Sculli e l’erba verniciata: i guasti del calcio artificiale

08.03.2011 08:11 di  Marco Ercole   vedi letture
Fonte: rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta da La Repubblica/La Gazzetta dello Sport
Sculli e l’erba verniciata: i guasti del calcio artificiale

Il giallo Sculli presenta delle inquietanti macchie di verde. Come la vernice utilizzata per colorare l’erba che non c’è più all’Olimpico, a Marassi, a San Siro. Il giorno dopo la grande paura per l’esterno della Lazio, il mistero resta: «Il giocatore – dice Bianchini, medico del club – ha avuto una reazione allergica, un’orticaria gigante. Il ragazzo sta bene e ora cercheremo di capire le cause. La vernice? Non posso escludere nulla, è un’ipotesi che va studiata». Il Coni non condivide: il liquido utilizzato è atossico e anallergico. È un prodotto inglese, una miscela di pigmenti inorganici e resine. E poi lo stesso Sculli sul prato dell’Olimpico aveva già giocato con la maglia del Genoa, il 16 ottobre scorso, a 24 ore dal “trattamento completo” fatto sul terreno dopo il concerto degli U2. l’ultima manutenzione, ma solo delle due aree di rigore, risale al 26 febbraio. Ancora: lo stesso prodotto viene usato a Marassi, dove Sculli ha giocato per anni. Ma allora perché anche Brocchi in passato ha avuto una reazione allergica simile, legata pare alla vernice? Ipotesi alternativa: la puntura di un insetto. Oppure c’entra un normale antinfiammatorio assunto però a mezzogiorno? Possibile, ma non certo, che la soluzione del giallo arrivi delle prove allergologiche previste tra oggi e domani.
Di sicuro c’è che in Italia il calcio è sempre più artificiale: dopo i tifosi di cartone a Trieste, l’erba finta sui campi. Tra l’altro i giocatori odiano quella vernice, perché nella doccia è una battaglia per cancellare le macchie di verde. Ma le esigenze della tv sono sacre: bisogna salvare l’apparenza e allora se non c’è l’erba, vai con il liquido inorganico atossico eccetera. Ma a questo punto non sarebbe più sano rassegnarsi all’erba sintetica? Meglio una soluzione moderna che un calcio finto.

Gli esperti. Ma perché si verniciano i campi di calcio? E’ la domanda che molti si stanno ponendo dopo il caso-Sculli. La parola agli esperti. «Non c’è alcun motivo tecnico, ma soltanto estetico – spiega Marco Volterrani del Centro ricerche tappeti erbosi sportivi dell’Università di Pisa -. Il campo di Roma è di doppia specie: a una base di gramigna, che sotto i 20 gradi ingiallisce, in settembre viene inserito i loietto, la classica erba all’inglese, per conservare la colorazione verde. A fine inverno, però, può capitare che il campo ingiallisca comunque. Così si interviene verniciandolo. Non sono un medico ma mi sembra strano che il problema di Sculli sia dovuto alla vernice, non ricordo casi analoghi. Si usano prodotti specifici, atossici e con pigmenti naturali. La verniciatura si fa 2-3 giorni prima della partita e poi il campo viene abbondantemente irrigato per togliere tutti i residui. Questi interventi di cosmesi spesso sono chiesti dalle televisioni».

Alternative. Non è di questa idea Giovanni Castelli, agronomo della Lega Calcio: «Non mi risulta che siano interventi chiesti dalle tv o dalle stesse società, semmai sono decisioni dei gestori dei campi per fare “bella figura”, perché si è convinti che un prato giallo si un brutto campo sul quale giocare, e non è così. Però se la verniciatura avviene troppo a ridosso della partita, in condizioni climatiche non idonee o con prodotti scadenti, possono esserci dei problemi. Alternative alla vernice? La sabbia colorata, la sabbia ceramizzata o un sistema più vecchio, che è quella di tagliare erba verde molto fine qualche ora prima della partita e poi buttarla sopra il campo».