PAGELLONE 2021 - Lazio, l'anno della rivoluzione: tutto intorno a Sarri

02.01.2022 07:40 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
PAGELLONE 2021 - Lazio, l'anno della rivoluzione: tutto intorno a Sarri

Il 2021 ormai è alle spalle. Troppo sottovalutato, forse perché privo di trofei. Eppure guardando indietro, l'anno che si è appena chiuso è stato pieno di eventi a loro modo storici. Da Ciro Immobile che sorpassa Silvio Piola a livello di gol segnati con la Lazio, da Stefan Radu che supera Giuseppe Favalli per numero di presenze in biancoceleste. Dai due derby vinti al doppio confronto in Champions League contro la corazzata Bayern Monaco. Fino ad arrivare alla Rivoluzione d'estate. L'addio di Simone Inzaghi e l'arrivo di Maurizio Sarri. L'inizio di una nuova era, con il Comdandante al centro del progetto chiamato Lazio del futuro.

LA SOCIETÀ

LOTITO Claudio: Il Feudale - La sua gestione si replica negli anni come un lungo cammino. I dettagli ricalcano stessi comportamenti e medesime metodologie. Cambiare solo se costretti, confermando il circuito collaudato sino all’esasperazione. Quest’anno la barra si è spezzata per via dello scisma di Inzaghi. L’addio inaspettato e indigesto della ‘sua creatura’ lo ha condotto verso una scelta audace e per sino folle, vista la sua ordinaria consuetudine. Stavolta con l’ingaggio di Maurizio Sarri e con la volontà di legarsi a lui per anni, il patron biancoceleste ha poggiato la sua zattera in acque sconosciute. Ha impugnato il remo e ha iniziato a indirizzare il feudo verso nuovi orizzonti. Scruta e studia. Sogna un futuro diverso, più grande, ma ribadisce metodi e metodologie canoniche per raggiungere i risultati. Occhio ai bilanci. Tanto entra e tanto esce e pochi innesti in rosa, tanto da rischiare di bagnare le polveri del nuovo progetto già alle prime luci del sole. Nessun cambio nella dirigenza e zero alchimie comunicative. Tutto deve scorrere sotto la sua lente. Tutto deve sottostare al suo insindacabile giudizio. Dal costo del singolo biglietto al prezzo di un calciatore, fedele più che mai alla monarchica gestione del club. VOTO 5,5

TARE Igli: C’è ma non si vede – Il fedelissimo corazziere del presidente. Il numero due del club, che spesso e volentieri pesa quanto un numero uno autentico, da qualche tempo non è più sé stesso. O meglio, lui resta convinto della sua posizione e del suo peso specifico nella Lazio, tuttavia l’arrivo di Maurizio Sarri ha determinato qualche smottamento. Sarri e Tare sono due figure ingombranti che spesso rischiano di cozzare. Lo storico diesse laziale non è abituato a metabolizzare scelte importanti suggerite da altri. Tare in assenza di Lotito a Formello siede sul trono del re e come tale gestisce i rapporti e pesa le decisioni. Eppure dall’arrivo dell’uomo della ‘Rivoluzione’, si è dovuto adeguare. Ha avallato scelte di mercato ispirate dal mister. Ha eseguito trattative con calciatori conosciuti e allenati da Sarri. Ha provato ad acquistare innesti transitati dalla certificata scuderia Ramadani. Ma soprattutto non ha tesserato Kamenovic, rinnegando un suo acquisto preventivo, ultimato nell’era Inzaghi. Dà l’idea dell’insofferente silenzioso. È abituato a lottare e sgomitare per farsi spazio come quando in area di rigore tentava di fare gol. Molti vecchi acquisti pesano come flop. Il più evidente è Muriqi. Resta in sella in attesa di conferme future, ma la sua immagine è decisamente offuscata nel quadro dirigenziale. VOTO 5

