What's the story, Luca Crecco?

Il 1995 è l’anno iniziato di domenica, l’anno di (What’s the story?) Morning Glory, degli Oasis. Che vuol dire, che mi racconti? Monday-night, una partita senza sogni, con difesa da inventare, e davanti i campioni d’Italia, rullo compressore rabbioso, schiumante causa eliminazione di Coppa Italia. La Juve vuole tutto, la sua mentalità e la sua storia impone un solo verbo possibile: vincere. Tutto, divorare le pretendenti, ammazzare il campionato, arrivare fino in fondo ovunque. Per questo Conte è costretto a dire di aver perso “contro il Bayern più forte di tutti i tempi”. Altrimenti la sconfitta non sarebbe stata possibile, tollerabile, accettabile. Pazienza che nella sua Hall of Fame la squadra bavarese annoveri signoriqualunque come Lothar Matthäus , Karl-Heinz Rummenigge, Franz Beckenbauer. È la squadra piu forte di tutti i tempi, perché ha battuto la Juve. Che è per Dna vincente, e se perde è solo per accidente. Per questo la sconfitta con la Lazio in Coppa Italia non può essere diluita. Neppure con il sapore di Scudetto già forte sul palato. In una partita senza sogni, la Juve non vuole concedere neppure il beneficio della speranza, stende il match, lo fa suo, lo addormenta e risveglia a suo piacimento. Non vuole concedere neppure un barlume onirico. Non può, lo vuole il suo popolo, lo chiede la sua storia, lo pretende il suo Dna. Non vorrebbe concedere neppure un piccolo sogno. Per questo Petkovic manda in campo, al posto dell’esausto Ledesma, Luca Crecco: “Un’emozione indescrivibile, la dedico ai miei genitori, che da 17 anni mi accompagnano”.
MILLENOVECENTONOVANTACINQUE - È nato nel 1995, Crecco. Buffon era già al Parma, pronto a costruirsi la sua carriera alla corte dorata dei Tanzi. Conte era lontano dalla panchina, mieteva già successi con la Juventus bianconera e in chiaroscuro di Moggi. Ad ottobre gli Oasis facevano uscire (What's the Story) Morning Glory?, ad oggi il loro disco più venduto nonché uno dei più venduti in assoluto in Gran Bretagna. Viene fondato il sito Ebay. Nel 1995 nasce Luca Crecco. Praticamente alla Lazio. Bollini al primo anno in Primavera, quest’anno, sa a chi affidare il suo centrocampo, per tentare la nuova scalata allo Scudetto, appena strappato dall’Inter. Al metronomo Gianmarco Falasca, classe ’93, Liverani dai toni esperti, i piedi buoni e l’agonismo. A Danilo Cataldi, eleganza e tenacia, piedi educatissimi e romanità nel Dna. A Luca Crecco, potenza e tecnica, strappi e scatti prepotenti, voglia di fare e qualche gol nella faretra. Sono loro, praticamente sempre loro, a formare la mediana del 4-3-3 di Bollini. Primo anno in Primavera, seconda giornata e subito gol, nel 3-0 a casa del Palermo, una delle squadre più forti del Girone C. Ancora 4 gol, di cui un altro proprio contro il Palermo, Petkovic comincia a convocarlo, in Europa lo convoca 3 volte. Evani, Ct dell’U19, ne fa un titolare inamovibile, gli mette sulle spalle la maglia n.10. Ledesma è esausto, sono già entrati Kozak ed Ederson. In panchina per la prima volta è andato Riccardo Serpieri. Il terzo cambio è per il futuro. È Luca Crecco. Petkovic gli mormora: “Gioca tranquillo, non aver paura di sbagliare”. Non aver paura di sbagliare, Luca Crecco, anno di nascita millenovecentonovantacinque.
67 MINUTO - Petkovic lo chiama, si toglie la tuta, passa Saha, gli dà un buffetto di incoraggiamento, Ledesma ha lo sguardo di chi non ne ha più, Crecco ha gli occhi dell’esordio. Entra in campo, Petkovic gli affida il versante sinistro del centrocampo, sa che il giocatore ha gamba, e lo dimostra subito. Scatto, palla dentro deviata, Klose appoggia ad Onazi, altro regalo della Primavera, pallone fuori. Petkovic lo chiama perché lo ha sempre dimostrato, di saper guardare anche all’età anagrafica, di saper pensare anche a piccoli tasselli di futuro. Anche nei momenti duri. Anche sotto di due gol, con la piazza ancora scottata dall’eliminazione in salsa turca. Dall’altra parte la Juventus non concede nulla al gusto del rischio. Pogba è l’unico vezzo giovanilistico di Conte, l’unica concessione all’imperativo che vuole vittoria, a tutti i costi, con giocatori più che pronti. Ma il francese non è proprio uno qualunque, una scommessa, è il pupillo di Ferguson, andato su tutte le furie alla vista del classe 93’ via caldo abbraccio scozzese per ritrovarsi come le star dagli Agnelli. Una partita senza sogni, questo il pensiero ossessivo di Conte. Senza storia, senza speranze, questa la volontà di potenza, la sete bianconera. Poi entra Crecco. Che non ha cambiato il risultato. Che non ha spostato gli equilibri. Ma in una serata da dimenticare ha regalato un piccolo sogno ai tifosi. Che lo sanno, che questo lunedi nero, questo disgraziato Monday Night per Luca Crecco è l’esordio in Serie A, è indimenticabile. Il 1995 è iniziato di domenica, il primo sogno di Crecco brilla in questo lunedi, l’unico a brillare forte, cosi forte quasi da commuovere. Gioca tranquillo. Non aver paura di sbagliare. What’s the story, Luca Crecco? Che ci racconti? È un piccolo sogno, ma è bello, il sogno di Luca Crecco. Come se fosse il primo sogno mai sognato.