ESCLUSIVA - Papadopulo: "Questa Lazio deve ripartire dai giovani! La contestazione è figlia dei risultati..."

Una doppia carriera tra Livorno e Lazio, sia da calciatore che da allenatore. La sfida che andrà in scena domenica al Picchi non sarà una gara qualsiasi per Giuseppe Papadopulo, il cuore diviso a metà. L'esperto allenatore continua a seguire le sorti della compagine biancoceleste, lui che ha vissuto in prima persona l'inizio dell'era Lotito. Una buona metà stagione nel 2005 dopo l'esonero di Caso, con la perla della vittoria per 3-1 all'esordio nel derby. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Giuseppe Papadopulo, per un'intervista a tutto tondo tra passato, presente e futuro.
Domenica la Lazio è impegnata contro un Livorno con un piede in B. Che gara dobbiamo attenderci? "Rappresenta per le due squadre una partita di vitale importanza, quasi una finale. Il Livorno si gioca le ultime possibilità di salvezza, la Lazio invece può accedere alle coppe europee".
Con l'assenza di Klose Reja deve risolvere il solito rebus: meglio Mauri falso nueve o un centravanti puro? "Non credo che il Livorno badi troppo alla fase difensiva, si giocherà il tutto per tutto, non può pensare di non vincere. Giocherà a viso aperto dando modo alla Lazio di impostare una gara sulle ripartenze. Mauri lo vedo più in mezzo al campo, si può inserire e tentare l'assist e non ha marcature strette. Io lo vedo nelle vesti di costruttore di gioco più che finalizzatore anche se ha una buona dimestichezza con il gol":
In caso di mancata qualificazione in Europa si può parlare di fallimento? "Penso di no, perchè si sono succeduti due allenatori ed è stato comunque recuperato un campionato, dal momento in cui si parla ancora di Europa vuol dire che non tutto è stato fallimentare".
In estate tra contratti in scadenza e big in uscita ci dobbiamo aspettare una rifondazione? "Credo che la Lazio debba impostare un programma a media scadenza, quando si cambiano i connotati alla squadra bisogna puntare su giocatori abbastanza giovani per ottenere risultati nel giro di un paio di anni. Lotito è una persona che sà il fatto suo e credo che saprà dove metter mano"
La contestazione nei confronti del presidente Lotito diventa sempre più aspra: è la fine di un ciclo o una crisi transitoria? "Credo che molto dipenda dai risultati, ormai è tanto tempo che regna questa contestazione ma poi ogni volta che arrivano i risultati cambia la situazione nei confronti del presidente e credo che presto tornerà la tranquillità"
Nel frattempo la Lazio non sembra più tanto appetibile in sede di mercato... "Commettono un gravissimo errore, perchè chi gioca nella Lazio deve sentirsi gratificato di far parte di in una grande squadra, di una società che ha delle ambizioni. Credo che non sia una buona scelta restare in panchina in una grande squadra piuttosto che approdare alla Lazio".
Rispetto alla sua Lazio, quella dei Rocchi e dei Di Canio, forse manca un leader nello spogliatoio... "Probabilmente sì, negli ultimi anni la figura del leader all'interno dello spogliatoio è un po' scomparsa, oggi con tanti stranieri in una squadra è difficile imporsi come leader perchè chi viene dall'estero talvolta ha un senso un po' di supponenza che non si sposa con la presenza di questa figura. Un leader è importate nel momento in cui c'è ma non lo fa vedere".
La Primavera intanto fa faville, non pensa che sia giunto il momento di dare spazio ai giovani? "Sono pienamente d'accordo, l'estero in questo caso docet. Hanno più coraggio nel mandare in campo i giovani e si ritrovano dei gioiellini. In Italia non c'è questa mentalità e i giovani vengono un po' sacrificati, non solo dalla Lazio, che ha in ogni caso un vivaio di prim'ordine. Credo che diversi ragazzi della Primavera biancoceleste debbano far parte della prima squadra il prossimo anno".