Lazio, Cravero: "Che ricordi il ritorno in Europa. Con Cragnotti..."

Il 1992/1993 rappresenta in casa Lazio l'anno del ritorno in Europa dopo sedici anni di assenza. La squadra allenata da Dino Zoff ottenne un quinto posto che significava ingresso in Coppa UEFA. Nella stagione seguente la Lazio affrontò ai trentaduesimi di finale la Lokomotiv Plovdiv, squadra bulgara battuta per 2-0 sia all'andata, che al ritorno. Protagonista della doppia sfida fu Roberto Cravero, difensore biancoceleste, in grado di segnare in entrambe le partite, come lui stesso racconta in un'intervista rilasciata a Il Cuoio: "L'avversario mi portò fortuna, segnai in entrambi i confronti. All'Olimpico ricordo che feci gol di testa su una punizione di Beppe Signori. Quella sera la gente aveva fame di Europa, sedici anni di assenza erano troppi. Peccato essere usciti contro il Boavista". Uno Stadio Olimpico con 48.000 tifosi in fermento per il ritorno nel panorama europeo, lo striscione "Welcome in Europe" realizzato dalla Curva Nord: l'atmosfera era quella delle grandi occasioni, ma in pochi si sarebbero aspettati che da lì a poco la Lazio sarebbe diventata una delle squadre più forti del mondo.
"Noi ci siamo subito resi conto che era una società ben organizzata" - racconta Cravero - "io arrivai nella prima sessione di mercato di Cragnotti, con me acquistarono grandi giocatori come Signori, Fuser, Gascoigne, Casiraghi, Marchegiani e Boksic, nel frattempo sbocciava Nesta. Abbiamo fatto il lavoro sporco per la squadre che arrivarono dopo di noi". Cravero ricorda con amore gli anni alla Lazio e in maniera particolare quel doppio confronto europeo, ma non solo. Un posto speciale nel cuore del difensore lo avrà sempre l'ultima partita in maglia biancoceleste e il regalo di addio ai tifosi. All'età di 32 anni la Lazio preferì Nesta a lui, Cravero colse l'occasione per tornare al Torino ma, il giorno prima della partenza, la squadra allenata da Zeman affrontò il Chievo Verona in Coppa Italia. La partita andò ai rigori e, a un minuto dalla fine, il tecnico boemo ottenne la disponibilità del suo difensore, specialista dagli undici metri, per entrare e calciare: "Io non ci pensai nemmeno, andai a battere il rigore e lo segnai. Quello fu il mio regalo regalo di addio alla Lazio".