Immobile, il suo ex tecnico Maddaloni: “L'esordio sembrò un sacrilegio…”

La sfida contro la Juventus di questa sera sarà per Ciro Immobile una ritorno al passato. Sì, perché dieci anni fa, l’attaccante della Lazio vestiva l’altra maglia, acquistato dal Sorrento dopo le grandi finali Allievi 2007. In bianconero, il bomber campano vinse due tornei di Viareggio, nel 2009 e nel 2010. Massimiliano Maddaloni, suo allenatore di quei tempi, ha parlato del ‘Ciro juventino’: “Aveva avuto qualche difficoltà del primo anno alla Berretti e in società c’era qualcuno dubbioso. Io a inizio anno lo chiamai in uno stanzino e gli dissi ‘Ciro, vuoi diventare un giocatore vero o tornare al Sorrento?’ Gli spiegai che il fisico non gli bastava più, avrebbe dovuto lavorare sui concetti di calcio. Come rispose? In campo, è una spugna: se gli dici una cosa, la impara”. L’allenatore, negli ultimi anni in Cina con Lippi e Cannavaro, si è espresso ai microfoni di gazzetta.it sul tipo di calciatore che era Immobile: “Un ragazzo che andava d’accordo con tutti, simpatico, allegro, sempre a disposizione. Lottava fino all’ultimo: se lo analizziamo bene, vediamo che non ha grandi qualità tecniche, però ha una enorme capacità di lettura”.
MIGLIOR ATTACCANTE - “Miglior attaccante? Sì, per me la definizione ci sta. Quando lo facemmo esordire in prima squadra, entrò al posto di Del Piero e sembrava un sacrilegio. Anni dopo, posso dire che forse l’errore fu di far giocare Paolucci al suo posto: Ciro ci rimase male… e non aveva torto”.
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