Lazio - Torino, il curioso caso della Asl piemontese: decisioni postdatate e retrodatate

06.03.2021 10:00 di  Federico Marchetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio - Torino, il curioso caso della Asl piemontese: decisioni postdatate e retrodatate
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Quello che è successo in Lazio-Torino - o meglio, quello che è successo prima di Lazio-Torino, visto che la partita poi non si è giocata - è davvero singolare, tanto da essere difficile tenere traccia di tutto. Secondo la ricostruzione della dinamica granata fatta da Il Tempo, il primo atto di questo processo è da farsi risalire al 23 febbraio, quando la Asl di Torino disponeva la quarantena e il divieto di allontanamento dal domicilio per tutti i componenti del gruppo squadra del Torino visti i numerosi tamponi positivi riscontrati. La disposizione aveva una durata di sette giorni e scadeva quindi l'1 marzo a mezzanotte, con tempi precisi affinché la squadra di Nicola potesse partire per Roma il giorno dopo per la sfida contro la Lazio, presentandosi ovviamente con i giocatori negativi ed eventualmente con i Primavera aggregati. Nel mezzo succede che il 28 febbraio i giocatori del Toro interrompono l'isolamento per effettuare degli allenamenti individuali, autorizzati a posteriori dalla Asl l'1 marzo con formula retroattiva. Dopo l'affermazione di Dal Pino riguardo alla fine della quarantena, il Torino si rivolge di nuovo alla Asl che, con un nuovo provvedimento sempre dell'1 marzo, afferma che l'isolamento disposto il 23 febbraio decorreva invece dal 24 febbraio, ammettendo paradossalmente che i giocatori potessero muoversi liberamente il giorno 23 nonostante il rischio del contagio. Questo è il grande dubbio che pende sulle cause di forza maggiore invocate dal Torino per non farsi comminare la sconfitta a tavolino, con la Lazio che invece ravvisa una violazione delle norme federali in materia di principi di lealtà e probità. Attesa intanto per la pronuncia in primo grado del giudice sportivo, ma in ogni caso si tratta di una faccenda che senza dubbio si trascinerà fino al terzo grado di giudizio.