Nazionale | Moggi, che attacco a Gravina: "Pensa più a sé stesso..."

Sulle colonne di Libero è possibile leggere un editoriale a firma dell'ex dirigente della Juventus Luciano Moggi riguardo alla crisi della Nazionale: "Adesso stiamo rasentando il ridicolo per aver mandato Spalletti in panca contro la Moldavia, nonostante fosse “verbalmente esonerato”. Se non fosse stato il ct stesso a rivelarlo, non ci sarebbe stata alcuna comunicazione ufficiale. C’è da chiedersi perché non abbia almeno demandato a Buffon l’ingrato compito della comunicazione. Resta difficile capire quale sia il vero ruolo di Gigi in seno alla Figc, se non quello di mostrare il suo faccione di campione del passato: troppo poco per come va il calcio nazionale adesso, magari lui non dovrebbe sottostare a certe diminuzio. Si sta verificando roba da dilettanti allo sbaraglio: esonerare un allenatore senza avere un sostituto, una comica senza ritorno, dove l’attore di tanto intrattenimento è purtroppo la persona eletta per guidare la barca, Gabriele Gravina.
È bastato il rifiuto di Ranieri a creare una voragine attorno al nome del futuro ct, tant’è che si dovrà ricorrere non al migliore ma al mister al momento senza lavoro. E pensare che fino al 2006 gli allenatori facevano carte false per candidarsi alla guida della Nazionale e non succedeva che i giocatori rifiutassero le convocazioni, come ha fatto Acerbi. Manca evidentemente la fiducia in cui dirige, ovvero Gravina. Nel suo calcio la maggior parte delle società va in campo con dieci, anche undici stranieri, impedendo la crescita dei nostri giovani che dovrebbero rinforzare la Nazionale. Sarebbe bastato un provvedimento sportivo di freno al “decreto crescita”, che non intaccava la libera circolazione, consentendo a ogni squadra l’utilizzo di massimo cinque stranieri nelle competizioni ufficiali o, se volete, l’obbligo di impiegare almeno sei italiani.
A difesa di Gravina va però detto che il calcio attuale non ha saputo trovargli una valida alternativa, perché all’atto dell’elezione era il solo candidato eleggibile. Colpa quindi anche del sistema che non ha trovato niente di meglio. D’altra parte era risaputo che Gravina avesse più a cuore la valorizzazione della propria persona rispetto allo sport che rappresenta, che era portato a fare politica personale, vedi la scalata a vice presidente Uefa al fianco di Ceferin. D’altra parte il dr. Giraudo già nel 2006 aveva dato un avvertimento, quando la Serie A era ancora considerato il miglior campionato e la Nazionale vinceva il Mondiale: «Noi ce ne andiamo, vedrete quelli che verranno dopo di noi». Li stanno vedendo, ma in tanti fingono di non farlo".