Lazio, Il Fatto Quotidiano contro Lotito. Il perbenismo ucciderà il calcio

Lotito e la Lazio sul banco degli imputati, ma se il calcio non dovesse riprendere le conseguenze sarebbero gravissime...
29.04.2020 06:50 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Il Fatto Quotidiano contro Lotito. Il perbenismo ucciderà il calcio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

“Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Il famoso proverbio ben si addice al periodo storico che stiamo vivendo. Il coronavirus ha stravolto le nostre vite e costretto a un lockdown che dura da quasi due mesi. Dal 4 maggio partirà la famosa Fase 2 con qualche libertà in più, ma la convivenza con il Covid-19 sarà ancora lunga. In quest’ottica, il calcio spera di ripartire presto, ma la situazione al momento appare ancora bloccata con allenamenti di squadra programmati per il 18 maggio (forse). La Figc e la maggior parte dei club vorrebbero riprendere, ma ancora non si conoscono modalità e tempistiche. Con queste dovute premesse, passiamo ai fatti. L’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano riporta un articolo dal titolo: “Presto, date uno scudetto al virologo Lotito”. Già il titolo fa capire molto, a cominciare dall'appartenenza calcistica di chi scrive. Sotto attacco c’è il patron biancoceleste dopo l’intervista rilasciata ieri sulle pagine de La Repubblica. Nel mirino, insieme al presidente, ci sono anche Tare e Diaconale colpevoli, secondo l’articolo, di una serie di dichiarazioni che andavano verso la ripresa del campionato. L’incipit del pezzo è un insieme di qualunquismo e perbenismo:  “Il Covid toglie l’olfatto? Il presidente della Lazio sente profumo di scudetto. Si fa il conto tragico di casse funebri e cassintegrati? Lotito pensa al campionato: bi­sogna ripartire, ripartire, ripar­tire. Una preghiera: fermatelo. Se necessario, agite d’ufficio: il tricolore è suo, è loro, festeggino al Circo Massimo, a un metro di distanza. Ma la smetta con que­sto stillicidio”. Accidenti, questo sì che è un ragionamento illuminato. Nonostante il comunicato della Lega Serie A, che indica l’unanimità nel voler ripartire, sul banco degli imputati finiscono solo la Lazio e Lotito. Come se alla ripresa sia già scontata la vittoria della squadra di Inzaghi. La paura in certi casi rischia di fare brutti scherzi.

ASPETTO SPORTIVO – Sia il presidente che il ds Tare, alla radio ufficiale, hanno spiegato che la sosta non sarà un alleato. Fino all’inizio di marzo la Lazio volava e, sulle ali dell’entusiasmo, aveva messo insieme ben 21 risultati utili consecutivi. Potendo beneficiare di un vantaggio enorme rispetto alle altre: giocare solo in campionato e non avere le coppe. Qualora il campionato riesca a ripartire, tutti i club sarebbero chiamati a giocare ogni tre giorni di fatto annullando la carta in più dei biancocelesti. Non solo, come evidenziato dal diesse, mancano ancora 12 giornate, quasi un terzo del campionato, e non è detto che la Lazio possa continuare a marciare come fatto da settembre a fine febbraio. Quasi tre mesi di stop sono un’incognita per tutte e non si può pensare che Immobile e compagni siano in qualche modo avvantaggiati.  Sulla proposta dello spareggio non è un punto della Lotiteide, come viene indicato nel pezzo. Anche in questo caso, infatti, si sintetizza poco e male, si estrapola quello che si vuole da una domanda durante una singola intervista. Piuttosto che un playoff a quattro che coinvolgerebbe squadre distanti 15 e 9 punti, sarebbe più corretto, secondo le parole di Lotito, uno spareggio tra le prime due, anche se la speranza è sempre quella di portare a termine le 124 partite che mancano alla fine del campionato.  

ASPETTO ECONOMICO – La cosa che deve essere chiara è che Lotito non vuole ripartire perché rischia di vincere lo Scudetto, ma perché altrimenti a rischiare sarebbe tutto il calcio. Se la Serie A non dovesse riprendere, saranno quasi la metà i club che difficilmente potranno sostenere le perdite e presentarsi regolarmente ai nastri di partenza a settembre. Senza contare le persone che lavorano nell’ombra, che non sono calciatori, ma che grazie a “22 uomini in pantaloncini che corrono dietro a un pallone” (restando in tema di luoghi comuni) portano ogni mese a casa lo stipendio. Giardinieri, magazzinieri, fotografi, steward, catering, servizi biglietteria,  massaggiatori, addetti alla sicurezza, collaboratori, tecnici, specializzati dei media televisivi e radiofonici e giornalisti, solo per citare alcune delle categorie più coinvolte. Secondo le stime sarebbero più di 300 mila le persone che rischierebbero il tracollo finanziario ed economico. Già si parla spesso delle quasi 27 mila vittime di questo dannato virus, ma senza passare per cinici, vanno considerate anche le condizioni di chi rimarrà e di continuerà e proverà a sopravvivere dopo questo Covid-19. Tornando a Lotito, il patron ha detto che, qualora il calcio si fermasse, lui risparmierebbe quattro mensilità e sarebbe qualificato in Champions League. Economicamente parlando, quindi, forse la Lazio sarebbe quasi avvantaggiata dalla sospensione essendo una società con i conti in regola. Cosa che non si può dire di tante, forse troppe, società. Siamo sicuri che ripartire sia un vantaggio per la Lazio? Una cosa è certa, il perbenismo e la sospensione faranno una vittima in più: il sistema calcio. Quindi spesso sarebbe più opportuno non fermarsi al dito, ma guardare alla luna.  

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Pubblicato il 28/04 alle 15:00