FOCUS - Dal ritorno dell'aquila stilizzata all'impresa di San Siro: le 10 date clou del 2015 biancoceleste

Dieci date che hanno segnato il 2015 della Lazio, dieci tappe cruciali per riassumere l'anno che ci ha appena salutato. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha ripercorso i 365 giorni dei Pioli boys individuando le dieci partite più significative. Si parte dal 24 gennaio, dal debutto della maglia bandiera. Si prosegue con Lazio-Empoli del 12 aprile, giorno in cui è stato stabilito il record stagionale di presenze (49096). Il mese di maggio è il più denso d'emozioni, la nuova stagione è invece un tornado che spazza via sorrisi e ambizioni. Buona lettura!
24 GENNAIO - Allo Stadio Olimpico si gioca Lazio-Milan, ma il vero spettacolo non è sul campo. Sulle maglie dei biancocelesti torna a volare l'aquila stilizzata, quel simbolo che ha reso immortale Giuliano Fiorini e “la banda del meno 9”. La squadra di Pioli onora al meglio la storica casacca, Menez porta avanti i rossoneri prima che i padroni di casa prendano possesso della scena. Parolo fa 1-1, Klose firma il sorpasso, ancora Parolo cala il tris. Nell'occasione del 3-1 Djordjevic si procura la frattura scomposta del malleolo peroneale destro. Una vittoria in perfetto stile Lazio: sofferta, eroica e dannatamente romantica.
12 APRILE - Cinquantamila tifosi all'Olimpico, una marea biancoceleste che intona “I giardini di marzo” di Lucio Battisti. Sembra di essere tornati agli anni d'oro dell'epopea cragnottiana, il merito è tutto di Pioli e del suo fantastico gruppo. Roma è baciata da uno splendido sole primaverile, è la domenica ideale per portare i bambini allo stadio. La partita con l'Empoli è una pura formalità, dopo 45 minuti hanno già esultato Mauri, Klose e Candreva. All'appello manca un solo tenore: Felipe Anderson. Il brasiliano scriverà nella ripresa il suo nome sul tabellino per il 4-0 finale. Intanto da Torino arriva la notizia tanto attesa, il Torino ha pareggiato contro la Roma, la Lazio scavalca in classifica i giallorossi e si assesta al secondo posto. È una giornata perfetta, rovinata solo in parte dagli infortuni di de Vrij e Parolo.
10 MAGGIO - Nell'anticipo della 35esima giornata il Milan supera a sorpresa la Roma, i giallorossi restano così inchiodati a quota 64 punti, a più uno sulla Lazio. Il posticipo vede i biancocelesti in scena all'Olimpico contro l'Inter del grande ex Hernanes, un impegno assolutamente alla portata della banda di Pioli. E infatti Candreva fredda Handanovic dopo appena 8 minuti, poco dopo Parolo sfiora il raddoppio. Sembra l'inizio dell'ennesimo show stagionale, se non fosse che Mauricio si fa espellere per fallo da ultimo uomo su Palacio. Sulla punizione successiva Hernanes firma il pari ed esulta a modo suo, scatenando l'ira di chi l'aveva tanto amato. Da lì in poi succede di tutto. Klose si divora il gol del vantaggio, Marchetti viene espulso dopo aver atterrato Icardi e il subentrante Berisha para il rigore dell'argentino. In nove uomini la Lazio resiste stoicamente prima di crollare al minuto 84, quando ancora Hernanes va via in campo aperto e trafigge Berisha in uscita. Una serata maledetta, decisa anche dall'arbitro Massa che commette almeno tre errori decisivi. Nel post-partita il ds Tare è una furia, ma ormai il campo ha emesso il suo verdetto.
20 MAGGIO - La Juventus fa l'impresa al Santiago Bernabeu e raggiunge il Barcellona in finale di Champions League. Che è in programma a Berlino il 6 giugno, un giorno prima dell'atto conclusivo della Coppa Italia. La Lega di Serie A è costretta a cambiare i suoi piani, la coppa nazionale viene così messa in palio la sera del 20 maggio. Una sciagura per la Lazio, già proiettata al derby di cinque giorni dopo. Pioli s'affida alla difesa a tre composta da de Vrij, Gentiletti (appena rientrato dopo l'infortunio) e Radu. È proprio il romeno a sbloccare il match al 4' con un'inzuccata da bomber puro. Il vantaggio laziale ha vita breve, passano sei giri d'orologio e Chiellini fa 1-1. È una partita tiratissima, la Lazio tiene testa alla squadra campione d'Italia. Si va ai supplementari, Djordjevic ci prova dalla distanza: la palla sbatte su un palo, poi sull'altro, ma non varca la linea bianca. Una beffa atroce, nulla in confronto a quello che sta per succedere. Al 97' Matri, futuro sposo biancoceleste, segna il gol vittoria e regala la Coppa Italia alla Juventus.
25 MAGGIO - Un derby che vale il secondo posto. Roma a 67 punti, Lazio a 66, è la penultima giornata di campionato. I giallorossi sembrano aver tirato da tempo i remi in barca, la squadra di Pioli è la grande favorita. E puntualmente la stracittadina si fa beffe di pronostici e previsioni. Yanga-Mbiwa è il nome del giustiziere che va ad aggiungersi alla lunga lista di “eroi per un giorno”. I rimpianti sono tanti, tantissimi. A iniziare dalla ghiottissima occasione fallita da Klose al 5', quando la Roma sembrava un agnellino impaurito in balia degli eventi. E proseguendo con l'1-1 di Djordjevic, un'amara illusione. Finisce 2-1, il secondo posto fugge via. Per restare al terzo basta un altro punto, da conquistare però nell'inferno del San Paolo.