DE MARTINO Stefano: C’è ancora? – Viaggia in simbiosi con l’immagine di Igli Tare. Verrebbe da copiare e incollare il giudizio scritto un anno fa. Anche in quell’occasione su Stefano De Martino scrivemmo che “È in scadenza di contratto, premessa doverosa. Nonostante sia parte integrante della Lazio da tantissimi anni, ritrovarsi senza la certezza del futuro debilita la prospettiva. Meno brillante e costruttivo rispetto al passato”. La condizione non è mutata, anzi è peggiorata. Il suo contratto dopo anni è stato trascinato di mese in mese. La prossima scadenza è prevista per fine gennaio 2022. Anche questa situazione, parecchio impantanata, appare figlia dell’immobilismo. Tutto passa da Claudio Lotito, ma evidentemente il presidentissimo è troppo impegnato per chiarire certe dinamiche, oppure è frenato dai dubbi. Chi ne fa le spese è sempre la Lazio. Servono aperture mediatiche, investimenti sui social e un’immagine più giovanile della società. Stefano De Martino c’è ancora? O meglio ci sarà? Ai posteri l’ardua sentenza, per ora il voto resta insufficiente. VOTO 4,5

RAO Roberto: Chi me lo ha fatto fare? – Stavolta ci siamo messi nei panni del nuovo innesto del comparto stampa della SS Lazio. Ebbene sì non crediamo sia semplice entrare in un tale contesto e modificarne il tessuto. Il primo dilemma per una figura come Rao credo sia stata la definizione del ruolo: Responsabile della Comunicazione del club o Portavoce del presidente? Sembra una banalità, eppure fa tutta la differenza del mondo. La prima carica dovrebbe avere le chiavi dell’area comunicativa della SS Lazio, tanto da poterne definire strategie, partnership e aperture mediatiche. La seconda figura è più riduttiva, ma non meno importante. Cambia l’ambito di manovra. Il portavoce infatti è responsabile solamente del verbo del presidente o delle comunicazioni ufficiali del club avallate da Claudio Lotito. Questo dilemma, credo mai risolto durante l’anno ci permette di giudicare non appieno l’apporto di Roberto Rao. Se lo dovessimo giudicare come portavoce, senza se e senza ma la sua valutazione sarebbe decisamente positiva (voto 7, esperienza da vendere). Ma se dovessimo pesarne l’operato da Responsabile della Comunicazione del club, beh le cose cambiano. In questo caso la sua mano resta impercettibile e saremmo costretti a scendere nella valutazione. Non potrebbe mai essere superiore ad un 5. Insomma: Chi me lo ha fatto fare? Ma soprattutto: Che ruolo ho? Ancora non è chiaro. ‘Ad maiora semper…”.

L'ALLENATORE

INZAGHI Simone: Quel clacson beffardo - Una giornata interminabile tra Villa San Sebastiano e il centro sportivo di Formello. È la mezzanotte quando Simone Inzaghi lascia il training center, con i cronisti che attendono l'esito definitivo della telenovela rinnovo. Resta o va via? La risposta in due colpi di clacson sono pura illusione. L'attuale tecnico dell'Inter non si ferma, ma quello strombazzare fa ben sperare, si aspetta solo la fumata bianca. Nel pomeriggio del giorno successivo invece la storia si ribalta: Inzaghi va all'Inter per sostituire Conte dopo 22 anni di Lazio. Dare un voto alla sua avventura in biancoceleste sarebbe riduttivo. Più panchine di tutti: 251. Ecco l'unico numero che conta.

SARRI Maurizio: Inizia la rivoluzione - Dopo quasi tre settimane di corteggiamento, Sarri diventa il nuovo allenatore della Lazio. Un momento storico per il club di Lotito: in tutta la sua gestione non era mai arrivato un tecnico che avesse vinto il campionato e un'Europa League. È l'inizio di una nuova era: si cambia mentalità, si cambia identità, si cambia modulo. Dal 3-5-2 al 4-3-3, con tanto di campagna acquisti per accontentare le richieste del nuovo mister. Oltre a Hysaj, viene preso anche un altro fedelissimo. Pedro passa dalla Roma alla Lazio, altro momento storico. Dopo sei mesi nella Capitale è già arrivata l'offerta per il rinnovo fino al 2025. Non gli resta che firmare. VOTO 6

