Lazio, dieci anni fa il secondo Scudetto

Nel decennale del secondo meraviglioso scudetto della S.S.Lazio vogliamo ricordare quei momenti impressi oramai nella memoria collettiva dei tifosi. E’ un susseguirsi di emozioni come un’onda che travolge tutti e tutto. Difficilmente nella storia di una Societa’ Sportiva si condensano tanti stati d’animo, tante sensazioni in un solo giorno come quel 14 Maggio 2000. Una normale giornata di sole di tarda primavera puo’ trasformarsi in un trionfo ed un sogno gia’ accarezzato 26 anni prima puo’ diventare di nuovo realta’ in poche ore. Era cominciata con la protesta dei tifosi ed è proseguita con i gol di Veron e Inzaghi. La Lazio ruggisce ed è in testa alla classifica; la Juve pareggia a Perugia e sarebbe spareggio per lo scudetto. A Roma il secondo tempo è pura accademia con la poesia del terzo gol biancoceleste di Simeone mentre in quel di Perugia Giove pluvio ci mette lo zampino e la partita è sospesa dall’arbitro Collina. La Lazio chiude la sua fatica con la Reggina vincendo 3-0 ed aspetta che a Perugia la partita riprenda dopo il diluvio. Alla ripresa , come in un romanzo, segna il perugino Calori e lo Stadio Olimpico, ancora stracolmo di tifosi in ansia, esplode in un boato lunghissimo. Da li’ inizia un lungo e religioso silenzio, dove tutti si trovano una occupazione: chi sente la radiolina, chi passeggia nervosamente sugli spalti, chi è disteso sul prato verde , nel frattempo invaso, quasi incredulo. E si contano i secondi e i minuti che separano dalla storia, dal trionfo tanto atteso e agognato. Alle 18.04 l’arbitro Collina dichiara concluso il confronto: il Perugia batte la Juventus, la Lazio è Campione d’Italia ! E’ Riccardo Cucchi dai microfoni della radio di Stato ad annunciarlo. Difficile spiegare cosa si prova in quei momenti, potremmo cercare di raccontare lo stato d’animo, le emozioni di quella lunga giornata ma siamo sicuri che non potremmo mai esprimerle compiutamente. Eppure è tutto scolpito nella memoria. La festa è spontanea , promana dagli spalti dell’Olimpico e si riversa per le vie di Roma fino a tarda notte. La S.S. Lazio è Campione d'Italia !
Sono passati dieci anni da quel trionfo. Il 14 maggio del 2000 la Lazio ha festeggiato il secondo scudetto della sua storia. E l’ha conquistato nel modo più inaspettato e romanzesco, sorpassando la Juventus di Carlo Ancelotti e Luciano Moggi nell’ultima giornata di campionato. Un finale dalla trama sorprendente, con i bianconeri che crollano in trasferta contro il Perugia di Carletto Mazzone (1-0, gol di Alessandro Calori) sotto una pioggia da diluvio universale, fra polemiche e tensioni per la decisione dell’arbitro Pierluigi Collina di non sospendere definitivamente la partita durante l’intervallo.
L'ABBRACCIO DELL'OLIMPICO - Dieci anni fa, come oggi, l’abbraccio dell’Olimpico, al termine di una rimonta strepitosa: il 19 marzo, a otto giornate dalla fine del campionato, dopo la sconfitta (1-0) con il Verona di Cesare Prandelli e Adrian Mutu, la Lazio aveva nove punti di distacco dalla Juventus. I giochi sembravano decisi. Poi il capolavoro di Sven Goran Eriksson: sette vittorie e un pareggio a Firenze per superare i bianconeri, battuti anche nello scontro diretto a Torino con un gol di Diego Simeone. Lazio prima con 72 punti, Juventus seconda a quota 71.
DA MAESTRELLI A ERIKSSON - Dal miracolo di Tommaso Maestrelli e Umberto Lenzini, nel 1974, allo scudetto del 2000, con lo svedese Eriksson in panchina e Sergio Cragnotti presidente. Una squadra che ha lasciato un segno nella storia biancoceleste: Marchegiani in porta, Negro sulla fascia destra, Nesta e Mihajlovic al centro della difesa, Pancaro sulla sinistra. A centrocampo due esterni come Sergio Conceiçao e Nedved. Simeone nel ruolo di mediano. Veron a inventare colpi geniali. In attacco, Salas con Mancini. Uno scudetto firmato anche da Favalli, Almeyda, Sensini, Simone Inzaghi, Boksic, Stankovic, Fernando Couto, Ballotta, Ravanelli, Lombardo e Gottardi.
GIORNATA STORICA - Che giorno, quel 14 maggio del 2000. La Lazio che travolge (3-0) la Reggina e aspetta notizie dal Curi. I giocatori e i tifosi ascoltano la radiocronaca di Perugia-Juve attraverso gli altoparlanti dello stadio Olimpico. Nesta è a casa per squalifica. E si presenta negli spogliatoi per seguire i minuti finali con i suoi compagni e la gente laziale. L’ansia, il batticuore, il sogno, il triplice fischio di Collina a Perugia, l’esplosione di gioia, Veron e Almeyda che cantano in tribuna d’onore con Cragnotti, il popolo biancoceleste sul prato dell’Olimpico. E poi le feste in piazza, i clacson, le bandiere, i tuffi nelle fontane. E di notte, al Circo Massimo, l’apoteosi con la squadra che sfila in pullman fra i suoi tifosi. Quattro giorni più tardi, ecco la Coppa Italia contro l’Inter di Marcello Lippi e Christian Vieri. Terza magia di un fantastico anno sportivo per la Lazio, cominciato il 27 agosto del 1999 a Montecarlo con la conquista della Supercoppa Europea contro il Manchester United di Ferguson e Beckham: 1-0, gol di Salas.
GUARDA LE FOTO DELLA FESTA SCUDETTO
LA ROSA - Questa la rosa della Lazio campione d’Italia
Portieri:
Luca Marchegiani (28 presenze)
Marco Ballotta (9 presenze)
Difensori:
Alessandro Nesta (28 presenze)
Giuseppe Pancaro (28 presenze e 3 gol)
Sinisa Mihajlovic (26 presenze e 6 gol)
Paolo Negro (26 presenze e 2 gol)
Nestor Sensini (23 presenze e 1 gol)
Giuseppe Favalli (18 presenze)
Fernando Couto (14 presenze)
Guerino Gottardi (5 presenze)
Centrocampisti:
Juan Sebastian Veron (31 presenze e 8 gol)
Sergio Conceiçao (30 presenze e 2 gol)
Pavel Nedved (28 presenze e 5 gol)
Diego Simeone (28 presenze e 5 gol)
Matias Almeyda (19 presenze e 1 gol)
Dejan Stankovic (16 presenze e 3 gol)
Attilio Lombardo (10 presenze e 1 gol)
Attaccanti:
Marcelo Salas
(28 presenze e 12 gol)
Simone Inzaghi (22 presenze e 7 gol)
Roberto Mancini (20 presenze)
Alen Boksic (19 presenze e 4 gol)
Fabrizio Ravanelli (16 presenze e 2 gol)
Kennet Andersson (2 presenze)
Allenatore: Sven Goran Eriksson
Presidente: Sergio Cragnotti