Artiz Aduriz, il bomber che non voleva giocare in Italia: "Immobile? Il più forte"

19.09.2022 14:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Lavinia Saccardo - Lalaziosiamonoi.it
Artiz Aduriz, il bomber che non voleva giocare in Italia: "Immobile? Il più forte"
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Trovare un calciatore attaccato alla propria maglia e che lega la propria carriera ad un solo club ormai è difficilissimo. Un'eccezione può essere sicuramente ritrovata nella figura di Aritz Aduritz, attaccante spagnolo innamorato dell'Athletic Bilbao con la cui maglia indosso ha passato tanti anni, divisi in diverse parentesi, dal 2000 al 2003, dal 2005 al 2008, poi dal 2012 al 2020, anno in cui ha deciso di attaccare gli scarpini al chiodo. Il quarantunenne si è raccontato a Cronache di Spogliatoio, parlando anche del calcio italiano e di Ciro Immobile.

"Ho la pelle d'oca" ha detto al giornalista ricordando il gol in rovesciata contro il Barcellona dopo soli due minuti dall'ingresso in campo all' 87'. "Da bambino passavo ore sulla spiaggia cercando di fare rovesciate. Ho segnato il 70% dei miei gol dopo i trent’anni perché prima non avevo testa", ha ammesso Aritz, che nell'estate del 2012 sulla panchina dell'Athletic ci trova Marcelo Bielsa, uno che di personalità ne ha da vendere: "Quando sento quel soprannome sorrido sempre. Marcelo è la persona più intelligente che ho conosciuto, molto lucido, scaltro, anche se per il calcio è totalmente folle. ‘Loco’. I suoi discorsi pre-partita sono unici. Nella mia carriera c’è stato un prima e un dopo Bielsa. Ripetevamo la stessa azione cento vuole. Ogni giorno. Per lui il calcio è una missione, un’ossessione". Poi il racconto del legame con la maglia più importante della sua carriera e quell'addio che l'ha segnato profondamente: "La gente ama ripetere che il senso del gol è innato. Non sono d’accordo: per me si impara, e io ne sono la dimostrazione. L’annata migliore l’ho avuta a 36 anni segnando 36 gol e strappando un posto per l’Europeo. Totti, quando si è ritirato, ha dato la colpa al tempo, ‘maledetto tempo’. Beh, io invece lo ringrazio".

Miti e idoli, anche i più grandi ne hanno e Aritz è andato proprio nel nostro campionato a pescare i suoi assi: "Sono cresciuto con il Milan di Van Basten, Gullit e Rijkaard". Sulle voci di corridoio che lo accostavano all'Italia risponde così: "Negli anni ci sono state voci riguardo un mio trasferimento in Italia, ma niente di concreto. Anzi, vuoi sapere la verità? Giocare in Serie A non mi ha mai attirato per un semplice motivo: lì per un attaccante è tosta! Il famoso ‘catenaccio’, le difese ostiche. Se sei un centrale allora ok, vai in Italia e diventi un top, ma per un attaccante la vita è dura". E da buon centravanti non poteva mancare il proprio giudizio sul capocannoniere della Serie A: "Ciro Immobile mi piace, segna almeno venti gol a campionato e non è facile. È la punta italiana più forte".