ESCLUSIVA RADIOSEI - Giuseppe Materazzi sostiene Petkovic: "Ha capito lo spogliatoio... Lazio da primi posti"

Giuseppe Materazzi, i più giovani ricorderanno il figlio, gli altri lo ricorderanno sulla panchina della Lazio, l'ultimo a battere il Milan a S. Siro. Cosa resterà di quegli anni '80? Ha allenato ovunque: al Brasov in Romania, all'Olympiacos Volos, allo Sporting Lisbona, all'Tianjin Teda, in Cina. Tutto il mondo è calcio, cosa resterà di quegli anni 80? Il gol di Di Canio. Giuseppe Materazzi, l'ultimo a battere il Milan, l'ultimo allenatore a vedere un dito puntato sotto la Sud. Materazzi, e Petkovic, universi distanti, passione comune, viaggiare allenando. Materazzi, viaggiando e parlando di Petkovic, in esclusiva a Radiosei: "Più di cosi non poteva raccogliere, non sono sorpreso, la squadra è quella dell'anno scorso, c'era scetticismo anche per via delle amichevoli estive, ma una volta recepito il segnale tattico, sono venute due vittorie. Si sente il tifo laziale, ma c'è anche la Roma per i primi posti, che con l'avvento di Zeman e col suo modo di giocare porterà una ventata nuova, con il suo calcio spettacolo. Migliorata la Juve, si è indebolito il Milan. Da battere i bianconeri, vorrei vedere la Fiorentina e che combinerà l'Udinese. Il campionato è incerto, al primo posto arriverà la Juve, poi per il resto ci può stare tutto, Lazio, Roma, Inter, Milan, e Fiorentina". Un dito puntato, il primo derby dopo 3 anni di purgatorio durissimo. Rimaniano su Petkovic, niente anni '80: "Sicuramente ha dimostrato grande intelligenza e capacità di capire lo spogliatoio, si è adeguato alle caratteristiche dei giocatori, e ha portato le sue idee. Non poteva stravolgere la squadra arrivata tra le prime, e cosi ha fatto". 15 gennaio 1989, derby della Capitale, dopo un purgatorio durissimo: "Non va caricato nessuno per il derby, l'ambiente è ultracarico, la città ne parla dall'inizio preparazione, non bisogna caricarlo i ragazzi sanno come prepararla, bisogna ammorbidirla. Ci pensano i sostenitori all'ingresso in campo a dare la carica". I tifosi, il boato, la corsa, tante corse sotto la Nord, forsennate, con l'urlo di gioia dipinto sul viso, quella di Firmani ad abbracciare Gabbo, non è lontano il prossimo derby, il suo derby. Ma uno solo, con la sua corsa folle a perdifiato, ha puntato il dito contro tutta la curva avversaria, nel giorno più importante. Solo uno, Paolo Di Canio, leader. : "Avere un leader è importante, ancora meglio averne 11, o di più. Tutta la squadra deve essere leader. C'è chi ha personalità più spiccata, come Di Canio, che poi diventa leader". Attaccamento alla maglia, 228 volte con la maglia del Lecce addosso per mister Materazzi. Attaccamento alla maglia, il ritorno di Chevanton per motivi di cuore, per aiutare i salentini in difficoltà, appena retrocessi per illecito sportivo in Lega Pro: "Mi dispiace, quando ho giocato io siamo stati 7 anni in C, ora che la società aveva delle basi di B importanti e ora qualche volta di A. Sicuramente dispiace per i tifosi". Campioni, fuori dagli anni '80, si parla di Mauro Zarate: "Non va bene se i tifosi tifosi cominciano a prendere parti del giocatore, se diventa insofferente, se affronta l'allenatore e i compagni in maniera sbagliata. Zarate che giochi o no deve essere importante per la Lazio, anche se non lo sarà a livello di presenze deve esserlo a livello di contributo, come compagno di squadra". Fuori dagli anni '80, Di Canio allenatore, vedi alla voce successo: "Sicuramente quando un giocatore va sopra le righe, diventa un bravo allenatore perchè fa tesoro dei propri errori, come Mancini, Allegri, Di Canio. Non erano giocatori tranquilli sereni, casa, campo, allenamento, ma sono diventati giocatori importanti, l'esperienza poi insegna. Lo vedremo sicuramente alla Lazio. Ha fatto benissimo in un campionato difficile, mio figlio Simone era una settimana in ritiro con loro a Verona, è allenatore preparatissimo tatticamente, bravissimo, se vede un giocatore con l'infradito lo caccia, anche se si presenta con l'orecchino. Marco Materazzi? Marco sarà un allenatore che trasmetterà il suo carattere, avrà squadre che avranno nell'agonismo, nel temperamento saranno le migliori". Fuori dagli anni '80 i Materazzi, famiglia di calciofili: "Tutta la famiglia è calciofila? Il calcio è una malattia, meglio questa che altre. Anche voi siete malati di calcio, altrimenti non parlareste sempre di calcio e di Lazio con la stessa passione". Fuori dagli anni '80: ancora malati di calcio.