Lazio, parla Signori: "La mia Alzano in ginocchio ma oggi riparte senza mollare"

Beppe Signori ha, come tanti, vissuto sulla sua pelle il dramma di quanto successo a causa del coronavirus nelle zone più colpite di Codogno, Nembro e Alzano Lombardo. L'ex calciatore di Lazio e Bologna è proprio originario di quei posti e ha temuto per la sua famiglia. Intervistato da Adnkronos queste le sue parole in merito alla consegna dei nuovi banchi per l'inizio dell'anno scolastico: "Un segnale importante, un punto di ripartenza. A livello simbolico significa molto. I giovani sono il nostro futuro, la scuola è fondamentale. Si deve ripartire da questo e mi auguro che da una piccola cosa come la consegna dei nuovi banchi, si possa ricominciare con entusiasmo dopo questa tragedia, dopo lo sterminio subito dalla mia terra".
LOCKDOWN - "Una ferita ancora aperta. Mi auguro davvero che il peggio sia passato per sempre. Il fatto che la scuola riparta fino a pochi mesi fa era impensabile. Non ero lì a casa nei giorni del lockdown, ma ero in contatto con la mia famiglia ogni giorno. Una città in ginocchio. Ho perso parenti, amici. Mio papà se l'è vista brutta, ma ce l'ha fatta, tanti altri invece no. Un dolore immenso".
AIUTI - "C'è stata molta solidarietà da parte del mondo del calcio. Pensando ad Alzano Lombardo molti mi hanno scritto, si sono ricordati che sono nato lì. Mi hanno supportato, si sono interessati a me. In quelle zone si è vissuto un dramma che molti non potranno mai capire".
AI GIOVANI - “Mai mollare. Oggi i banchi nuovi potrebbero significare l'inizio di una nuova vita. Ci vuole fiducia e ci vuole coraggio dopo mesi difficili".
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