Petizione, Mignogna: "Ripresa? L'Italia segua l'esempio della Germania e dell'Inghilterra"

CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE
Il calcio italiano attende, il tema ripartenza è al centro del dibattito. Non poter di nuovo scendere in campo potrebbe causare danni enormi a livello economico. Proprio per questo motivo il Comitato Consumatori Lazio, capitanato dall’Avv. Gian Luca Mignogna, ha creato una petizione per spingere il governo a dare l’ok per la ripresa della stagione calcistica. Ai microfoni di Radiosei, proprio l’Avv. Mignogna è intervenuto per affrontare le tematiche al momento oggetto di fervente discussione: “La petizione? Il messaggio serve a sensibilizzare le persone, i tifosi, gli addetti ai lavori su una tematica che presenta tanti aspetti: da quello sportivo, economico fino a quello fiscale. Il testo della petizione è molto articolato, ma è stato fatto con una certa professionalità. Se raggiungessimo dei numeri più consistenti, potremo fare più pressione. È importante che il calcio riparta, ci sono posti di lavoro in ballo. Si rischia di creare un gap tra i club italiani ed europei. Questa petizione è meno suggestiva di quella che riguarda lo Scudetto del '15, ma potrebbe essere funzionale per un’altra corsa che tutti sappiamo. Firmarla significherebbe anche aiutare la Lazio di Inzaghi. Perché in Germania, Inghilterra o Spagna sono riusciti a convergere su un protocollo per ripartire, mentre qui non accade?”.
RIPARTENZA - “I paletti che stanno imponendo impediscono la ripartenza del campionato, e rischiano di far fermare di nuovo la stagione una volta iniziata. Se basta un calciatore positivo per mandare in quarantena un’intera squadra, tutto sarebbe sempre in bilico. Le società professionistiche italiane hanno dei centri sportivi che contengono un’eccellenza dal punto di vista strutturale e sanitario, tanto da permettergli di fare opera di prevenzione e di intervento. Da questo punto di vista i giocatori sono privilegiati, non si comprende perché ci sia tutto questo timore. Non ho antipatia verso Spadafora, che ritengo un bravo professionista, però non è molto addentrato nelle questioni calcistiche. Non si spiega altrimenti un approccio del genere a questo mondo”.
FUTURO - “Mi aspetto che la Federazione riesca a fornire i nominativi delle squadre qualificate alle coppe europee della prossima stagione. Guardando la classifica attuale si capisce benissimo quali sono i club che devono andare in Europa. Mi aspetto anche un braccio di ferro tra Spadafora e le istituzioni calcistiche che invece sono compatte per la ripartenza. Spero che l’ago della bilancia penda dalla parte della ripresa. In Germania hanno già capito che ricominciando per primi, anche dal punto di vista dei diritti televisivi, riusciranno a creare un business che noi non riusciremo a mettere in piedi. Ci sono regioni in Italia che hanno un contagio molto basso, si potrebbe anche pensare di giocare in quelle zone. Perché questo non è stato preso in considerazione? Potrebbe essere una soluzione valida, delocalizzare il calcio per garantire più sicurezza”.
UEFA - “Sono preoccupato, perché la UEFA sta dimostrando di aspettare il calcio italiano. Ci stanno aspettando, ma non so fino a quando lo faranno. Speriamo che le nostre istituzioni facciano in tempo a prendere decisioni, o la UEFA potrebbe pensare di andare avanti anche senza il calcio italiano”.
CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE
Pubblicato alle ore 19:15