Lazio-Vicenza, 36 anni dopo quel gol di Fiorini che sancì la sopravvivenza

Il 21 giugno 1987 non sarà mai una data come le altre per la storia della Lazio. Un giorno che sembrava sancire la fine della favola biancoceleste ma che invece rappresentò la risalita dagli inferi. L'allora squadra di Fascetti ospitava all'Olimpico il Vicenza nello scontro diretto valido per la permanenza in Serie B. Era l'anno dei "meno nove" e in un campionato con soli due punti a vittoria gli aquilotti non avevano altre possibilità se non vincere con i veneti per continuare a sperare.
La partita infinita e la grande gioia al fischio finale
La cornice di pubblico era quella delle grandi occasioni. Lo stadio era completamente esaurito, perché l'essenza del tifoso laziale è questa, può succedere qualsiasi cosa, ma nei momenti cruciali non si tira mai indietro. Una vera e propria bolgia pronta a trascinare Gregucci e compagni verso l'impresa. Come spesso capita in questi casi la palla però sembrava non volesse entrare. L'incubo della Serie C si stava materializzando e con lui il pericolo di uscire di scena. Ma non poteva finire così, quella lunga storia doveva proseguire, c'erano ancora troppe pagine da scrivere. A poco meno di dieci minuti dalla fine ci ha pensato proprio lui, l'uomo più atteso, il bomber Giuliano Fiorini. Probabilmente colui che più di tutti sentiva la responsabilità di dover salvare la Lazio. Su un cross di sporco di Podavini riuscì a stoppare e a girarsi in una frazione di secondo e con un tocco di punta riuscì a battere il portiere vicentino Dal Bianco.
Al termine del match l'attaccante scoppiò in lacrime per la tensione accumulata nel corso di quella settimana. La battaglia però non era finita, c'erano ancora gli spareggi da giocare a Napoli contro Campobasso e Taranto. Ma quella è un'altra storia come la promozione dell'anno seguente che decretò il ritorno definitivo della Lazio in Serie A e l'inizio di un'era caratterizzata ricca di trionfi in ambito nazionale ed internazionale.