Lazio, Poli: “Europa? Non è detta l’ultima. Patric troppo sicuro di sé!”

Fabio Poli, attaccante della Lazio dal 1985 al 1987, è intervenuto ai microfoni della radio ufficiale biancoceleste, soffermandosi anche sull'Europa.
27.11.2019 20:00 di  Elena Bravetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Poli: “Europa? Non è detta l’ultima. Patric troppo sicuro di sé!”
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Fabio Poli, in maglia biancoceleste dal 1985 al 1987, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, soffermandosi, prima di tutto, sulle probabilità che la squadra ha di passare il turno in Europa League: "La Lazio ci deve sempre provare, anche se le speranze sono minime, non si sa mai. Ha fatto dei grandi regali, non l’ha presa bene quest’Europa League, pensavo sarebbe potuta andare avanti in questa competizione. La Lazio è superiore a tutte le squadre del suo girone, è diversa la mentalità, le altre ci tengono tanto a questo torneo. Sulla carta è, indubbiamente, quella più forte. Cambiare tanto porta all’insuccesso: non si è abituati a giocare insieme, non sono uguali movimenti e giocate. Forse questo è stato un errore! Nuovi? E’ difficile giudicare, hanno giocato talmente poco. Diamogli tempo e sicuramente faranno bene. La Lazio ha bisogno di qualcosa in più in difesa e centrocampo. Cataldi? Quando l’ho visto giocare all’inizio, per me è stata una grande sorpresa, Poi è andato di qua, di là, non si è creduto molto in lui. Sostituire Leiva è complicato, ci vorrà del tempo. E’ un giocatore che tiene a questa maglia, sei sicuro che darà tutto quello che ha dentro".

CAICEDO - "Caicedo se lo volete dare via, io a Bologna lo prendo (ride, ndr). A me piace, non gioca come gli altri, può fare reparto da solo, aiuta la squadra, si è sempre dato da fare. Con la qualità di Ciro e degli altri lì davanti, forse farei bene anche io. Mi auguro che la Lazio riesca ad avere continuità. Per arrivare lassù deve avere una grande forza, soprattutto difensiva. Hai un attacco così forte, devi avere un attacco altrettanto forte, deve avere equilibrio. Acerbi? Non pensavo potesse far così bene, non è semplice. Se è sempre presente, vuol dire che dà tante garanzie all’allenatore. Patric? Non sono innamorato di questo giocatore, non perché non sia bravo ma perché il suo modo di giocare mi pare troppo superficiale, troppo sicuro di se stesso. Vorrei che, in generale, fossero meno ‘leggeri’ con il pallone tra i piedi".

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