ESCLUSIVA- 'Lazio Style 1900 Official Magazine', Giorgio Sandri: "Felici di essere a Formello dove veniva nostro figlio"... Gabriele Paparelli: "Seguo la Lazio e quando vedo un posto vuoto penso che sia per mio padre"

23.12.2010 17:16 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it/zappulla
ESCLUSIVA- 'Lazio Style 1900 Official Magazine', Giorgio Sandri: "Felici di essere a Formello dove veniva nostro figlio"... Gabriele Paparelli: "Seguo la Lazio e quando vedo un posto vuoto penso che sia per mio padre"

28 ottobre 1979 e 11 novembre 2007 due date nefaste, che in comune conservano un duplice filo conduttore: la morte violenta e l’amore per una squadra, la Lazio. Vincenzo Paprelli e Gabriele Sandri, due storie differenti, due cuori innamorati di un calcio con conserva in sé le tinte del cielo, due nomi che appartengono di diritto al firmamento biancoceleste. La Lazio li ricorda, la Lazio li omaggia, la Lazio ha deciso di raccontarli sulle pagine di Lazio Style 1900. Era una mattina uggiosa di novembre, quando il Responsabile della Comunicazione Stefano De Martino ha aperto le porte del centro sportivo di Formello a chi la Lazio ce l’ha marchiata addosso dalla vita. Gabriele Paparelli figlio del compianto Vincenzo, accompagnato dalla moglie Federica e Giorgio Sandri con mamma Daniela. Un’emozione grandissima, un amore immenso per quella squadra che lega insieme due famiglie che hanno sofferto per uno sport che dovrebbe solo divertire. Mamma Daniela si lascia scivolare via una lacrima, mentre varca l’ingresso in punta di piedi, per entrare lì dove il piccolo Gabbo scappava ogni volta che poteva. “Gabriele quando era piccino è venuto tante volte con la mamma qui a Formello, e credo che oggi sia davvero felice di vedere me e sua madre entrare nel centro sportivo”. Lo racconta Giorgio Sandri sul magazine biancoceleste che Lalaziosiamonoi.it vi anticipa in ESCLUSIVA. Un tuffo al cuore, quando passeggiando sui campetti dove si allena la squadra amata da Gabbo, papà Sandri rievoca momenti drammatici legati alla sentenza del 1° dicembre scorso, quella che inchiodò Spaccarotella con la condanna per ‘omicidio volontario’ : “Era importante che venisse riconosciuto il reato di cui l’agente si era macchiato in quell’11 novembre 2007 – ha detto Giorgio – Come ha già spiegato mia moglie, dopo la lettura della sentenza, abbiamo provato pietà, perché infondo a nessuno piace vedere gli uomini nelle patrie galere privati dalla libertà”. Poi dalle questioni legali il ricordo di Gabriele si è spostato sul quel mondo a lui tanto caro, i tifosi, la gente che ama il calcio, quello vero: “Abbiamo ricevuto un affetto incommensurabile da tutti i tifosi d’Italia. Non ci sono stati colori o fazioni a dividere l’amore che la gente ci ha riversato per la memoria di nostro figlio. Di questo noi glie ne siamo ancora grati”.

Dai giorni nostri a quelli andati. Un tuffo temporale a ritroso che ci riconduce in quello stadio Olimpico di 31 anni fa. Era il derby, era Roma-Lazio ed era il 28 ottobre 1979. Quella data passò alla storia come lo sciagurato giorno in cui un razzo partito dalla Curva Sud colpì in un occhio l’allora 33enne tifoso biancoceleste Vincenzo Paparelli uccidendolo. Attimi di panico, che divennero terrore. Momenti tragici che seguirono a quell’assurdo accadimento. Il calcio con la morte di Paparelli, piombava nella dura realtà fatta di continua coesistenza fra violenza e tensione e la morte del povero Vincenzo oltre a rappresentare un lutto doloroso per una città intera divenne motivo di ostilità profonda fra due tifoserie. “Ho letto spesso per le vie della città slogan assurdi che rievocavano continuamente la morte di mio padre - Ha spiegato Gabriele Paparelli sul nuovo numero di Lazio Style – 10, 100, 1000 Paparelli? Un modo per sbeffeggiare l’avversario senza capire che dietro quell’assassinio c’era una famiglia che soffriva. Io ancora oggi dopo 31 anni incontro i tifosi romanisti che mi chiedono scusa per quei cori cantati allo stadio. Sono e resto un tifoso della Lazio. Amo guardare le partite allo stadio. Sono abbonato e seguo la mia squadra tutte le domeniche, ogni volta però che accendono un fumogeno non sono tranquillo e il cuore mi batte più forte. Ho paura”. Gli occhi sono ancora umidi, quando Gabriele parla del suo papà. C’è un amore grande che li unisce, che va al di là del tempo dello spazio e dei ricordi sbiaditi. Un amore forte fatto di passione e sentimenti veri, che si rinnova ad ogni battito d’ali di Olympia: “Seguo sempre la Lazio come vi ho detto e quando vedo qualche posto libero vicino al mio dico: ‘Il posto per papà c’è sempre…’”. Pagine di Lazio, pagine di cuore, che Lazio Style 1900 (in edicola già domani, ndr) ha voluto regalare ai suoi tifosi. Un ricordo indelebile di chi fa parte della nostra storia e delle nostre memorie da laziali.