ESCLUSIVA - Giampiero Galeazzi: "Perso con il Cesena per un turnover esagerato, adesso con il Napoli bisogna risollevare il morale"

13.11.2010 07:20 di  Leonardo Bertani   vedi letture
Fonte: Marco Ercole - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Giampiero Galeazzi: "Perso con il Cesena per un turnover esagerato, adesso con il Napoli bisogna risollevare il morale"

Giampiero Galeazzi è da sempre un grandissimo tifoso della Lazio, talmente appassionato da abbandonare la telecronaca della finale della Mastes series di tennis al Foro Italico, lasciando che gli ultimi game del match vinto da Norman su Kuerten, scorressero in completo silenzio, per precipitarsi allo Stadio Olimpico con tanto di microfono a festeggiare insieme a tutti gli altri tifosi biancocelesti la Lazio campione d’Italia per la seconda volta nella sua storia. Era il 14 maggio 2000 e grazie alla rete di Calori arrivata nel diluvio di Perugia che provocò la sconfitta della Juventus, la squadra biancoceleste, allora allenata da Sven Goran Eriksson, vincendo per 3 a 0 sulla Reggiana riuscì a compiere il sorpasso proprio all’ultima giornata di campionato. Ma oltre ad essere un beniamino dei tifosi laziali, “Bisteccone” è rimasto anche nei cuori dei supporter napoletani che non potranno mai dimenticare quell’urlo al triplice fischio di Napoli-Fiorentina del 1987: “17 e 47… 10 maggio… Napoli campione d’Italia”. Era l’apertura dell’intervista fatta a caldo al tecnico dei partenopei Ottavio Bianchi, un’intervista che proseguì poi anche all’interno degli spogliatoi con Diego Armando Maradona quando Galeazzi circondato dai giocatori napoletani, tutti rigorosamente in mutande, fu vittima di un incredibile gavettone come sottolineò lo stesso giornalista alla sua maniera: “m’hanno fracicato ahò”. Due episodi che sono destinati a rimanere per sempre nella storia del calcio e di Lazio e Napoli in particolare, con proprio la presenza di Galeazzi a fare da anello di congiunzione. Siamo andati quindi da lui a chiedere quali sono le sue impressioni in vista dell’imminente incontro: “Le due squadre arrivano alla partita in situazioni molto diverse tra di loro. La Lazio non avrebbe dovuto perdere con il Cesena ultimo in classifica e sarebbe stato di gran lunga più importante vincere in Romagna che vincere il derby. Le cause della sconfitta credo vadano individuate nelle scelte di Reja che ha messo in atto un turnover esagerato; sono stati cambiati troppi giocatori ed il risultato si è visto. La Lazio non ha praticamente mai tirato in porta e Foggia non è stato all’altezza di Mauri o Hernanes, senza la presenza in campo di questi giocatori vengono a mancare le possibilità di inventarsi qualcosa anche nei momenti difficili” - ma non per questo bisogna parlare di una Lazio Hernanes-dipendente – “Assolutamente no, il problema risiede nel fatto che questa squadra aveva trovato degli equilibri ed una volta cambiata completamente non garantisce la stessa qualità”. Resta il fatto che Lazio arriva da due sconfitte consecutive e nel test casalingo con il Napoli potrebbe subentrare il rischio di giocare inconsciamente con la paura di perdere, un rischio al quale si dovrà sopperire “Giocando alla giornata come ha fatto in maniera positiva nell’avvio di campionato, con un atteggiamento modificabile a seconda di come si muoverà l’avversario. Tra l’altro il Napoli in trasferta non è la stessa squadra di quando gioca tra le mura amiche. È una partita che la Lazio deve sfruttare per risollevare il morale”. Un problema che invece non si pone per i partenopei che arrivano al match con il morale alle stelle visto che “Vengono da una vittoria arrivata all’ultimo minuto che li ha proiettati nelle zone nobili della classifica. Tuttavia la squadra di Mazzarri non mi fa impazzire; dalla metà campo in giù è una squadra normale, mentre è eccezionale dalla metà campo in su. In definitiva una squadra a trazione anteriore”. Infine un ultimo pensiero sulla attuale posizione in classifica della Lazio e sulle sue reali ambizioni per il proseguo del campionato: “Sarà difficile per la Lazio riuscire a mantenersi in quelle posizioni. Il pericolo non è tanto nella sconfitta che era chiaro prima o poi sarebbe inevitabilmente arrivata; il problema sta invece in come reagirà a livello psicologico a questa fase negativa. Nella peggiore delle ipotesi ne uscirà completamente ridimensionata, oppure riuscirà tra alti e bassi a mantenersi su buoni livelli di rendimento. La partita di domenica è fondamentale, ma è anche vero che una eventuale sconfitta non deve necessariamente significare disastro visto che dipende dal modo in cui questa viene; nella partita persa contro la Roma la Lazio è caduta in piedi, cosa che invece non è successa mercoledì a Cesena”.