Vieri e Pancaro ricordano la loro Lazio. Bobo show, tante battute e una stoccata: "Se fossimo stati al Nord..."

Leggi quella formazione e ti tremano le gambe. Marchegiani; Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli; Stankovic, Almeyda, Mancini, Nedved; Salas, Vieri. In panchina, Sven-Goran Eriksson. Gli eroi di Birmingham, in quel 19 maggio 1999 entrato per sempre nell'Olimpo eterno della storia biancoceleste. Contro il Mallorca di Hector Cuper, la Coppa delle Coppe bussò alla porta della bacheca laziale per non uscirne mai più. Per ricordare quella serata magica, Lazio Style Radio ha contattato - all'interno della rubrica Lazio Story - due protagonisti di quella partita: Christian Vieri, che con un'incornata pazzesca siglò la prima rete biancoceleste, e Giuseppe Pancaro, autore dell'assist per l'ariete laziale. "Ma quale assist? Pippo va in giro dicendo che mi ha fatto un assist! - scherza Bobo Vieri prendendo in giro il suo amico ed ex compagno di squadra - A Cragnotti diceva di meritare più soldi solo per avermi fatto quell'assist. Poi alla fine è riuscito a convincerlo, gli fece cinque anni di contratto!". E' un fiume in piena di battute Vieri, che gonfia il petto orgoglioso ricordando la sua prodezza: "Su un lancio così, il portiere deve stare fuori dalla porta. Quindi mi sono detto: 'Cerchiamo di anticipare il portiere' e ho fatto questo pallonetto". E a chi gli dice che è forse l'attaccante che più di tutti sembrava incarnare le doti di Giorgio Chinaglia, risponde: "Be', non era male Chinaglione!". Come il grande Long John, il Vieri calciatore non peccava certamente di falsa modestia: "Ai miei compagni dissi: 'Basta che mi date la palla e faccio gol!'".
IL TRIONFO DEL VILLA PARK - Anche un 'guascone' come lui, però, non può che emozionarsi nel ricordare quel trionfo: "Fu una serata spettacolare, stupenda, segnai proprio davanti ai nostri tifosi. Poi era il primo trofeo internazionale vinto dalla Lazio. Una serata spettacolare, una delle serate più belle della mia vita". Al Villa Park fu un'invasione di sostenitori laziali, come ricorda anche Pancaro: "Il ricordo più bello legato alla finale di Coppa delle Coppe è la nostra curva, l'immagine dei nostri tifosi che festeggiavano, questo mare biancoceleste che riempiva una curva intera dello stadio". E poi la sfida sul campo, un avversario ostico, ma che per Vieri non poteva incutere timore alla Lazio: "Il Mallorca era una squadra molto veloce, poi se erano arrivati in finale voleva pur significare qualcosa. Noi però eravamo uno squadrone incredibile, di chi dovevamo avere paura?". "Per molti di noi era una delle prime vere finale, l'importanza di quella partita era fondamentale. Un po' di tensione nel pre-partita l'ho avuta", ammette candidamente Pancaro, beccandosi l'appellativo di "cacasotto" dall'amico Bobo.
CHE SQUADRONE! - Una squadra piena zeppa di campioni, di nomi rimasti nell'immaginario collettivo biancoceleste: "C'erano tanti fuoriclasse, dico su tutti Nesta per quello che rappresentava", ricorda il terzino dello Scudetto. "C'erano grandissimi giocatori, eravamo una grandissima squadra. Se fossimo stati al Nord, avremmo vinto tre-quattro scudetti", è la battuta sarcastica di Vieri. Pochi giorni dopo, però, la gioia per la vittoria si trovò a fare a cazzotti con l'atroce amarezza di un Tricolore perso - non è illecito dire - immeritatamente: "Mi ricordo che dopo la finale, non festeggiammo più di tanto, perché pensavamo all'ultima gara di campionato. Alla fine è stata più l'amarezza per lo Scudetto perso che per la coppa vinta", ammette Pancaro. "Abbiamo perso sette punti in tre partite, poi abbiamo pareggiato a Firenze. Purtroppo il calcio è questo. Quando rientrammo dall'infortunio io e Nedved partimmo a razzo. Erano anni che non si vedeva una squadra del genere, non soffrivamo quasi mai", ricorda con orgoglio Vieri. Nella mente del bomber, un posto speciale occupano due figure fondamentali per quella Lazio vincente: "Eriksson era uno spettacolo! Un grande, non ho mai avuto un allenatore così in vita, tranquillo, carino. L'unica volta che alzò la voce esclamò: 'Cavoli ragazzi!', io sono dovuto uscire dal campo perché stavamo morendo dalle risate. Anche Cragnotti l'ho amato, era fenomenale: gentile, carino, ci dava una bella carica. Aveva fatto sforzi economici importanti, era giusto premiarlo". In campo, invece, Bobo duettava alla grande con il Matador Marcelo Salas: "Gli ho scritto su Whatsapp una decina di giorni fa, la sua testa non entra nella foto per quanto è ingrassato, sembra un cocomero! - la battuta di Vieri fa morire dal ridere - . Devo andare a trovarlo! Era uno spettacolo giocare con lui, lottava su ogni pallone".
CON IL FENERBAHCE RIMONTA POSSIBILE - Dalla Lazio dei trionfi passati a quella attuale. Giovedì i ragazzi di Petkovic si giocheranno le speranze di accedere alle semifinali di Europa League. C'è da rimontare il 2-0 subito all'andata in casa del Fenerbahce. "Il 2-0 è un risultato brutto, ma in casa si può capovolgere", è il parere di Pancaro. "La Lazio può farli due gol in casa. C'è Klose? Allora è un'arma in più", dichiara sicuro Vieri. Per quanto riguarda la stagione complessiva di questa Lazio, i pareri sono un po' discordi: "A questa Lazio do un giudizio così e così: comincia sempre bene, poi fa un po' di fatica. L'obiettivo è sempre quello di arrivare in Champions, ma sembra sempre che manchi qualcosa", è il ragionamento di Vieri. "La stagione tutto sommato è positiva. Non è una squadra costruita per lottare per lo Scudetto, il grande traguardo di arrivare in Champions è molto difficile, ci sono molte concorrenti", è invece l'opinione di Pancaro.