LA SQUADRA

PORTIERI

REINA Pepe - Montagne russe - Si sa che le medaglie hanno sempre due facce e anche il 2021 del portiere spagnolo è esattamente così. Titolare inamovibile con Inzaghi, scavalcato nuovamente da Strakosha in questa stagione alla guida di Sarri. Le sue doti non sono mai state in discussione ma la carta d’identità purtroppo si fa sentire e i tre impegni settimanali anche. Ottimo con i piedi, meno tra i pali, più reattivo sicuramente nella passata stagione che in questa. VOTO 5,5

STRAKOSHA Thomas: Da eclissato a riscattato... a metà - Il 2021 non è stato di certo l'anno solare migliore della sua carriera, quasi del tutto sparito dai radar della porta e costretto a guardare dalla panchina Reina appropriarsi del suo ruolo. Con Sarri la musica non è cambiata se non nell'ultimo mese e in Europa League, dove la goffa autorete contro il Galatasaray resta la macchia più evidente su un anno di prestazioni rare anche se spesso convincenti sul profilo della reattività. Difficile dire se il ritrovato posto da titolare possa sanare la situazione, il suo contratto in scadenza ora è la vera incognita della porta laziale. VOTO 5,5

DIFENSORI

ACERBI Francesco: Non è il solito Leone - Tante emozioni in un solo anno. Forse troppe. Con la Lazio più ombre che luci, con la Nazionale la soddisfazione più grande. Vince l'Europeo con l'Italia di Mancini, che lo sceglie come vice Chiellini. Ma il Leone ruggisce solo in azzurro. Fatica più di altri ad assimilare il cambio in panchina. Con il passaggio alla difesa a quattro va spesse volte in difficoltà, non aiutato dai compagni di reparto e dai centrocampisti. Diverse sbavature, per non parlare di quel dito verso la Nord. Con la tifoseria è rottura. Dove sarà nel 2022? Alla Lazio, dice lui. VOTO 6

HOEDT Wesley: Solita delusione – Il ritorno dalle parti di Formello non è stato quello che l’olandese sperava. Se all’inizio si è reso utile alla causa, successivamente le sue prestazioni sono state dei cazzotti allo stomaco. Artefice della disfatta contro l’Atalanta in Coppa Italia: regala due gol agli avversari, è l'arma in meno di Inzaghi. Cerca di rifarsi ma il suo futuro è ormai scritto: nessun riscatto. VOTO 4

HYSAJ Elseid: Il primo della lista - Il terzino albanese è un fedelissimo di Sarri: primo acquisto all’Empoli, al Napoli e anche alla Lazio. Il 27enne è sbarcato nella Capitale a parametro zero con un’esperienza importante e la voglia di rimettersi in gioco. Il difensore ha iniziato subito con il botto con tanto di gol firmato contro lo Spezia. Dopo ha avuto un periodo di appannamento, con qualche prestazione negativa di troppo. Le sue prestazioni, nel finale dell’anno, sono andate in crescendo (soprattutto a destra). Affidabile e duttile, Sarri punterà ancora su di lui. VOTO 6

LUIZ FELIPE Ramos Marchi: Aspirante leader - La prima metà del 2021 è stata fortemente condizionata dall'operazione alla caviglia. In estate ha rifiutato le Olimpiadi con il Brasile per prendersi la difesa della Lazio di Sarri. Il tecnico vede in lui un futuro leader, ma per superare gli alti e bassi di questa prima parte di stagione deve completare la fase di apprendimento: 9 gol subiti in 3 partite in sua assenza ne dimostrano l'importanza per il presente e il futuro. Rinnovo permettendo. VOTO 6,5

