Eriksson: "La mia Lazio aveva un segreto. Scudetto? C'è anche Sarri"

Intervenuto durante la trasmissione di Francesco Scarcelli, presso New Sound Level, Sven Goran Eriksson ha commentato la disastrosa sconfitta della Lazio in Danimarca e in generale il percorso di Maurizio Sarri. Queste le parole dell'ex tecnico biancoceleste: "Non ho visto la partita ieri, solo il risultato. Per fortuna non era una sfida a eliminazione diretta. Ci sono ancora tante partite da giocare”.
Come si gestisce uno spogliatoio con tanti giocatori forti?
“Generalmente questi campioni sono gente per bene. Vogliono vincere e lavorare e se non lo fanno la carriera è più corta. Se c’è qualcuno che non ti ascolta bisogna venderlo. Io qualcuno ne ho avuto qualcuno così. Boniek era uno di questi. Non pensavamo nello stesso modo, anche con Hulk in Cina ho avuto uno scontro. Come allenatore non devi avere paura di ascoltare i tuoi giocatori. Loro pensano calcio e possono avere grandi idee. Mancini era uno così. Viveva e vive per il calcio”.
C’è un giocatore che hai scartato perché non rientrava nei tuoi schemi?
“No. Mihajlovic giocava ala sinistra. Dopo un po’ gli dissi che non era quello il suo ruolo. Lui non voleva giocare in difesa. Prima l’ho provato terzino e non ha funzionato, poi l’ho spostato al centro. E lì è diventato fortissimo”.
Più importanti gli schemi o gli uomini?
“Senza giocatori non si vince niente, è molto semplice. Se poi anche il sistema è adatto ai giocatori allora è il massimo”.
Quanto è difficile allenare a Roma?
“Roma è bellissima e pericolosissima. Tutto è favoloso: ristoranti, bar, donne. Più delle svedesi? Le donne sono belle dappertutto”
Dove può arrivare la Lazio di Sarri?
“Sarri è un grandissimo allenatore. Ha fatto belle cose ovunque è andato. Il campionato è molto aperto. Tutte possono vincerlo, almeno cinque squadre inclusa la Lazio. Ha tanti ottimi giocatori”.
La Lazio di Eriksson?
“Il segreto della mia Lazio era che era composta di tanti campioni con la testa dura e qualcuno di loro accettava anche la panchina. E questo era molto raro. Accettavano le mie decisioni senza problemi”.
Ti è rimasta più nel cuore la Roma o la Lazio?
“Logicamente dico Lazio. Abbiamo vinto tanto con una squadra forte. Con la Roma è stata un po’ di transizione”.