Lotito: "Servono normative funzionali. Quando ho preso la Lazio..."

05.05.2025 14:15 di  Niccolò Di Leo   vedi letture
Lotito: "Servono normative funzionali. Quando ho preso la Lazio..."

Il Presidente della Lazio e Senatore di Forza Italia, Claudio Lotito, nel corso del suo intervento agli Stati Generali dello sport ha parlato del lavoro che lo Stato deve fare in supporto del calcio, dal punto di vista economico e non solo, prendendo come esempio la Lazio e il passo avanti fatto dal punto di vista economico dal momento in cui è passata alle sue mani. 

 "Possiamo parlare ancora di progetti ma non c'è più tempo: bisogna capire subito quali sono le necessità urgenti e medio e lungo termine, rimboccarci le maniche e lavorare. Ormai manca il rispetto delle regole delle istituzioni ma i problemi, in generale, nascono sempre dal punto di vista organizzativo, come per quanto riguarda la costruzione di nuovi impianti sportivi. La Lazio era una società con 550 milioni di debiti, mentre oggi ha un patrimonio immobiliare di 300 milioni con una grande organizzazione. Nel calcio quando sono arrivato c'era il gotha dell'imprenditoria italiana, da Agnelli a Berlusconi, ma io ho dimostrato che i soldi non sono tutto. Ma bisogna distinguere lo sport di base da quello professionistico, con normative funzionali all'uno e all'altro. Perchè è un errore fare norme che valgono sia per i professionisti che per lo sport di base, una cosa che crea dei danni perchè le esigenze sono diverse. Sicuramente lo Stato si deve occupare di promuovere lo sport di base, dotando le scuole di palestre, per evitare che i ragazzi vadano in mezzo alla strada, con un ruolo sociale sul territorio. Ma chi deve amministrare deve conoscere i problemi. La Lazio è sempre stata indicata come una squadra antisemita, ma ho appena firmato un accordo con la squadra israeliana del Maccabi perchè il calcio è anche inclusione". 

IL COMPITO DELLO STATO - "Lo Stato deve dare vita ad una pianificazione, un vero e proprio Piano Marshall per lo sport che riguardi anche gli stadi. Oggi, tra i mille lacci e lacciuoli burocratici, questi impianti rischiano di non farsi mai. Servono soluzioni efficaci dal punto di vista autorizzativo perché i problemi nascono soprattutto nei comuni, che non hanno la possibilità di derogare ad alcune norme. Dobbiamo avere il coraggio di fare delle scelte e di portarle avanti. Per farlo, è necessario innanzitutto distinguere tra sport dilettantistico e sport professionistico perché le esigenze sono diverse e le norme erga omnes rischiano di creare danni. Dobbiamo coinvolgere tutte le componenti dello sport, professionistiche e dilettantistiche, e varare interventi specifici e mirati, a medio e a lungo termine. Allo stesso tempo, le istituzioni hanno il dovere di promuovere lo sport di base. Oggi a molti ragazzi manca quella catena formativa che c'era un tempo, frutto dell'alleanza tra scuole, famiglie, oratori, comunità. Lo sport è funzionale proprio a riacquisire quegli aspetti valoriali, a cominciare dall'inclusione, dal gioco di squadra, dal rispetto del prossimo e delle regole, dal merito e dal contrasto a qualsiasi forma di discriminazione. Con lo sport non si allena solo il fisico, si allena anche la mente e si nutre lo spirito. In questo, il calcio ha un ruolo fondamentale. Non a caso le squadre di calcio presenti sul territorio nazionale a livello dilettantistico sono più diffuse persino delle caserme dei Carabinieri. Dobbiamo valorizzare tutto questo, consapevoli del fatto che lo sport è una leva fortissima, capace di coinvolgere le persone attraverso una passione". 

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