MARUSIC Adam: Affidabile - Destra o sinistra il risultato non cambia. Inizia il 2021 da terzino e a maggio si rivela uno dei difensori centrali più affidabili per Inzaghi, mostrando tanta corsa e discreta qualità. Con Sarri aumenta il livello di difficoltà. Parte inizialmente indietro nelle gerarchie rispetto a Lazzari e Hysaj, ma la concorrenza gli fa bene. Ora è imprescindibile per il mister. Unica pecca: il covid. Chiude il 2021 con la candidatura al gol dell’anno, quello realizzato a Bergamo. VOTO 6,5

MUSACCHIO Mateo: (Retro)passaggio a vuoto - Arrivato lo scorso gennaio per risolvere i problemi difensivi della Lazio tra lo scetticismo generale, Musacchio non ha fatto nulla per far ricredere i tifosi. Anzi. Di lui si ricorda solo lo sciagurato "assist" a Lewandowski negli ottavi di finale di Champions League che dopo 9 minuti aprì le danze alla goleada del Bayern Monaco all'Olimpico. Chiedere a Inzaghi che dopo quell’errore gli concesse solo altri 4 minuti in campo nei restanti 3 mesi in biancoceleste. Bocciato senza se e senza ma. VOTO 4

PATRIC Gabarron Gil: Alternativa, niente di più - Altro anno in cui è sceso in campo solo per per tappare il buco. Capace di sopperire alla bene e meglio alle assenze dei compagni (Luiz Felipe prima e Marusic poi), entrare nelle grazie di Sarri e giocare in diversi ruoli. Lo spagnolo ha dimostrato di essere un buon gregario. Del suo 2021 rimarranno le prestazioni con la Lokomotiv Mosca (gol all'andata) e quella da centrale di difesa contro l'Inter. Il contratto scade a giugno, di rinnovo non se ne parla. Almeno per ora. VOTO 5.5

RADU Stefan: Passato, presenze e futuro - Ha resistito a tutto pur di arrivare in cima: 416 partite con la Lazio, ad aprile il sorpasso su Favalli, ormai ex recordman. Poltrona-trono consegnata a Formello, gli mancava per finire di arredare casa. Poteva andare via, rimediare un contratto più lungo, invece si è rimesso in gioco con il settimo allenatore diverso da quando è a Roma. Piano piano si è fatto strada nella corsa alla maglia. Alla lunga i valori escono fuori, anche quelli umani. VOTO 6,5.

CENTROCAMPISTI

AKPA-AKPRO Jean Daniel: Flop - A bilancio per 12,7 milioni di euro, la resa non è stata nemmeno lontanamente conforme alla cifra pagata per l’acquisto. L’ivoriano è un oggetto misterioso, il suo 2021 è stato pura sofferenza. Male con Inzaghi, male con Sarri che pure all’inizio aveva provato a dargli fiducia. La prestazione shock di Verona e l’agghiacciante ingresso dalla panchina a Marsiglia lo hanno fatto finire in fondo alle gerarchie. VOTO 5

ANDRÈ ANDERSON Pomilio Lima da Silva: Carpe diem - Ritorna alla base dopo un anno più che soddisfacente culminato con la promozione in Serie A, conquistata con la Salernitana. Nonostante non abbia trovato spazio con Sarri, salvo qualche sprazzo a Empoli, Sassuolo e Venezia, si è sempre fatto trovare pronto quando chiamato in causa. Prestazioni discrete ma il minutaggio accumulato non è stato sufficiente per mettere in mostra le sue qualità. VOTO ng

PEREIRA Andreas: Sogno infranto - Accoglienza entusiasmante, stagione deludente. La voglia di rivalsa dopo il poco spazio allo United non è bastata: l'esperienza biancoceleste si è conclusa a giugno 2021. I mesi con Inzaghi hanno "fruttato" solo 801' in campo considerando Serie A, Champions e Coppa Italia (in campionato solo 4 volte è partito dall'inizio). Gol all'esordio da titolare col Torino, quattro assist. Poco altro, se non un legame speciale con i tifosi. Dalla sua parte, tanto da rimproverare l'allenatore per la poca fiducia concessa, si sono arresi anche loro dopo un addio che sa d'occasione sprecata. VOTO 4,5

