De Zerbi racconta la guerra: "Non si dormiva, se suonavano le sirene correvamo nel bunker"

01.03.2022 06:50 di  Jessica Reatini  Twitter:    vedi letture
De Zerbi racconta la guerra: "Non si dormiva, se suonavano le sirene correvamo nel bunker"
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Roberto De Zerbi e il suo staff sono tornati in Italia. L'allenatore dello Shakhtar era rimasto bloccato, da ormai cinque giorni, dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina. Adesso che è tornato dalla sua famiglia l'allenatore ha raccontato il suo stato d'animo ai microfoni di Radio 105: "Le giornate erano di 24 ore ma passavano molto molto lentamente anche perché non dormivi, la notte si sentiva di tutto. C'era chi dormiva in bunker e chi in camera. Io dormivo in camera per capire cosa succedeva fuori dall'hotel, quando sentivo un boato andavo nel bunker. Poi tornavo in camera dopo qualche ora".

AIUTO DELLA UEFA"Non bisogna farsi prendere dall'ansia. Si poteva scappare fare quando si voleva, almeno fino a quando non è entrato in vigore il coprifuoco, però fuga voleva dire magari stare 4, 5 giorni sulla strada senza scorte di cibo e di acqua. I benzinai erano presi di assalto e quindi non potevi fare scelte dettate solo dalla paura. Dovevi rimanere tranquillo, preparare le mappe degli itinerari che dovevi seguire. La nostra ambasciata ci ha aiutato per quello che poteva, eravamo oltre 2000 italiani. Siamo tornati a casa grazie all'impegno del presidente della Fifa Ceferin che è stato di un'umanità, di una sensibilità incredibile, ha organizzato tutto nei minimi dettagli e anche l'Ambasciata ci ha trattato bene".

SQUADRA - "È vero che faccio l'allenatore e l'allenatore non deve per forza averne fuori dal campo, però io e il mio staff tutto compatto ci siamo messi a servizio dei calciatori che hanno l’età dei nostri figli. Non ho mai avuto paura di non tornare. Ho avuto paura che saltasse la linea internet, che staccassero la luce in città, mancasse l'acqua calda o finissero le scorte di acqua e di cibo. I brasiliani sono andati via un giorno prima di noi tramite Romania-Parigi-Brasile, ci sentiamo sempre".

GUERRA - "Stanno difendendo la libertà e chi difende la libertà parte avvantaggiato. Certo, la differenza di potenziale di armi sposta tutto. Per quello che ho visto io, possono continuare non si sa per quanto. Sono davvero tosti: il campione di pugilato (sindaco di Kiev, ndr) si è messo a combattere, un mio magazziniere giovane con una figlia piccola, ha preso il fucile pronto a combattere".

Pubblicato il 28/02