31 MAGGIO - Ultimo atto del campionato, Napoli e Lazio si giocano il preliminare di Champions League. I biancocelesti sono a quota 66, la squadra di Benitez è distante tre lunghezze e ha dalla sua la vittoria nel match d'andata (0-1 all'Olimpico). È un match divertentissimo, per chi non è direttamente coinvolto e non soffre di cuore. Al duplice fischio gli ospiti conducono 2-0 grazie a Parolo e Candreva, i 50mila del San Paolo sono increduli. Discorso chiuso? Neanche per sogno. Higuain è una furia, fa 2-2 e ha sui piedi il rigore del sorpasso. Pallone alle stelle, Marchetti esulta e si strappa. Nessuna sorpresa, nella storia della Lazio l'assurdo ha sempre le sembianze del normale. Il deus ex machina è Eddy Onazi, che appena entrato buca la difesa napoletana e mette in rete il pallone del 3-2. Nel gol vittoria c'è anche lo zampino di Ledesma, è dai suoi piedi che inizia il contropiede risolutore. Ed è sempre l'itolargentino a pescare Klose in area di rigore: colpo di testa e poker servito. Sarà una notte belissima, 10mila tifosi si riverseranno a Formello per accogliere gli eroi di Napoli. Dopo otto anni, la Lazio torna a riassaporare il sapore della Champions.
8 AGOSTO - Lazio-Juventus, atto secondo. Dopo la Coppa Italia finita ai bianconeri, la squadra di Pioli vuole prendersi la rivincita in Supercoppa Italiana. Si gioca a Shanghai, il 1 agosto i biancocelesti sono già in Cina, nelle gambe hanno solo venti giorni di preparazione. Il clima è proibitivo, allenarsi è una tortura. Non a caso Allegri e i suoi arrivano soltanto cinque giorni prima del fischio d'inizio. E venne il giorno, questa la Lazio che scende in campo: Basta, de Vrij, Gentiletti e Radu formano il quartetto difensivo del 4-3-3, tra i pali c'è Federico Marchetti. Biglia si piazza in cabina di regia, Onazi e Cataldi si muovono ai suoi lati. Il tridente è formato da Candreva, Klose e Felipe Anderson. Volti nuovi? Nessuno, anzi. La Lazio riesce nell'impresa di presentarsi al grande appuntamento con una squadra inferiore a quella dell'anno precedente. Parolo e Lulic sono squalificati, Onazi non è una prima scelta, ma Pioli è costretto a dargli fiducia in mancanza di alternative. E gli acquisti? Kishna parte dalla panchina e Milinkovic deve ancora smaltire il fuso orario. Su un terreno impraticabile, per usare un eufemismo, l'epilogo è sempre lo stesso: la Juventus trionfa 2-0, i neoarrivati Mandzukic e Dybala condannano la Lazio.
26 AGOSTO - Il match d'andata ha sorriso ai biancocelesti, Keita ha colpito nel finale il Bayer Leverkusen con una prodezza da vedere e rivedere. Ma il discorso qualificazione è tutt'altro che archiviato, alla BayArena c'è da soffrire. Al 40' de Vrij e Berisha non s'intendono, sugli sviluppi dell'azione Çalhanoğlu gonfia la rete. Situazione in perfetta parità, l'1-0 dell'andata s'è già dissolto. Il tracollo arriva nella ripresa. Il siluro di Mehmedi vale il 2-0, Bellarabi chiude i conti all'88'. Nel mezzo l'espulsione di Mauricio, sarà la prima di una lunga serie. Addio Champions League, in 90' minuti il lavoro di un anno intero va a farsi benedire. L'Europa League è una magrissima consolazione, Pioli incassa un altro colpo e a stento rimane in piedi.
20 SETTEMBRE - Da Napoli a Napoli. Nessuno si è dimenticato cos'è successo la sera del 31 maggio, la voglia di vendetta è tanta. L'undici di Sarri impartisce una lezione severissima alla Lazio, lontana parente di quella squadra che incantava l'Italia intera. Higuain porta a spasso il giovane Hoedt, Mauri non è in condizione, Marchetti esce dal campo col mal di schiena a forza di raccogliere palloni in fondo al sacco. Saranno cinque, un'umiliazione in piena regola, la seconda stagionale dopo quella subita contro il Chievo Verona. Stavolta a Formello non c'è niente da festeggiare, il pullman biancoceleste viene accolto dalla scritta: “11 indegni”. Gli eroi di Napoli non esistono più.
20 DICEMBRE - La Lazio non vince in campionato da più di due mesi, San Siro non sembra lo scenario più adatto per interrompere il digiuno. L'Inter di Mancini non sbaglia un colpo, è la capolista della Serie A e ha intenzione di rimanerci a lungo. Ma l'approccio alla gara dei biancocelesti è soprendente. Candreva trova l'angolino sul calcio d'angolo battuto corto da Biglia, i nerazzurri perdono d'un tratto certezze e convinzioni. La difesa laziale tiene incredibilmente botta, Mauricio e Hoedt controllano Icardi senza affanno mentre Konko e Radu annullano Perisic e Biabiany. Nella ripresa l'inevitabile calo, Icardi sfrutta la prima disattenzione degli ospiti e fa esplodere San Siro. È 1-1. L'undici di Pioli non crolla, vuole tornare a respirare. L'aiuto arriva da Felipe Melo, che travolge in area Milinkovic e provoca il rigore del potenziale sorpasso. Dagli undici metri Candreva realizza col brivido, quel che conta è la sostanza. Con l'impresa di San Siro cala il sipario sul 2015.