BASIC Toma: C'è, ma ancora non si vede - Tanta voglia di stupire e lasciare il segno per un ragazzo che si è presentato bene alla Lazio in questi primi mesi, praticamente da subito inserito da Sarri nelle rotazioni di centrocampo fino ad arrivare a un dicembre passato a fare il titolare. Paradossalmente però le premesse sono state migliori del finale, caratterizzato da prove senza sostanza: l'impressione è che ci sia ancora molto da lavorare per limare alcuni aspetti tecnici e tattici. VOTO 6

CATALDI Danilo: Dr Jekyll e Mr Hyde - "Non sono cambiato dall'anno scorso, è cambiato il tecnico". Fuori Inzaghi, dentro Sarri. Ecco la svolta. I numeri sono eloquenti: 641 minuti nell'intera stagione 2020/21. Da quando c'è stato il cambio in panchina, invece, ne ha collezionati il doppio con la metà dei mesi. Equilibratore in mezzo al campo, ha "soffiato" il posto a Leiva, divenendo fondamentale per far coesistere Milinkovic e Luis Alberto. La convocazione di Mancini per la gara con la Svizzera è la ciliegina sulla torta, meritatissima. VOTO 6,5

ESCALANTE Gonzalo: L'anti Sarri – Quando era chiamato in causa da Simone Inzaghi, il regista ha sempre risposto presente. In alcune partite della scorsa stagione si è reso fondamentale per sopperire alle assenze di Lucas Leiva senza commettere grosse sbavature. Finisce però fuori dal progetto di Sarri surclassato dalla scalata di Danilo Cataldi, totalizzando solo 8 minuti contro l’Empoli. Adesso si pensa alla cessione. Le sue caratteristiche non si sposano con l'idea di calcio del Comandante. VOTO 5

FARES Mohamed: L'uomo di cristallo - Quasi impalpabile il 2021 di Fares alla Lazio. Condizionato dai vari infortuni, l'algerino non ha mai espresso il suo reale potenziale. Da gennaio a giugno, momento della sua cessione in prestito al Genoa, l'esterno ha disputato 16 partite sulle 28 a disposizione tra campionato e coppe. Da lui ci aspettava molto di più, ma la sua fragilità fisica ha influito anche sulla permanenza a Roma. VOTO 4,5

LAZZARI Manuel: locomotiva e… carrozza - Il treno di Simone Inzaghi perfetto per il suo 3-5-2. D’altronde Manuel, abituato a giocare sempre da esterno largo con licenza di attaccare, era stata una richiesta esplicita dell’ormai ex allenatore della Lazio. Aveva aperto il 2021 con 4 assist in 3 partite. Corse a non finire su quella fascia. Con Sarri poi, il cambio di modulo e i primi problemi. Il gol alla prima giornata sarrista aveva fatto ben sperare, invece le difficoltà tattiche in un nuovo impianto di gioco sono emerse. Ora è solo una “carrozza” di una Lazio che continua a correre tanto e anche veloce. Ha perso la titolarità, si pensa addirittura a un possibile addio. VOTO: 6+

LEIVA Lucas Pezzini: Gaucho stanco – Da imprescindibile ad alternativa. Il custode del centrocampo di Inzaghi, equilibratore e motore nel dogmatico 3-5-2, poco a poco quest’anno ha dovuto accettare l’ascesa del palleggiatore Cataldi, più adatto all’idea di play basso di mister Sarri. Aggredire alti e coprire più campo sono meccanismi che, con il nuovo modulo, lo hanno fortemente penalizzato. A pochi giorni dal suo 35° compleanno (il 9 gennaio, anche lui), pensarlo protagonista di un progetto futuro sembra quantomeno inverosimile. Mentalità ed esperienza non mancheranno mai all’occorrenza. E per una Lazio ancora in costruzione è già tanto così. VOTO 5

