AIA, la denuncia di Trentalange: "Basta violenza contro gli arbitri, serve una legge"

Il tema della violenza contro gli arbitri è stato tra i più importanti dell'Assemblea organizzativa e tecnica dei presidenti di sezione dell'Aia, al centro tecnico di Coverciano. Il presidente Trentalange ha deciso di intervenire su questo delicato argomento: "In poco più di due mesi di attività la classe arbitrale è stata vittima di diciannove episodi di violenza - la sua riflessione -. Otto casi di grave violenza fisica hanno portato i nostri associati a dover ricorrere alle cure ospedaliere. Sono stati prescritti dai sanitari quarantasei giorni di prognosi. Un bollettino di guerra che ha coinvolto la Serie A femminile e gli Under 17 passando per i vari campionati dilettantistici. Non posso far finta di niente davanti a una violenza che sta crescendo. Non voglio rassegnarmi all'idea che sia quasi inevitabile. Come Presidente dell'Aia sento invece forte il dovere di denunciare all'opinione pubblica questo scenario. Pretendendo che sia analizzato sotto tutti i punti di vista e che siano valutate misurare adeguate per combatterlo".
PROPOSTA DI LEGGE - Il presidente Aia è entrato nello specifico delle possibili misure: "C'è una proposta di legge - ha ricordato - con disposizioni concernenti modifiche alla legge 13 dicembre 1989 in tema di lesioni personali a soggetti che assicurano la regolarità tecnica di una manifestazione sportiva. Giusto così. È qualcosa che può funzionare da deterrente. Ma non fermiamoci a questa proposta. Vediamo cos'altro si può fare in sintonia anche con la giustizia sportiva".
DOPPIO TESSERAMENTO - "C'è un altro aspetto che ritengo meriti di essere sottolineato - ha poi aggiunto Trentalange -. Con ancora più forza. E cioè che serve un salto in avanti culturale. Bisogna che sia compreso sempre di più il ruolo del direttore di gara e il senso di legalità che rappresenta. Chi sceglie di fare l'arbitro cresce. I giovani arbitri diventano studenti migliori. Diventano persone migliori. La battaglia che sto portando avanti per il doppio tesseramento va in questa direzione. Spero, anzi sono convinto, che gli arbitri-calciatori racconteranno la loro esperienza ai compagni, ai dirigenti, alle loro famiglie, ai loro amici. Trasmetteranno un messaggio nuovo, coinvolgente".