Hernanes: "La Lazio è forte, non mi sorprende sia terza. F. Anderson? Ha potenzialità incredibili"

Un anno fa si apprestava a lasciare la Lazio tra le lacrime, l'Inter era pronto ad accoglierlo per spiccare nuovamente il volo. In realtà l'avventura nerazzurra di Hernanes deve ancora decollare. Nella stagione in corso il brasiliano non è riuscito a lasciare il segno, complice un infortunio all'adduttore destro (con annessa ricaduta) che lo ha fermato sul più bello. Ma il peggio sembra ormai alle spalle, il Profeta si prepara al rientro in grande stile e affida ai microfoni della Gazzetta dello Sport tutta la sua voglia di rivalsa: "Mi sento bene, anche se ora devo ritrovare la forma ottimale. Col senno di poi dico che non avrei dovuto giocare contro il Parma, pochi giorni dopo essermi fatto male. Ma al tempo non avevo sentito molto dolore, non avevo neanche fatto esami. Non conoscevo le sensazioni che dà il muscolo: mi servirà da lezione". Il ruolo che l'ex biancoceleste ricoprirà in campo contro la Juventus è un enigma. Contro il Psg, in amichevole, il volante verdeoro ha giocato da esterno sinistro nel 4-2-3-1: "In quella posizione ho esordito in Serie A con la Lazio, anche se era più un 4-3-3. L'unica cosa che soffro in quel ruolo è se non sono al 100%. Se Juan Jesus terzino può sgravarmi da compiti difensivi? Bella soluzione, Juan è insuperabile fisicamente". Sul prossimo avversario, la corazzata di Allegri: "Non ho mai battuto la Juventus in campionato, mentre in Coppa Italia l'avevamo eliminata in semifinale nel 2013. Finì 1-1 a Torino, mentre al ritorno sull'1-0 per noi presi una capocciata e solo in ospedale ho scoperto che eravamo passati noi. Per la legge dei grandi numeri, il tabù campionato finirà. Ci proveremo già martedì. Dovremo essere aggressivi, ma anche determinati, corti, lucidi. Questa Inter è vicina alla svolta, lo dicono diverse statistiche delle ultime partite. Adesso dobbiamo essere più continui, paghiamo sempre le stesse disattenzioni. Il Genoa ha dimostrato che la Juventus è battibile, ma resta una squadra durissima". Sulla corsa al terzo posto: "Quando ero al San Paolo abbiamo rimontato 11 punti nel girone di ritorno e vinto lo scudetto. Bisogna crederci sempre, ci manca poco per compiere il salto di qualità. Tutto passa dal prendere meno gol". L'anno finisce, tempo di bilanci: "Non sono soddisfatto del mio 2014, i due infortuni muscolari mi hanno condizionato. Il vero Hernanes si è visto solo in alcune partite, posso fare molto di più e voglio giocare in Champions. Nella vita ho sempre raggiunto gli obbiettivi che mi ponevo e sono certo che sarà così anche all'Inter. Non serberò un grande ricordo dell'anno appena finito, ma ho imparato cose fondamentali per crescere". C'è spazio anche per parlare di Sandro Corapi, che lo continua ad accompagnare nonostante l'addio alla Lazio: "Sandro Corapi è un mental coach che vedo da un po'. Si tende a lavorare su tecnica, tattica e fisico, ma la cosa più importante è il cervello. Ho sempre avuto sete di imparare, di conoscere e di studiare l’essere umano. Sandro mi sta aiutando da questo punto di vista".
IL PRIMO AMORE - Ai microfoni del Corriere dello Sport, il 29enne nativo di Recife ha avuto modo di approfondire i temi relativi alla sua prima squadra italiana. "Non sono sorpreso dal campionato della Lazio, perché sapevo che era una squadra forte e pensavo fin dall’inizio che potesse competere ad alti livelli. Lo sfogo di Klose? Mi aspettavo che giocasse di più perché lui mi piace molto, ma è anche vero che Djordjevic ha fatto bene. Quando gioca, Klose dà sempre il suo contributo”. A Formello, Hernanes ha lasciato tanti amici, ancor prima che compagni di squadra: "Parlo con Ederson, Ledesma, Candreva e Felipe Anderson, che nell’ultima gara contro l’Inter con i suoi due gol mi ha fatto un bello scherzetto... Quando è arrivato in Italia non lo conoscevo, ma ho capito subito che aveva potenzialità incredibili”.
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