alto livello. C'è da costruire, all'epoca c'era da raccoghliere perché l'età media era alta e c'erano giocatori qui da tempo.
La squadra è meno o più forte di prima?
La vedo come una squadra che si sta impegnando in allenamento. Prima c'erano giocatori fatti, era una situazione diversa. Molto probabilmente questa squadra ha qualcosa in meno dal pinto di vista tecnico, si può lavorare sulla questione atletica. Prendiamo le qualità che ci sono provando a esaltarle, poi vediamo un attimino. Chi è andato via è stato un emblema, trovare giocatori così è difficile.
Cos'è mancato per fare il salto di qualità?
Non ho parlato di fallimento, nella parte finale della stagione non vedevo più la forza emotiva della prima parte. Il fallimento è un'altra cosa. Intendevo l'impatto emotivo, nel finale era diventata una squadra normale. Può anche darsi che le energie nervose erano al lumicino. Probabilmente hanno viaggiato su dei livelli che erano al limite. Si sta parlando di un gruppo di giocatori che erano arrivati a un'età molto elevata, i giocatori nel loro percorso arrivano a un certo momento che sentono la necessità di cambiare, così come la società. I cicli finiscono. Iniziarne uno nuovo non è così semplice.
Sui ballottaggi dei vari ruoli? In porta, in regia e al centro dell'attacco...
In 14 non si può giocare. Ci saranno 3 giocheranno un po’ di più, 3 di meno. Pensare a una gerarchia dopo 8-9 giorni è una follia. Ora ci sono quelli che entrano subito in condizione e quelli che necessitano di più tempo. Sarebbero giudizi prematuri. Provstgaard? Ha una grande dedizione al lavoro. Anche lui deve mettere a posto alcuni difetti.
Insigne è un desiderio?
La lista dei desideri l’ho cancellata dopo il blocco del mercato. Penso solo a migliorare la squadra che ho, altrimenti sposterei l’attenzione su qualcosa che non mi fa comodo. Lorenzo mi ha dato tantissimo, ora da quello che mi dice il presidente certe possibilità non ci sono.
Che derby sarà contro Gasperini?
Le partite contro Gasperini sono sempre dure e difficili, non è detto che alla Roma abbia tutte le caratteristiche dell’Atalanta. Contro di lui era dura, poi ogni tanto attraversava il momento di down. Le ultime 10 partite con Gasperini sono state sempre vittorie o sconfitte, non mi ricordo pareggi. Il derby è la partita più costosa dal punto di vista emotivo, dopo i derby sono stato un giorno a letto, ti prosciuga. Spero di riprovare le stesse emozioni.
Cosa servirebbe alla Lazio? Stessa idea rispetto a un mese fa?
Va fatta una valutazione corretta, una persona intelligente può cambiare le opinioni sui giocatori se li vede da vicino. Può darsi che in 4 mesi le idee cambino rispetto a Castiglione della Pescaia. Penso che succederà. Ora ci vuole grande attenzione a dare giudizi.
Un commento sul ritiro a Formello, come ha vissuto il ritiro a casa senza tifosi? Se per il prossimo anno avesse voce in capitolo, direbbe al presidente di tornare fuori o rimarrebbe a Formello?
La tendenza è fare il ritiro nei centri sportivi. Le richieste di tecnici e calciatori sono cambiati. Ora i calciatori vogliono macchinari che negli ambienti dei ritiri non si possono trovare. A volte non si trovano nemmeno i terreni giusti. Non è una tendenza della Lazio. Ci stiamo trovando bene. L’ideale sarebbe avere un bagno di folla ogni 3-4 giorni, sentire anche l’affetto dei tifosi.
Può derogare dal 4-3-3?
Non mi ha colpito dal punto di vista tattico, ma l’energia che sprigionava in campo a livello nervoso e mentale. Quello che ho detto della Lazio di Baroni era questo, non ho mai parlato di aspetti tattici. A me riesce un calcio diverso, può essere meglio o peggio. A Baroni veniva contestato il 4-2-3-1, che non proteggesse i mediani. Ora a me diranno di levare un centrocampista. Duro parlare con tutti. Belahyane stiamo cercando di farglielo fare, tra un mese vedremo se lo potrà fare o meno. Ha una buona gestione del pallone.
