Sergio Conceiçao, cuore biancoceleste: "La mia Lazio, la più forte di sempre... Mi sento laziale e un giorno vorrei tornare... Al derby ho avuto la pelle d'oca"

E’ stato uno degli esterni più forti che hanno calcato i campi del campionato italiano negli ultimi 15 anni. Sergio Conceicao è stato uno dei grandi protagonisti di quell’epica cavalcata che portò la Lazio a laurearsi campione d’Italia il 14 maggio 2000. Tecnica, corsa e sacrificio, queste erano le doti principali del centrocampista portoghese. E’ rimasto nel cuore dei tifosi, nell’agosto 2009 tornò a Roma per un amichevole da avversario (giocava nel Paok Salonicco), ma venne accolto con un calore commovente. Alla Lazio ha passato due anni intensissimi tra il 1998 e il 2000: ha vinto uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia. Tornò nella Capitale nella stagione 2003/2004, per conquistare l’ennesimo trofeo (una Coppa Italia) e salutare definitivamente i suoi tifosi. Con la Lazio ha collezionato 70 presenze in campionato, condite da sette gol. La rete che tutti ricordano, però, è quella del 29 agosto 1998: stadio Delle Alpi, allo scadere Conceicao sfrutta al meglio un assist di Mancini, buca Peruzzi e regala la Supercoppa Italiana alla Lazio.
Il biancoceleste è rimasto nel cuore e proprio oggi nel giorno del suo trentasettesimo compleanno, l’ex laziale è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio. “Il calcio giocato mi manca, ma mi sto impegnando per continuare una carriera sempre nel mondo del calcio. Sto facendo il corso per diventare allenatore, voglio continuare in questo sport che amo”. La Lazio è nel cuore, gli scorre nelle vene. Gli anni passati in biancoceleste lo hanno segnato indelebilmente e anche suo figlio ha ereditato la lazialità. “Neanche il Porto sento come la Lazio. La società, i città, i tifosi mi hanno dato grandi emozioni. Dopo l’ultimo derby mi sono sentito con tanti amici che ho lasciato a Roma. Il mio rimpianto è non aver vinto la Champions con la Lazio, perché avevamo una squadra favolosa ed eravamo i più forti. Vengo spesso a Roma, mio figlio che ha 15 anni, è un tifoso della Lazio. Il mio sogno è tornare in biancoceleste e sentire quella vibrazione magnifica dei tifosi, come allenatore o in qualsiasi ruolo”. Sir Alex Ferguson, recentemente, ha incensato quella Lazio. L’allenatore del Man.United ha dichiarato che quella Supercoppa Europea, persa contro una delle squadra più forti del mondo, è uno dei suoi più grandi rimpianti. “Noi eravamo veramente forti, penso che la Lazio di quegli anni è stata una delle più belle di tutti i tempi, con tutto il rispetto per quella di Chinaglia che era fantastica”.
La Lazio la segue costantemente, quando può non si perde una partita e a settembre l’ha vista dal vivo al “Josè Alvalade”, quando Klose e compagni sono capitolati al cospetto dello Sporting Lisbona. Ha seguito il derby in televisione, ha festeggiato come un vero e proprio tifoso biancoceleste. “L’ho vista contro lo Sporting e un po’ mi ha deluso, ma la Lazio ha il potenziale per fare molto bene, non so se per vincere lo scudetto, ma per rimanere nelle zone alte di classifica. Ho visto il derby e ho avuto la pelle d’oca, perché quando vedo la Curva Nord e la tifoseria festeggiare è una gioia grandissima, anche perché ho vissuto momenti simili. A Roma il derby è fondamentale e a volte conta più vincere la stracittadina che il campionato stesso”. A Coimbra, città natale di Conceicao, gli hanno intitolato uno stadio, un gesto importante. Ma Sergio non si sofferma tanto sull’aspetto personale, quanto su altro. “Mi hanno fatto questo omaggio perché sono l’unico giocatore della città ad aver vinto trofei internazionali e ad aver giocato un po’ di partite in Nazionale. Spesso ci vanno a giocare dei bambini gratis ed è bellissimo perché adesso i ragazzi per giocare a calcio, sono costretti a pagare ovunque e non sempre c’è la possibilità”.