Papadopulo:"Vi spiego Catania-Lazio"

L’ex tecnico e giocatore della Lazio, Giuseppe Papadopulo, è intervenuto questo pomeriggio nel corso del programma radiofonico “Tutti in campo” di Itasportpress.
Mister Papadopulo, partiamo dall'attualità, domani in campo nell'anticipo di A, il Catania di Zenga ospiterà al "Massimino" la Lazio, sua ex squadra sia da giocatore che da tecnico. Crede che i rossazzurri per spuntarla dovranno aggredirli o aspettare le loro avanzate?
“Il Catania non deve sconfessare quello che ha proposto sino ad oggi. I risultati parlano chiaro, la squadra allenata da Zenga merita ampiamente la posizione che occupa. Non deve cambiare atteggiamento. Deve conservare le peculiarità di gioco che gli hanno fatto vincere partite importanti”.
Secondo lei sarà una partita molto tattica?
“Non credo, il Catania è vicino al raggiungimento del suo obiettivo, cioè la salvezza. La Lazio sta invece cercando di agguantare un piazzamento Uefa, un obiettivo complicato viste le concorrenti. Se scenderà in campo con un atteggiamento sparagnino incontrerà difficoltà contro il Catania”.
Lei ha giocato con la Lazio ai tempi di Wilson, Governato e Chinaglia e poi è tornato da allenatore nel 2004. Ritiene la piazza romana molto esigente e difficile da gestire?
“È gratificante dal punto di vista professionale, allenare e giocare in una città importante come Roma. Ha un fascino particolare. Come ogni cosa c’è anche il rovescio della medaglia. La tifoseria pretende molto e con troppa facilità l’ambiente si deprime e si esalta di partita in partita”.
Il presidente Lotito è l’uomo giusto per portare la Lazio in Europa?
“Credo proprio di si. Ha un modo di operare molto oculato. Personalmente conservo un buon ricordo di lui. Ricordiamoci come ha trovato la Lazio quando è arrivato. Ha dimostrato dunque le sue grandi capacità manageriali”.
Qual è il suo giudizio sul tecnico Delio Rossi?
“E’ un buon allenatore, ha fatto bene con la Lazio in questi anni pur non disponendo sempre di un organico eccezionale. Il suo rendimento è sicuramente positivo”.
Se in futuro la chiamasse il Catania, dopo i malintesi sorti in passato con i tifosi, lei accetterebbe l'incarico?
“Innanzitutto auguro al presidente Pulvirenti, a Lo Monaco a Zenga e a tutto l’ambiente etneo le migliori fortune. Non vedo perché debba precludermi dalla possibilità di allenare il Catania. A chi non farebbe piacere? Per quanto riguarda i malintesi con i tifosi credo siano dovuti al fatto che ho allenato in passato l’Acireale. Preciso che si è trattato di incomprensioni solo dal punto di vista sportivo, nient’altro”.
In Sicilia prima dell'esperienza a Palermo ha fatto bene ad Acireale in serie B. Qual è il suo ricordo della piazza acese ?
“Intanto auguro ai tifosi dell’Acireale di rivederli quanto prima nei campionati competitivi che essi meritano. E’ una bella cittadina, ho conosciuto splendide persone ad Acireale come in tutta la Sicilia. Anche a Palermo ho trovato bella gente da ricordare. Spero che la Sicilia annoveri più squadre nei vertici importanti del calcio”.
L’ultima sua panchina è stata quella del Lecce. Promozione in A, migliore difesa, record di vittorie, tutto bruciato però in una sera per qualche divergenza con i dirigenti salentini. E’ tutto vero?
“In linea di massima è una parte della verità anche se non è tutta la verità. Ho fatto la scelta di lasciare la panchina del Lecce con molto dispiacere. Portare una città importante come quella giallorossa, in un anno e mezzo in serie A non è stato semplice. Però quando non si condividono alcune strategie della società meglio alzarsi e andare”.
Ritiene che questo Lecce ha le potenzialità per salvarsi?
“Possono esserci le possibilità di una salvezza. Personalmente avrei voluto allestire un altro tipo di squadra. Auguro ai tifosi leccesi di salvarsi perché vincere nuovamente il campionato di B non è un traguardo facile da raggiungere”.
Ha avuto proposte concrete da club di A? Si è parlato del Torino.
“Si ho ricevuto diverse proposte che non ho ritenuto però di accettare. La mia speranza è quella di trovare chi mi offre una panchina importante. Si sta parlando di Torino, ma per il momento preferisco lasciare in pace Novellino. Ripeto, sono in attesa di una collocazione. Ho voglia di tornare ad allenare in serie A. Ho rifiutato diverse offerte dalla serie B. Non escludo che nel corso di questa stagione possa subentrare a qualche collega. Spero di non completare il campionato come pensionato ma da allenatore”.
Lei è un tecnico che non le ha mai mandate a dire, ci da un giudizio su Josè Mourinho?
“E’ chiaro che da Mourinho ci aspettavamo altre cose dal punto di vista calcistico. Questo non è avvenuto. Abbiamo scoperto piuttosto un uomo che dice le cose che pensa anche se in un modo non corretto. Nell'ambiente del calcio ci sono delle regole da rispettare e non bisogna offendere i colleghi”.
Papadopulo, com' è stato il suo rapporto con il presidente Zamparini quando allenò il Palermo nel 2005/06?
“Ho tuttora un buon rapporto con Zamparini. Quando arrivai al Palermo avevo percepito che la società aveva già stabilito un accordo con Guidolin per farlo tornare in panchina. Nonostante avessi conquistato risultati importanti come la semifinale di coppa Italia e gli ottavi di Uefa, ho dovuto lasciare la panchina e accettare con malincuore una decisione che avevo già previsto al mio arrivo”.