LUIS ALBERTO Romero Alconchel: Sull’altalena - Isole di magia in un mare di normalità. S’è acceso a tratti Luis Alberto, aveva aperto l’anno con la doppietta nel derby, sembrava l’alba di una nuova era, capace di riportarlo sui livelli pre lockdown. Lo spagnolo, invece, non ha trovato continuità. Se non per le polemiche fuori dal campo. Ha pagato il cambio modulo, con il 4-3-3 non è più un inamovibile. Sta cercando di adattarsi al nuovo sistema, ma spesso Sarri gli preferisce Basic. Per ora i risultati sono altalenanti, come il suo 2021. VOTO 6,5

LULIC Senad: 71 volte grazie - Quel maledetto infortunio alla caviglia gli ha accorciato la storia nella Lazio. Senad ha subìto l’operazione, il calvario, ce l’ha messa tutta per recuperare e tornare il prima possibile. Fatalità, è rientrato nel derby, proprio contro la Roma, il 15 gennaio. E la Lazio ha vinto 3-0. Fino a maggio c’è stato, poi l’addio. Ha chiuso una pagina di storia, consegnandoci il gol dei gol. Non sarà mai dimenticato. Grazie in eterno, Senad. VOTO 7,1

MILINKOVIC-SAVIC Sergej: Il tesoro - Vice capitano con il grado di Sergente. Rappresenta, dopo Immobile, il volto della Lazio. Con Inzaghi punto fermo, con Sarri lo stesso. I numeri del 2021 sono super con entrambi gli allenatori: 5 gol e 5 assist con Simone, 5 gol e 6 assist con Maurizio. In totale fanno 10 reti e 11 passaggi vincenti. Gioca mezzala, mica trequartista. La sua più grande capacità è stata quella di unire forza fisica, intelligenza e senso del gol. Lo scivolone di fine anno, quando ha lasciato la cena di Natale prima del discorso di Lotito, non può mica rovinare la carriera laziale di un ragazzo che si è sempre comportato bene. Caso chiuso seduta stante. VOTO 8

PAROLO Marco - “The last dance” - Un altro dei senatori della Lazio che a fine stagione ha appeso gli scarpini al chiodo. Punto fermo dello spogliatoio, giocatore encomiabile negli anni. Mai una parola fuori posto, mai una scelta contestata. Gli utlimi sei mesi del 2021 non sono stati i più esaltanti della sua carriera: tante pachine, sempre meno spazio e un ciclo, quello di Inzaghi, che finito per entrambi. Bello rivederlo nei panni di opinionista a Dazn, ancor più bello l'abbraccio all’Olimpico con Leiva dopo il derby vinto. VOTO 6

ATTACCANTI

CAICEDO Felipe: La soluzione - Lo abbiamo amato a dismisura per la sua capacità di riuscire a risolvere sempre i problemi della Lazio. Mai come ora la sua partenza direzione Genova ci fa rimpiangere quei momenti in cui l’assenza di Immobile non sembrava un dramma così grande. È stato un 2021 all’insegna dei problemi fisici per "La Pantera" che ha comunque condito le sue ultime apparizioni in biancoceleste con 4 gol, di cui gli ultimi 2 arrivati nei minuti finali e decisivi per i tre punti. Marchio di fabbrica. VOTO 6,5

CORREA Carlos Joaquin: TucuAdiós – Il Tucu se n’è andato. In estate ha seguito Inzaghi all’Inter dove però non è riuscito a trovare ancora la sua dimensione. Il suo 2021 biancoceleste è condito da 22 presenze, 3 assist e 8 gol di cui la doppietta al Milan e la rete al Bayern Monaco in Champions. Estro e qualità difficili da trovare, ma estrema mancanza di continuità. È il problema che l’argentino si porta avanti da anni, al quale vanno aggiunti i guai fisici che di certo non lo aiutano. Discontinuo. VOTO 6 (5,5 all’Inter)

