Il nuovo che avanza

La migliore Lazio di Delio Rossi. Sono ben 10 i punti in più rispetto alla passata stagione dopo diciasette partite. E 27 totali con ancora due gare per terminare l’andata. Già così com’è, la formazione biancoceleste ha fatto meglio di due anni fa, quando al giro di boa di punti ne aveva 26 e alla fine della stagione si piazzò al terzo posto in classifica. E, come tutti sanno, fu Champions League. E’ vero che quello era l’anno delle penalizzazioni, e al club di Lotito ne furono sanzionati 3, ma è altrettanto vero che, penalizzazione o non, la Lazio attuale può addirittura fare meglio, arrivando a toccare o perché no, anche a superare il muro dei 30 punti. Numeri che non si registravano dalla fantastica e plurititolata formazione di Eriksson.
Ma questo è solo l’inizio dei dati relativi a questa prima parte del campionato laziale. Rossi, il suo staff e l’intero organico, nonostante qualche piccola sbandata, stanno facendo un cammino di tutto rispetto, se non nettamente al di sopra delle previsioni. E se la Lazio continua a marciare in questo modo, magari accellerando un po’ come di solito accade alle squadre del tecnico riminese nel girone di ritorno, diventa quasi obbligatorio non solo aspettarsi un piazzamento europeo, che è e rimane l’obiettivo della stagione, ma forse sognare qualcosa di più importante.
In questo momento la Lazio è settima in classifica e detto così potrà non sembrare affascinante, ma sono solo due i punti di distacco dal Genoa, appena tre dal tanto decantato Napoli di Lavezzi e cinque dalla Fiorentina, considerata dai più una delle grandi del nostro calcio. Insomma, la distanza è minima e considerata la crescita costante della Lazio da qui ai prossimi tre mesi, come accade da tre anni a questa parte, sognare è almeno lecito. Per non parlare di formazioni più attrezzate, come la Roma, o di altre considerate all’inizio un po’ di più della Lazio, come Palermo, Udinese e Sampdoria, che attualmente si trovano sotto.
Lo score dei biancocelesti in queste prime diciasette gare è di 27 punti in classifica, 17 fatti in casa, 10 lontano dall’Olimpico. Sono state 8 le vittorie complessive, 6 le sconfitte e 3 pareggi, con 26 gol realizzati, il quarto miglior attacco della serie A, subito dietro a Inter, Milan e Juventus, e 22 le reti incassate. In campionato è una delle squadre che tira di più in porta, con 231 tentativi è la quinta forza. Ma il dato che sorprende di più è quello relativo ai tiri subìti. Dall’inizio del campionato è fra le formazioni che hanno subìto meno conclusioni in porta di tutti: con 159 è terza, dietro Atalanta e Juventus. Anche nella manovra la squadra biancoceleste è ben piazzata, con 261 cross su azione effettuati, con una media a partita di 17,4. Ottimi anche i numeri che riguardano le conclusioni a rete diretta, con 95 tiri e una media di 6,3 a partita. Un po’ carente nei calci piazzati, nonostante ci siano ottimi tiratori come Zarate, Ledesma e Kolarov. Fino adesso la Lazio ha usufruito di 84 calci piazzati, media di 5,6, realizzandone una sola grazie all’attaccante argentino con il Siena.
Proprio Maurito è uno dei simboli di questa prima parte della stagione. I suoi numeri, analizzati gara per gara, sono impressionanti. Sono 63 i tiri effettuati fino alla gara con il Palermo, media di 4,5 a partita; 106 i drbbling, con una media di 7,1 e 5 assist vincenti. Sono 657 i palloni giocati dall’asso argentino, 349 palle perse e 63 recuperate che per un attaccante non sono un numero da sottovalutare. Un altro analizzato al microscopio (assieme a Zarate la rivelazione della stagione biancoceleste), è Lichtsteiner: 139 intercettazioni di palla, con una media di 9,9, 28 contrasti vincenti, 20 anticipi e 53 recuperi aerei. Davvero niente male. Uno che, zitto zitto, sta diventando sempre più fondamentale è Rozehnal. Anche i suoi dati sono buoni: 18 i falli commessi, 184 intercettazioni, 13 contrasti, 27 anticipi e ben 83 recuperi aerei. Fa riflettere che nelle speciali classifiche di rendimento, a parte Ledesma, nelle prime cinque posizioni figurano molti giocatori che l’anno scorso non c’erano come Brocchi, lo stesso Lichtsteiner, Foggia e Zarate. Il nuovo che avanza, si direbbe. Aspettando sempre Matuzalem, finora oggetto sconosciuto.