Lulic si presenta: "Spero che la trattativa si chiuda presto... Giocare con la Lazio sarebbe un sogno"

21.05.2011 10:00 di  Valerio Spadoni   vedi letture
Fonte: Rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta dal Corriere dello Sport, firma: Rindone/Patania
Lulic si presenta: "Spero che la trattativa si chiuda presto... Giocare con la Lazio sarebbe un sogno"

Non è proprio un terzino ma può farlo a suo modo. Senad Lulic, classe ’86 dello Young Boys, è un esterno con spiccate doti offensive. E’ un destro che sa giocare bene a sinistra, molto veloce, dotato di una buona tecnica e di un tiro molto pericoloso. Ha cambio passo, un’altra marcia quando se ne va in progressione. Su internet si posso apprezzare le sue caratteristiche offensive mentre è tutto da scoprire in fase difensiva ma nella Bosnia, la sua Nazionale, ricopre il ruolo di terzino sinistro nel 4-2-3-1. Ma ora conosciamolo meglio:

Lulic, il suo futuro è la Lazio. “E’ un sogno, parlo continuamente con il mio manager, so che è in contatto con la Lazio e con lo Young Boys, c’è una trattativa, sono giorni importanti, speriamo che l’operazione si chiuda presto, attendo notizie anche io”.

C’è una maglia biancoceleste, è pronta per lei. “Sarebbe davvero bello! Sto seguendo il campionato italiano, speriamo che la Lazio vinca e riesca ad andare in Champions League, seguirò dalla Svizzera”.

Lulic in Serie A, con la Lazio, che effetto fa? “Qualsiasi calciatore che sta in Svizzera sogna un giorno di poter giocare nei campionati top five europei, la Serie A è un torneo grandioso, farne parte mi renderebbe orgoglioso”.

La Lazio cerca da un anno l’erede di Kolarov, lei pensa di poterlo diventare? “Conosco Kolarov, so che è un grande giocatore e che ha fatto benissimo in Italia. Io come lui? E’ troppo forte (ride, ndr)…”

Avete caratteristiche simili, siete offensivi e segnate spesso. “In generale non mi piacciono i paragoni, preferisco far parlare il campo. Kolarov si è fatto conoscere, è stato bravo, io ancora devo iniziare”.

Ha paura dell’impatto con la Serie A? “Paura? Assolutamente no, ho voglia di giocare in Italia, mi sento pronto, ma ho un contratto di due anni con lo Young Boys, dobbiamo giocare altre due partite”.

Il Ds Tare l’ha vista giocare a marzo in Bosnia-Romania, ha parlato con lui? “Non ci ho parlato, dopo qualche giorno il procuratore mi ha detto per la prima volta che la Lazio si stava interessando e che Tare era allo stadio”.

Lulic parla italiano, come l’hai imparato? “Da solo, ho giocato per due anni nel Bellinzona e l’Italia lì è di casa. Nello Young Boys ci sono compagni come Adriano De Pierro, Moreno Costanzo, ho conosciuto Alberto Regazzoni, hanno origine italiane”.

Cosa pensa dell’Italia? “Ho conosciuto lo stile di vita, la gente era sempre calda, gentile, ho tanti ricordi, era come fossi in vacanza, mi trovato benissimo”.

S’immagina già Roma? “Roma non la conosco, sembrerà strano ma non ci sono mai stato, spero di vederla presto”.

Ci racconti la sua storia… “Sono nato in Bosnia, a Mostar, è una piccola città, lì ho iniziato a giocare a calcio, con gli amici ci divertivamo nei campetti, poi a 12 anni io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in Svizzera, è successo dopo la guerra”.

La Svizzera è diventata la sua casa, il suo calcio. “Cominciai a giocare nel Chur 97, una società che ha sede a Coira. In seguito sono passato al Bellinzona per due anni e per altri due sono stato al Grasshoppers, è il mio primo anno a Berna”.

E’ nazionale bosniaco, ma con passaporto svizzero. “Sono 13 anni che vivo in Svizzera, ho preso il passaporto a gennaio”.

Senad Lulic che giocatore è? “Ho sempre giocato sulla fascia sinistra, sin da piccolo, mi piace correre e attaccare. Tutti dicono che sono mancino, in realtà sono un destro naturale e ho giocato anche a destra, non ho problemi nel giocare su entrambe le fasce, non cambia nulla per me”.

Ha il vizietto del gol… “Mi piace attaccare gli spazi, sono più offensivo ma in Nazionale giococome terzino nel 4-2-3-1. Nello Young Boys sono esterno di fascia sinistra, le decisioni spettano all’allenatore, dietro o avanti è lo stesso”.

Ha colpito 9 volte tra campionato, Europa League e preliminari di Champions, mica poco… “Mi piace segnare, cercare il gol su azione o su palla inattiva, mi piace accentrarmi, calcio di destro e sinistro. Fare gol è una bellissima sensazione, quando posso cerco di sfruttare il mio tiro. Ho segnato 9 reti, ma non si tratta del mio record. Il primato risale ai tempi del Bellinzona, ne feci 12 però si giocava in B”.

C’è un giocatore che prende come esempio? “Non ne ho in particolare, potrei dire Dani Alves del Barcellona, parte da dietro ed è abituato a affondare, ovviamente è solo un paragone (ride, ndr)”.