Luigi Bigiarelli: chi era il fondatore del sodalizio biancoceleste

Domattina l’inaugurazione di una stele dedicata all’ideatore e fondatore della Lazio, Luigi Bigiarelli, presso il Cimitero di Ixelles (Pelouse d’honneur, Chaussée de Boondael 428) a Bruxelles in Belgio, dove riposano le sue spoglie mortali. Ricordiamo chi era questo ragazzo che i suoi amici e cofondatori della podistica chiamavano scherzosamente "er puntale" per via del suo pizzetto.
Gigi nacque a Roma nell'agosto del 1875 e morì, dalle ultime notizie acquisite a febbraio del 1908 a Bruxelles, dove seguì il fratello (altro fondatore) Giacomo nell'attività di famiglia, a soli 32 anni per un malanno mal curato. Quando ancora viveva a Roma, lontano dalla sua bella che era in Belgio, cominciò ad interessarsi al podismo frequentando i soci del barcone Liberi Nantes (meglio conosciuta come pippa nera) a ponte Margherita sotto la ormai famosa panchina di Piazza della Libertà.
Se ne parla spesso come bersagliere, in realtà Bigiarelli era un sottotenente, congedato da parecchio tempo quando cominciò ad interessarsi allo sport, forse come rivalsa a quella guerra perduta in africa. Gigi ancora ragazzo fu detentore del campionato di corsa veloce del 1899, fu insieme a Balestrieri (campione italiano nei 10.000 nel 1907) uno dei fondatori di tutto il movimento del podismo romano, diventando direttore di gare sportive anche di nuoto.
Amava anche la ginnastica, le escursioni e le gite in barca con i suoi amici che diventeranno anche i primi soci della Lazio. Le preferiva alla vita mondana, come scrisse nel suo diario, perché aveva deciso già in quel 21 aprile del '99 (Natale di Roma) "di abbandonare la vita galante, passeggi, caffè." Cambiandoli invece "con quelli sportivi onde divagarmi.. facendo esercizi violenti".
Le gare dell'anno predente (1898) alle quali forse non partecipò, furono in assoluto le prime a Roma di atletica e si disputarono a Villa Pamphili al Gianicolo. Luigi aveva un grande carisma naturale e voleva fondare assolutamente una società di podismo perché lo considerava a ragione il vero sport moderno.
Il canottaggio riguardava quasi esclusivamente il ceto medio-alto, mentre il popolo non aveva all'epoca un vero e proprio svago sportivo. Scelse il 9 gennaio del 1900 probabilmente perché era legato a questi numeri così particolari all'inizio del ventesimo secolo.
Per questo motivo oggi si può affermare che la Lazio viaggia a cavallo di tre secoli di storia. Con lui c'erano anche altre persone oltre ai fondatori conosciuti, in gran parte minorenni. Come Olindo Bitetti che scelse il nome Lazio o Tullio Mestorino e tanti altri che si possono scorgere nella prima foto conosciuta, scoperta da Piero Strabioni, pubblicata da Fabio Argentini sulla rivista Lazialità di Guido De Angelis e nella ricerca storica Calcio Romanus Sum (2006) edito da EnneBi.
Quello che sicuramente scelse Luigi furono i colori, ispirati alla bandiera della Grecia e ad Atene, patria delle Olimpiadi moderne (1896). Sul simbolo dell'aquila non si ha la certezza se sia stato concepito prima o dopo la fondazione, ma le prime testimonianze sono successive.
La più antica sede della Lazio fu casa sua, al primo piano di via degli Osti numero 15 e le prime gare furono quella pedestre del 21 aprile 1900 e quella di nuoto a giugno dello stesso anno. Poi la prima sede sociale a Via Valadier al piano terra fronte strada.
Luigi Bigiarelli fu il primo presidente della federazione Audax podistica fino al 1902, ma non fu mai presidente della Lazio (non voleva ci fossero superiori tra i soci). Quando raggiunse il fratello Giacomo, che morì prima di lui, continuò a gareggiare indossando la sua maglia biancoceleste della Podistica.
Rimane il suo record mondiale di marcia della mezzora (km 6,742) e anche quello dell'ora al Bois de Boulogne di Parigi (km. 11,282), dove vinse anche la gara di marcia dei 30 km in due ore e 28 minuti. Ci tenne sempre a ricordare che erano vittorie a nome della sua Lazio.
La vendita dei primi trofei secondo il più grande storico della Lazio Mario Pennacchia, fu uno dei motivi per il quale decise di andar via da Roma, ma ci sono anche prove di continua corrispondenza fra il grande presidente della Società Sportiva ed ente morale dei primi ventuno anni, Fortunato Ballerini ed il fondatore sempre rimasto nel cuore dei soci che lo avevano conosciuto, ma che già cominciavano a preferire il calcio al podismo.
Le circostanze quasi epiche relative alla sua morte raccontano di un medico che lo visitò e lo rassicurò sul fatto che avesse due "polmoni d'acciaio" eppure i giornali dell'epoca parlano proprio di polmonite a causa della sua dipartita.