FELIPE ANDERSON Pereira Gomes: Sempre a sprazzi - È tornato a Roma come figliol prodigo e ha riacceso l’affetto dei tifosi della Lazio. Con Sarri può diventare un top, ma ancora va a folate: primo blocco di partite molto bene, poi la luce ogni tanto si è spenta riportando alla mente il Felipe 1.0, quello talentuoso ma poco continuo. Fino ad ora 4 gol e 4 assist, lui sa e può fare di meglio. Lo pretende anche Sarri. VOTO 6,5

IMMOBILE Ciro: Come te nessuno mai - Tra qualche anno racconteremo ai nostri figli o nipoti di quel ragazzo biondo che ha riscritto la storia della Lazio. Anche il 2021 è stato il suo anno: King Ciro è stato capace di realizzare in totale 27 gol, ma soprattutto ha superato Silvio Piola diventando il miglior marcatore della storia del club. Anche Mancini se n'è accordo: le assenze di Immobile hanno complicato la fase finale della Nations League e anche le ultime gare di qualificazione al Mondiale. In precedenza, però, per Ciro e l’Italia era arrivata la gioia più grande con la vittoria all’Europeo. VOTO 9

MORO Raul: Il ragazzo si farà? – Il talento c’è, la maturità ancora no. Non è facile entrare a gamba tesa nel calcio dei grandi e lo spagnolo ci sta provando gradualmente. Ha ancora tanto da imparare e Sarri può essere l’uomo giusto per lui. Con Inzaghi gioca pochissimo, una sola presenza a Sassuolo. Sotto la guida del Comandante trova più spazio: 10 apparizioni, di cui una da titolare a Torino - dove però non incide - e un assist. De Gregori cantava: “Il ragazzo si farà”, la Lazio ci crede e ci spera. VOTO 6

MURIQI Vedat: Salutiamoci per il bene di tutti - L'anno del possibile riscatto è diventato quello del fallimento certificato. Non è andata, un peccato da circa 20 milioni. Adesso non bisogna perseverare. Ha chiuso facendo la riserva anche ai falsi nueve: 2 gol in 12 mesi, entrambi a gennaio all'Atalanta. Poi non solo si è fermato, è tornato indietro: è il primo a non crederci più. Le uniche gioie con il Kosovo durante le pause del campionato. Lui, alla Lazio, è in sosta da un anno e mezzo. VOTO 4.

PEDRO Eliezer Rodríguez Ledesma: Perdonali, non sanno quello che fanno - Gli hanno dato del bollito: si può non capire niente. L'hanno definito "romanista": non era accettabile. Se n'è andato da Trigoria che usava ancora il navigatore. Diceva Bob Marley: “Non giudico le persone dagli errori, bensì dalla voglia di rimediare”. In estate sembravano gli altri ad aver fumato. Ora le glorificazioni: 4 assist e 8 gol, uno nel derby. Vendetta servita sul piatto freddo: ma era il suo, da fuori area. VOTO 8,5. 

ZACCAGNI Mattia: Meglio tardi che mai - È l'uomo che emerge alla fine. In estate è sbarcato nella Capitale nell'ultimo giorno di calciomercato, una volta saltato l'obiettivo Kostic. L'avventura biancoceleste inizia in modo sfortunato, con due infortuni che lo tengono lontano dal campo. A fine novembre però arriva la riscossa: da Mosca in poi è tutto un crescendo. Due gol (a Sassuolo e Genoa) e grandi prestazioni gli consegnano di diritto la titolarità. Il 2022 sarà il suo anno. VOTO 7

Alla realizzazione del Pagellone 2021 hanno collaborato, in ordine alfabetico: Martina Barnabei, Marco Valerio Bava, Francesco Bizzarri, Mirko Borghesi, Elena Bravetti, Saverio Cucina, Marco Ercole, Leonardo Giovanetti, Ludovica Lamboglia, Federico Marchetti, Tommaso Marsili, Alessandro Menghi, Antoniomaria Pietoso, Jessica Reatini, Daniele Rocca, Carlo Roscito, Francesco Tringali, Alessandro Vittori, Edoardo Zeno e il nostro direttore Alessandro Zappulla.

DA TUTTA LA REDAZIONE, BUON 2022 A TUTTI VOI!

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