Lazio, Mandas e la vita extra campo: "Il tempo libero e i tatuaggi, vi racconto"

RASSEGNA STAMPA - Non solo la Lazio e la Nazionale. Mandas, durante l’intervista rilasciata a Il Tempo, ha raccontato qualcosa in più di sé che era sconosciuta ai più. Un grande salto nel passato, il greco è tornato a quando era bambino e alle prime partitelle sul campo da calcio quando non vestiva solo i panni del portiere, ma anche quelli dell’attaccante: “Fino ai 12/13 anni giocavo un tempo in attacco e un tempo in porta. Avevo le gambe grosse e tiravo più forte dei miei coetanei, per questo mi mettevano in attacco”. Poi però, all’età di 14 anni è tornato tra i pali e non si è mai più spostato.
Tornando al presente, alla nuova vita nella Capitale: “Ho visto quello che c'era da vedere, diciamo da turista”. Il classe 2001 non è un grande amante della movida: “Preferisco rimanere a casa con la mia fidanzata”, al massimo si concede una cena fuori a settimana ma solo se “il giorno dopo è libero”. “In Grecia sono arrivato in prima squadra che ero ancora un ragazzino - ha poi aggiunto - c'erano i compagni più grandi che magari uscivano e mi portavano con loro, ma in quel momento ho capito che per fare strada dovevo rimanere lontano da locali e distrazioni varie”. I tatuaggi sono l’unica ‘libertà’ che si concede, quelli a cui è più legato esprimono il legame con la terra d’origine ma il più importante in assoluto è quello col padre: “Lui è sempre presente, gli devo tutto”.
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