Lazio | Scudetto 2000, Lotito: "Ho salvato la storia, ora penso al futuro" - VIDEO

Anche il presidente Claudio Lotito ha partecipato alla celebrazione per i venticinque anni dallo Scudetto del 2000. Il presidente biancoceleste è dunque intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti. Ecco le sue parole: "È fondamentale ricordare l'impresa di 25 anni fa. Non c'è futuro se non c'è il nostro passato. Dobbiamo far tesoro dell'esperienza pregressa, e rivendicarne i comportamenti. La Lazio ha ottenuto risultati importanti, diventa un percorso di partenza che ha avuto un seguito nel tempo. I fatti ci stanno dando ragione, se non altro a livello organizzativo, strutturale. Senza togliere nulla a chi mi ha preceduto, erano altri tempi, forse c'era più l'apporto della proprietà. Oggi ci sono dei meccanismi di gestione molto più restrittivi, lmitanti dal punto di vista della creatività. Molte squadre stanno uscendo dalla scena perché non sono in linea con le norme che sono state decise".
Quanto crede al quarto posto?
"Sarebbe il coronamento di uno sforzo che è stato fatto da tutti: dalla squadra, dall'allenatore, dalla società, che è convinta che tramite l'organizzazione, lo spirito di gruppo, si possano raggiungere degli obiettivi importanti. Oggi c'è un'organizzazione ha consentito di far diventare la Lazio un punto di arrivo e non di partenza. Col tempo, mi auguro un tempo giusto, possa trovare riscontro anche in termini sportivi. Abbiamo cercato di coniugare il risultato economico con quello sportivo. Noi siamo fiduciosi di aver creato un'orchestra valida, che ci sia un direttore di qualità, che conosce bene la musica e quelli che possono essee i risvolti legati anche a fattori imponderabili. Ieri abbiamo vinto due componenti diverse, una che non aveva quell'aggressività, quella voglia di portare a casa il risultato. Con la ferocia agonistica, la determinazione si ottengono risultati. E noi dobbiamo trasmettere alla squadra l'orgoglio dell'appartenenza".
Negli anni cosa è mancato alla Lazio per attestarsi nella parte superiore della classifica?
"Bisogna costruire una casa sul cemento armato: solidificare la struttura la struttura, renderla libera, indipendente. Quando sono partito, c'era una situazione completamente diversa. Per salvaguardare il patrimonio storico-sportivo di questo club, ho fatto in maniera che questa società non fallisse. Abbiamo la responsabilità di preservare il valore di questo club. Un conto è comprare una società al fallimento, chiamarla in una certa maniera e ricondurla alla Lazio, altra cosa è invece comprare proprio la Lazio, con numero di matricola orginale. Avrebbe significato disperdere tutto quel padrimonio".
Ci sono le condizioni per attuare una strategia diversa?
"Oggi la Lazio sta in una condizione diversa, non sta vedendo il passato è proiettata al futuro. Sta costruendo un'Academy, ha ristrutturato il centro sportivo e farò in modo che tutti lo vedano, non l'ho fatto fino adesso perché io voglio far parlare i fatti. Non vendiamo sogni, ma solide realtà, i sogni devono restare nella testa dei tifosi con la consapevolezza che stiamo coltivando nel loro interesse attraverso il miglioramente organizzativo, delle strutture e dei risultati sportivi. Avere uno dei centri più importanti d'Italia, aver presentato il progetto per lo stadio dimostra che siamo progettati per il futuro, avere una cosa propria dove coltivare l'amore con i propri tifosi. Ci sono squadre che hanno vinto e non hanno il centro sportivo. L'importante è vincere? Io preferisco avere una struttura che si tramandi nel tempo e non di avere un periodo di fasti legato a una sola persona e poi domani scomparsa la persona tornare alla propria dimensione. Io la sto rendendo autonoma la società, io mi sono preoccupato di salvare la storia e ora dobbiamo pensare a costruire il futuro di questa società anche per mezzo dei risultati sportivi. Dopo la Juve, siamo la squadra che ha vinto di più, abbiamo vinto 3 Supercoppe e 3 Coppe Italia, tra l'altro contro le squadre che erano le più forti come l'Inter di Mourinho, contro la Juve. Abbiamo dimostrato che se vogliamo anche sportivamente riusciamo, però dobbiamo proseguire, continuare e perseverare su questa linea per dimostrare che la Lazio non sarà andata in Champions, ha vinto tanti trofei e si è attestata in Europa. Questo è incontrovertibile. Non sarà l'Europa nobile della Champions, ma è quella dell'Europa League. Rispetto alle altre venti squadre, sostenute da fondi importanti da un punto di vista economico la nostra organizzazione si è dimostrata valida, perché lavora con il cuore, con il coinvolgimento dei tifosi e che si sente in dovere di restituire questo affetto non facendo diventare questa società una meteora, ma un punto fermo".
Il futuro di Baroni?
"Baroni ha un contratto pluriennale. Mi sorprende che quando ho portato Baroni sono stati fatti i cortei di 10.000 persone, dovevamo retrocedere in Serie B, abbiamo comprato i giocatori e dovevamo retrocedere. Il pallone è per tutti, il calcio è per pochi. In questi 21 anni di presidenza ho dimostrato partendo da zero che qualcosa abbiamo dimostrato di fare. La Lazio aveva -550 milioni di euro, oggi ha 300 milioni di patrimonio immobiliare della Lazio, quindi è una società forte, solida, che cammina sulle sue gambe e sulla logica del padre di famiglia, che non sperpera. Perché se sperpero, sperpero il patrimonio non solo mio, ma di tutti quanti, perché io devo preservare un patrimonio che coinvolge milioni di persone. La Lazio avrà un futuro diverso, si stanno realizzando tutte le cose che avevamo promesso che avremmo fatto. Io sento ancora 'Lotirchio caccia i soldi', ma non conoscono i meccanismi perché non hanno la conoscenza, altrimenti non farebbero questi discorsi. Il futuro di questa società passa attraverso persone che hanno le qualità, non il nome. Quando sono arrivato ero sconosciuto, quando sono arrivato in Lega calcio mi sono confrontato con Umberto Agnelli, Berlusconi, Garrone e io con il mio modo di fare e la mia conoscenza gestionale ho capito che la società va organizzata come una società, ma senza depauperarla di quel suo valore motivo. Ho voluto dare certezza che questa società un domani non sparirà. Ho dimostrato con i fatti di avere un minimo di competenza. La Salernitana l'ho partata dall'Eccellenza alla Serie A, una storia unica nel calcio e vincendo dei trofei. L'affetto della gente è fondamentale e aiuta la squadra a performare meglio e la società ad avere una responsabilità a dare meglio".
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