La biografia di Ugo Longo

Nel 1959 si trasferisce a Roma e si laurea in giurisprudenza all'università La Sapienza; è iscritto all'Ordine degli avvocati di Roma dall'8 marzo 1967. È cassazionista dal 10 marzo 1978.
Giunge nel mondo dello sport nel 1996 quando viene nominato vicecapo della Procura anti-doping del CONI; l'anno seguente ne diviene il capo. Durante il periodo delle indagini successive alle accuse di doping avanzate da Zdeněk Zeman si dimette denunciando l'impossibilità di portare avanti kla propria attività in modo profiquo a causa della carenza di mezzi a disposizione dell'organismo.
È stato avvocato di fiducia della famiglia Cragnotti ed ha curato la cessione della Società Sportiva Lazio S.p.A.. Dopo essere stato per 4 anni nel Consiglio di Amministrazione della Lazio, nel gennaio del 2003 l'Assemblea degli Azionisti dei biancocelesti lo nomina Presidente, la società da mesi non è in grado di pagare gli stipendi dei calciatori ed è fortemente indebitata con il fisco. In sostituzione di Sergio Cragnotti che lascia la società in una profonda crisi economica[4], la società da mesi non è in grado di pagare gli stipendi dei calciatori ed è fortemente indebitata con il fisco. Il suo compito diviene quello di coordinare l'attività di salvataggio della società che improvvisamente, dopo la ritirata del gruppo Cirio dell'ex patron Cragnotti, diviene il primo esempio di public company italiano. L'operazione di rilancio viene intrapresa con l'Amministratore delegato Luca Baraldi e l'obiettivo principale diviene il risanamento dei conti della società. Da subito promuove l'aumento di capitale sociale di 120 milioni di Euro necessario per far fronte all'ammanco di liquidità. Ottiene la fiducia dell'assemblea degli azionisti composta principalmente da piccoli azionisti. Fondamentale fu l'appoggio de Lazionista, associazione di azionisti promossa dall'ex presidente laziale Gian Chiaron Casoni, che raccolse tra più di 5000 famiglie di tifosi laziali oltre 1 milione e mezzo di Euro.
Con questo provvedimento Longo riuscì ad ottenere il denaro necessario per far fronte al problema dell'iscrizione al campionato di calcio 2003-2004. I mezzi utilizzari per il risanamento sono quelli della rinegoziazione dei contratti gia firmati con i calciatori, che certamente la società non è in grado di onorare: dilazioni, conversione di alcune mensilità in azioni e riduzione degli ingaggi; l'aumento di capitale; la dilazione dei debiti verso l'erario e infine la ricerca di un nuovo azionista di maggioranza in grado di farsi carico dei molteplici problemi della società.
Nel gennaio del 2004 promuove un ulteriore aumento di capitale sociale che permetterà alla società di ottenere la liquidità necessaria per affrontare il secondo periodo della crisi economica. Anche in questo caso il successo viene raggiunto grazie alla partecipazione dei piccoli azionisti che grazie alla massiccia presenza permettono alla assemblea straordianria di raggiungere il quorum necessario per la delibera. Fondamentale fu nuovamente l'appoggio de Lazionista.
L'obiettivo della ristrutturazione faticosamente giunge in porto anche garzie al suo successore e neo presidente dei biancocelesti Claudio Lotito. All'abbandono della carica di presidente, non coincide l'abbandono della Lazio, infatti sarà lui a difendere la società nel periodo di Calciopoli, lo scandalo del calcio italiano del 2006.Nel 2007 viene nominato difensore dall'ex comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale, nel noto Caso Visco/Guardia di Finanza (o Caso Speciale).