La nuova vita di Diakité: "Sto facendo meglio dell'anno passato, ma ancora non mi sento un titolare... Continuo a lavorare come mi ha insegnato Delio Rossi"

Pubblicato ieri alle 21.23
15.11.2011 06:23 di  Marco Ercole   vedi letture
Fonte: Marco Ercole - lalaziosiamonoi.it
La nuova vita di Diakité: "Sto facendo meglio dell'anno passato, ma ancora non mi sento un titolare... Continuo a lavorare come mi ha insegnato Delio Rossi"
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© foto di Federico De Luca

È stata una delle rivelazioni di questo scorcio di campionato prima della pausa per le nazionali. Mobido Diakité a grandi falcate si è guadagnato la stima di mister Reja, sfruttando al meglio le occasioni che gli si sono presentate e dimostrando di essere diventato molto più di una semplice alternativa. Il centrale francese si è raccontato ai microfoni di LazioStyleRadio e partire proprio da questo suo nuovo ruolo all’interno della Lazio: «Sto giocando più che in passato, quindi va bene». Un cambiamento di cui però non ha parlato con il suo tecnico, una persona per la quale Modibo ha un profondo rispetto: «Sembrerà strano, ma io non parlo quasi mai con il mister, per una forma di rispetto».

I COMPLIMENTI DI DIAS E L'INSEGNAMENTO DI DELIO ROSSI - Ma nonostante questo Reja non ha mai mancato di spendere belle parole per la crescita di questo ragazzo, e la stessa cosa l’ha fatto anche il suo compagno di reparto André Diàs che all’indomani della partita di Parma lo ha definito un “grande”: «Io penso la stessa cosa che pensa lui. Io in campo sono così tranquillo perché so che se sbaglio c’è Dias dietro. Lui mi guida, io cerco sempre di guardarlo, ma vado tranquillo perché so che c’è». Non solo il brasiliano, anche Giuseppe Biava ha significato tanto per l’evoluzione di Diakité: «Li ringrazio tanto entrambi, sia quando ho giocato con Diàs che con Biava mi hanno sempre dato consigli, non mi fanno sentire la pressione e gioco più sereno». Con il Parma il francese ha probabilmente giocato la sua partita più bella da quando indossa la maglia biancoceleste, ma non c’è tempo per glorificarsi, meglio pensare da subito ai prossimi impegni per continuare a scalare le gerarchie che per ora lo vedono ancora dietro ai due titolari: «Io dopo che ho giocato bene cerco subito di cancellare e pensare alla prossima partita, anche perché ho giocato tanto solo perché Biava si è fatto male. Lo dico chiaramente che non mi sento un titolare. Biava e Diàs si sono meritati quel posto. Io mi faccio trovare pronto, cerco sempre di allenarmi bene e metto il cuore in ogni partita, come nella vita». Non resta che continuare a lavorare sodo per farsi trovare sempre pronto in ogni occasione, un insegnamento questo arrivato qualche tempo fa: «Io per fortuna ho avuto un allenatore come Delio Rossi, che mi ha sempre insegnato che solo il lavoro paga. Da allora sono rimasto con quella mentalità».

L'AMICIZIA CON CISSE E LA PARTITA DI NAPOLI - Diakité è diventato da subito molto amico di Djibril Cisse, l’attaccante che sta attraversando un momento non molto proficuo in zona gol: «Sì, è un amico. Per lui non è un periodo brutto perché comunque ha fatto un sacco di assist quindi ci ha fatto segnare. Dobbiamo dargli il numero dieci perché è lui l’uomo assist. E’ tranquillissimo, questi periodi capitano a tutti e lui  li ha come tutti gli attaccanti. L’importante è che anche se non segna ci fa segnare». Da sabato si riparte con il campionato, e si ritroverà il Napoli dove l’anno scorso, anche a causa di molti errori arbitrali, la Lazio ha visto sfumare la qualificazione in Champions League: «Penso che sarà una grande partita, contro una grande squadra. Troveremo un grande pubblico, ma noi cercheremo di portare i tre punti a casa. Ci servirà tanto cuore. L’anno scorso l’arbitro ha sbagliato tanto, ma come sbagliamo noi, sbagliano anche loro». Dal punto di vista tattico non ci sono particolari avvertenze, sia che l’attaccante di turno sia un panzer o che sia magari un po’ più piccolo e agile: «Io non temo nessuno, cerco sempre di fare il mio dovere senza inventarmi niente di particolare». Nonostante l’alta posizione in classifica non vuole sentire parlare di scudetto: «Noi siamo tranquilli e lo scudetto lo lasciamo alle squadre più forti di noi. Noi cerchiamo di arrivare in Europa League e andiamo avanti partita dopo partita. Non cerchiamo di giocare una partita pensando già alla prossima».

IL CAVALLO NERO KONKO E LA SICUREZZA MARCHETTI - Non c’è nemmeno troppa differenza nell’affrontare una big o una cosiddetta piccola, il campionato italiano riserva sempre mille insidie:  «Noi affrontiamo tutti alla stessa maniera. Nel campionato italiano puoi perdere contro il Milan e la Juve, ma allo stesso modo puoi anche perdere contro il Novara o il Lecce». In questo campionato, non ci sono giocatori particolari che hanno colpito Modibo, se non quelli che vestono la sua stessa maglia: «Mi colpiscono i nostri, Klose, Cisse, Hernanes. Anche Marchetti e lo stesso Konko, io non vado a vedere gli altri giocatori». Con Marchetti poi, il reparto difensivo ha trovato una maggiore sicurezza come testimonia in perfetto romano: «Avoja! Lo sta facendo anche bene, me lo ricordavo già a Cagliari e qui si sta ripetendo». Diakité ha poi continuato a divertirsi e così ha risposto riferendosi a Konko, dopo che gli è stato ricordato che Reja ha definito l’altro esterno Lulic, un cavallo: «Pure lui è un cavallo, però nero». Grandi risate quindi prima della chiusura finale in cui ha invitato i tifosi a far sentire il loro sostegno nella prossima partita al San Paolo: «Cercate di venire in tanti perché ci servirà per darci grinta e apporto. Per noi è importante»