Toni Malco racconta Maradona: "Adorava l'inno della Lazio e una volta con la maglia di Fiorini..."

27.11.2020 07:05 di Jessica Reatini Twitter:    vedi letture
Fonte: Jessica Reatini
Toni Malco racconta Maradona: "Adorava l'inno della Lazio e una volta con la maglia di Fiorini..."
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Toni Malco ha vissuto momenti indimenticabili accanto a Diego Armando Maradona e nella giornata di oggi è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio proprio per ricordare il Pibe de Oro: “Sono ancora sconvolto, quando conosci alcuni personaggi pensi siano immortali. Una persona meravigliosa, parlo di Maradona atleta e uomo, ho vissuto tanti momenti con lui che me l’hanno fatto apprezzare. Una volta andammo all'inaugurazione della nuova casa di Carnevale e portammo un pensiero, una pianta della felicità, noi eravamo contenti poi vedemmo quello che gli aveva portato Maradona che era alto almeno tre metri e ci vergognammo tantissimo. Mi fece cantare fino alle quattro del mattino tutte le canzoni degli anni ’60".

"Apprezzava molto il mio inno, una volta si fece regalare una cassetta e la mise durante gli allenamenti del Napoli con l’altoparlante perché lui diceva portasse bene. Nel tempo quando ho avuto l’opportunità di sentirlo mi cantava sempre ‘Vola Lazio vola’. La prima volta con Maradona fu a casa di Troisi quel giorno c’era anche Giordano, Gianni Minà, eravamo tanti ma lui stava benissimo con tutti, una simpatia e una semplicità che solo i grandi hanno. Mi lascia un vuoto incredibile, so che Giordano per lui era come un fratello. Non l’ho mai sentito parlare male di nessuno, l’unica cosa sleale che fece nella vita fu quella famosa “Mano di Dio” nella gara tra Argentina e Inghilterra. È sotto gli occhi di tutti quello che ha fatto da calciatore".

"La parola adatta per descriverlo è sicuramente dolcezza, mi salutava sempre con l’inno, gli piaceva tantissimo e era anche abbastanza intonato. Veniva dalla fame e quindi apprezzava tutto quello che aveva avuto, una volta a un cameriere dell’Hotel Jolly in Corso Europa gli aveva fatto delle cortesie e lui gli disse di dargli una bella cifra di mancia perché lui era così generoso e riconoscente. Raccontava il suo passato, la povertà quando giocava con una palla di carta e stracci, raccontava che il padre faceva grandi sacrifici per accompagnarlo agli allenamenti, il più delle volte diceva di non avere fame per far mangiare i figli. Ha conosciuto la fame e ha sprigionato quel grande talento che aveva in tutte le sue manifestazioni sportive. Mi raccontava che in Spagna giocavano molto duro e infatti quando era al Barcellona ebbe un brutto infortunio. Alla Lazio dedicava molte attenzioni, una volta avevo la maglia di Fiorini e me la portai a Posillipo e c’è una foto in cui io gli do la maglia e lui con la mano destra copre l’1 dell’11 e mi dice ‘Qui devi metterci lo 0 perché io sono un numero 10’. Mancherà a tutti gli amanti del calcio".

Pubblicato il 26/11/2020

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