Alessandro Cochi: "Alfredo Ricci un mix di lazialità e romanità. Lazio? Serve una risposta da squadra"

Alessandro Cochi ha raccontato ai nostri microfoni Alfredo Ricci, suo nonno ma anche figura molto importante nell'ambito del tifo laziale"
27.06.2020 12:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Alessandro Cochi: "Alfredo Ricci un mix di lazialità e romanità. Lazio? Serve una risposta da squadra"

Quindici anni dalla scomparsa di Alfredo Ricci, storica figura del mondo del tifo biancoceleste, detto anche il Presidente. Una vita, la sua, a tinte biancocelesti, lui che non ha mai nascosto la sua fede laziale neanche in un quartiere come Testaccio tutto a tinte giallorosse. Alessandro Cochi, suo nipote e anche delegato allo sport di Roma Capitale, ai nostri microfoni ha svelato alcuni aneddoti.

Oggi sono quindici anni che è scomparso Alfredo Ricci, cosa rappresenta questa giornata per te?

"Alfredo è stata una persona che ha vissuto la sua vita come voleva ma a differenza di altri è sempre rimasto uno spirito giovane e per questo la Curva Nord, molto tempo, fa lo elesse come Presidente onorario dei gruppi organizzati. La sua vita è stata un mix di romanità, è nato e cresciuto a Testaccio in un rione a maggioranza giallorossa dove è stato sempre “scozzese in terra inglese” con l’ironia tipica dei romani e dei laziali. Ha incarnato l’ideale dell’essere “nati prima” ed è stato anche amico di Fulvio Bernardini, che giocava con i giallorossi, ma iniziò con la stessa Lazio nel ruolo di portiere. Ha fatto da chioccia anche per quei ragazzi che presentava, questo fa si che nonostante passino gli anni, oggi sono quindici, fa si che sia rimasto nella memoria collettiva e fa piacere vedere i tanti messaggi che arrivano per ricordarlo. Non parlava mai troppo del passato, è sempre stato con i giovani, andava nella sede storica dei gruppi organizzati in cui faceva siparietti con Signori, oppure beveva una birra con Gascoigne che cercava di aprire la bottiglia con i denti (ride, ndr). Era un mix tra lazialità e romanità. Nel 2001 inaugurarono il Campo Testaccio con Franco Sensi patron della Roma, lui arrivò con la giacca ufficiale della Lazio che la società gli aveva regalato in mezzo ad un popolo giallorosso”.

Tornando alla Lazio di oggi, quali sensazioni hai per la gara di questa sera? 

Il passo falso ci può stare soprattutto dopo 120 giorni. Peccato perché stare 0-2 a Bergamo difficilmente ricapiterà. Vincere oggi, nonostante la formazione rimaneggiata, sarebbe una risposta importante. La speranza è che quella di mercoledì sia solo una battuta di arresto, sperando di vedere una gara come quella della prima mezz’ora contro la squadra di Gasperini. L’Atalanta ha una rosa più lunga della nostra, hanno fatto la gara della vita, diciamo che hanno un conto aperto con noi dopo la vittoria della Coppa Italia. Da laziali non facciamo drammi”.

Chi sarà il protagonista questa sera? 

Milinkovic è stato a due facce, un primo tempo stellare e poi è calato come tutta la squadra. Qualcuno ha criticato duramente Strakosha che però ha fatto 3 parate importanti. Vorrei il ritorno di Ciro Immobile. Importante però è che risponda tutta la squadra”.

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