Lazio, Buzzanca: “Polemiche Lecce sul rigore assurde. Chiediamoci dov’era piuttosto il VAR”

Il rigore parato da Strakosha con la conseguente rete siglata da Lapadula, poi annullata, è al centro di continue polemiche tra chi sostiene che il penalty dovesse essere ripetuto e chi invece ritiene giusta la decisione dell’arbitro di assegnare il calcio di punizione alla Lazio. Lalaziosiamonoi.it già ieri aveva pubblicato l'articolo del regolamento che sosteneva di fatto quanto fischiato da Manganiello. Anche Alessio Buzzanca, ai microfoni di RadioSei, quest'oggi ha rincarato la dose dedicandovi l'apertura: “La Lazio fa come Penelope, tesse la tela e la disfa, fa tutto da sola. È bizzarro come in una partita in cui subisci due gol il migliore in campo sia il portiere, ma per me ieri Strakosha è stato da 8.5. Al pareggio del Lecce mi sono irritato e ho pensato ad un dato significativo: abbiamo calciato 7 corner senza buttarla mai in porta, loro ne hanno battuto uno e hanno fatto gol. Il Lecce gioca bene e ieri è stato chiaro ma contro squadre come la Lazio rischia in troppe occasioni. Sono state fatte tante polemiche sul calcio di rigore, ma non si prende in considerazione il fatto che il penalty non c’era. L’interpretazione è semplice, esiste una regola chiara e in quella situazione si deve riprendere con il calcio di punizione, così come è giustamente successo. L’ha detto Rizzoli, la regola è questa. Può piacere e non piacere ma chiunque dica il contrario non conosce il regolamento. Non si po’ entrare in area prima che il rigore venga calciato. Con il nuovo regolamento ora il portiere ha più movimento, può muovere un piede sulla linea di porta, anche in avanti, l’importante è che l’altro stia sulla linea di porta. Le regole non si opinano, si rispettano. Il presidente del Lecce non si può lamentare di una regola che c’è, oltretutto su rigore inesistente. L’unica cosa che va fatta è chiederci perché il VAR non sia intervenuto. Con la Fiorentina, in occasione della spinta su Lazzari poteva esserci il beneficio del dubbio, ieri invece no, perché il fallo non c’è.”
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