Vuole chiudere la carriera alla Lazio?
L’ho sempre detto, nella vita poi ci sono momenti più importanti del calcio. Ho attraversato uno di quei momenti. Mi affascina allenare una squadra con un’eta media bassa, ce l’ho da anni questo Il Psg ha dato una lezione a tutti, ha dato via le stelle, comprando giocatori giovani forti, pagandoli tanto. Ha perso con il Chelsea? Io parlavo della Champions, non di una buffonata estiva.
Cataldi capitano? Che ruolo avrà?
Marusic ci tiene un attimo meno di Cataldi che è cresciuto qui. Io a differenza di altri allenatori non do troppa importanza alla fascia. Di solito è quello che ha più presenze e anni.
Prima ha parlato di alibi da allontanare.
Se si creano alibi, non si dà il massimo. Poi il 100% delle proprie possibilità non so dove ci potrà portare. Se sono da 7 e do il 100%, arrivo a 7,1 e faccio grandi cose. Ma se ci sono 7 squadre da 8, allora arrivo ottavo. La squadra deve essere un condensato di umiltà e determinazione.
L'’obiettivo della Lazio?
L’obiettivo di divertirsi è per i giocatori, va a innescare tutti gli altri. Per divertirsi la domenica bisogna lavorare tanto durante la settimana, vuol dire avere controllo della partita ed equilibrio tattico, quindi tanto lavoro in campo in settimana.
Non dichiarare un obiettivo preciso potrebbe creare un cortocircuito con le aspettative dei tifosi?
Non vuol dire non porsi un obiettivo, ma dire diversamente sarebbe una risposta casuale. Dobbiamo essere focalizzati su di noi invece di sbandierare una posizione. Se l’obiettivo è troppo facile non sei credibile, se troppo difficile è la stessa cosa. Dopo l’andata magari ce ne potremo dare uno materiale.
Come sta impostando la stagione senza il turno settimanale?
Pensa che con il Chelsea dopo la coppa non abbiamo mai perso, mentre lo abbiamo fatto quando avevamo la settimana intera. In un momento di costruzione poter lavorare tutta la settimana potrebbe essere importante. Spero duri poco. Io sono un antesignano, mi lamentavo del calendario, ora lo fanno tutti, pure Guardiola che ha ragione. Io invece mi lamentavo. Però l’adrenalina un po’ manca, giocare in Europa è sempre bello. Speriamo di tornare a farlo presto.
C’è una programmazione pluriennale con la società per gli acquisti?
Non mi importa dell’aspetto economico, se potessi farei spendere 1 miliardo di euro. Programmare gli acquisti dei prossimi anni è eccessivo, spero che si possa fare per gennaio quando avremo le idee più chiare. Vedo un impegno tale che nessuno meriterebbe il taglio, ma sarà inevitabile. Poi dovremo metterci a vedere le scadenze dei contratti, capire dove ci saranno le carenze tecniche e dopo dove intervenire.
La preoccupazione e il pregio della Lazio?
La squadra ha potenzialità e buoni doti fisiche, in una partita insignificante come con la Primavera, abbiamo avuto tanti giocatori con pochi sopra a 30 all’ora. Non era successo nell’anno del secondo posto. Abbiamo gamba per accelerazioni importanti. L’aspetto meno positivo è che vedo giocatori acerbi dal punto di vista tattico, dobbiamo aumentare la loro conoscenza.
Come stanno Isaksen e Dia?
Isaksen ha la mononucleosi, dobbiamo attendere 7-8 giorni affinché si negativizzi. Dia ha perso un colpo, ha fatto la risonanza ieri, sono state escluse lesioni tendine e ossee. Oggi ha ripreso a corricchiare.
Zaccagni rimane capitano?
Se la squadra lo vuole, sì.
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Pubblicato il 24/07